La febbre del gioco in Unione Sovietica: quando tutti giocavano a Sportloto

Storia
VALERIA PAIKOVA
Può sembrare strano in un Paese socialista, eppure dal 1970 in poi questa lotteria fu popolarissima. La “buona causa” era finanziare lo sport (e permise di ripagare in gran parte l’organizzazione delle Olimpiadi del 1980), ma i cittadini erano spinti più che altro dalla voglia di arricchirsi con l’azzardo. La mamma del presidente Putin ci vinse la macchina

Nell’ottobre 1970, la prima estrazione del lotto sovietico, “Sportlotó” (“Спортлото”), fu trasmessa in televisione a livello nazionale, con i cittadini sovietici che controllavano i numeri sulle schedine con il cuore in gola. C’era attesa nell’aria, ansia ed eccitazione. Inizialmente, solo i moscoviti ebbero la possibilità di prendere parte al gioco Eppure in una settimana vennero venduti ben 1,5 milioni di biglietti. La popolarità del gioco si diffuse poi a macchia d’olio nel resto dell’Urss. Bakù (capitale della Repubblica Socialista Sovietica Azera) divenne la seconda città in cui iniziarono a essere venduti i biglietti della lotteria, seguita da Erevan (capitale della Repubblica Socialista Sovietica Armena), Odessa (città portuale sul Mar Nero), Kiev (capitale della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina) e altre grandi città. I proventi della lotteria arrivarono a fornire fino all’80% delle entrate del bilancio statale per lo sport.

Pochi anni dopo, ormai milioni di persone in tutti gli angoli del Paese (fino a un massimo di tre quarti della popolazione) cercavano la fortuna con la lotteria. E la commedia di Leonid Gajdaj “Sportloto-82” (“Спортлото-82”) divenne nel 1982 il film di maggior incasso in Urss. Negli anni Ottanta, la rete di vendita dei biglietti della lotteria dell’Unione Sovietica era la più grande del mondo.

La saga di “Sportloto”

Quando George Orwell descrisse il fenomeno della lotteria nel suo classico distopico “1984”, sembrava che avesse assistito alla versione sovietica del gioco con i propri occhi. “La Lotteria, con i suoi vistosi premi settimanali, era l’unico avvenimento pubblico a cui i prolet s’interessassero. Era più che probabile che la Lotteria fosse la ragione principale, se non la sola, per cui milioni di prolet avevano ancora un qualche attaccamento alla vita. Era la loro maggiore fonte di piacere, il loro margine di follia, teneva il luogo di stupefacente, di stimolante intellettuale”, si legge nel libro, pubblicato nel 1949.

In Unione Sovietica, il gioco della fortuna non era privo di significato materiale. Vincere alla lotteria poteva dare una bella libertà finanziaria.

“Sportloto” nacque da un’idea di Viktor Ivonin, vicepresidente del comitato sportivo sovietico. La sfida più grande fu quella di respingere potenziali contestazioni al fatto che l’idea stessa dietro il gioco fosse in contrasto con la natura socialista dell’Unione Sovietica. Le autorità trovarono un compromesso; una “buona causa”. Venne deciso che la metà del ricavato di tutte le vendite dei biglietti sarebbe andata allo sviluppo dello sport nel Paese.

I fortunati vincitori

La prima lotteria, nel 1970, fu chiamata “6 su 49”. Il fortunato vincitore doveva scegliere da tre a sei numeri vincenti. Ljudmila Morozova, ingegnera di Mosca di 35 anni, si aggiudicò il jackpot: 5.000 rubli dell’epoca.

Come tutte le cose buone, accadde abbastanza per caso. La donna stava tornando a casa dal lavoro, stanca e affamata, quando si fermò in un chiosco vicino alla metro. Ljudmila pensò di non avere nulla da perdere (un biglietto costava solo 30 copeche), così prese due schedine: una per sé, l’altra per la figlia di 11 anni. La ragazzina decise di fare un tentativo, con tutta la serietà. Così prese il sacchetto con i numeri della tombola, pieno di bellissime palline di legno con numeri ritagliati, lo scosse con entusiasmo giovanile e tirò fuori sei palline alla cieca. Quelli furono i numeri che giocò al lotto e quelli si rivelarono i numeri fortunati! Come ricompensa per i suoi sforzi profetici, la ragazzina chiese modestamente a sua madre di comprarle una bicicletta.

In un momento in cui lo stipendio mensile medio era compreso tra 90 e 115 rubli, 5.000 erano una somma enorme. Si poteva acquistare un enorme set di mobili di fabbricazione jugoslava per il soggiorno, un tappeto da muro, un pianoforte e una poltrona letto, o semplicemente mettere da parte dei soldi per il domani.

Vincere alla lotteria dava a chiunque la possibilità di vivere meglio. Nel 1972, la madre del futuro presidente Vladimir Putin vinse un’auto Zaporozhets

“In mensa, invece del resto, le hanno dato, credo, un paio di biglietti o un solo biglietto. Costava 30 copechi… Vivevamo in una stanza, in un appartamento comune, in alto, al quinto piano. Non avevamo neanche la doccia. E [vivendo] in tali condizioni mia madre ha vinto questa automobile!”, ha ricordato il presidente russo nel 2018. “Ricordo perfettamente un incontro di famiglia, dove mamma e papà si sono seduti a tavola e hanno pensato a cosa farne. E poi improvvisamente mia madre ha detto: prenderemo la macchina per far guidare nostro figlio. Riuscite a immaginare cosa significava questo per i miei genitori?”

Sebbene la vincita più alta possibile a Sportloto fosse limitata a 5.000 rubli, ci furono persone che vinsero somme maggiori. Ad esempio, un fabbro di Tallinn (capitale della Repubblica Socialista Sovietica Estone) vinse quasi 35 mila rubli. Per aumentare le vincite, gli appassionati acquistavano non uno ma decine di biglietti, fino a mille.

Nel 1978, il limite di vincita per un biglietto fu portato a 10.000 rubli e la gente iniziò a trarne vantaggio. Eppure, molti giocavano ignari di quanto fosse statisticamente difficile vincere.

Nel 1985, Sergej Mikhailov, un elettricista di Dushanbé (capitale della Repubblica Socialista Sovietica Tagika), vinse il più grande premio della lotteria nella storia sovietica: 60.680 rubli (avrebbe dovuto lavorare per quattro decenni per guadagnare questa somma di denaro). Un giornale sovietico pubblicò persino un articolo sul vincitore, allora trentottenne. Sergej non si perdeva un’estrazione di Sportloto. Compilava tutte le schedine acquistate con gli stessi numeri: 1, 5, 10, 21, 25. Tuttavia, raramente vinceva più di dieci rubli. Secondo il giornale, il fortunato donò 1.000 rubli al Fondo sovietico per la pace.

Inizialmente, per aggiudicarsi il jackpot, il giocatore doveva indovinare 6 numeri su 49. Successivamente si decise di semplificare la sfida: 6 numeri su 45.

Nel 1976 fu introdotta l’estrazione del sabato, che utilizzava la formula “5 su 36”. Era basata sul gioco del Keno, originario dell’antica Cina. La leggenda narra che, con i fondi raccolti dall’antica lotteria, l’imperatore finanziò la costruzione della Grande Muraglia Cinese. In Urss, la lotteria fornì più di un quarto del budget per l’organizzazione delle Olimpiadi del 1980 a Mosca: circa 532 milioni di rubli. Un vero colpo di fortuna per le casse statali.


Dieci fatti da conoscere sulle uniche olimpiadi che si sono tenute in Unione Sovietica