Cinque elementi di arredo che erano onnipresenti nelle case sovietiche (FOTO)

Anatolij Semekhin/TASS
Cos’è che non poteva mancare in un appartamento dell’Urss? I tappeti appesi ai muri, un pianoforte per i bambini e…

Mobile a parete

Questi grandi mobili simbolo di un’epoca, realizzati in Romania o in Jugoslavia, furono le principali soluzioni per sistemare tutte le cose di casa negli anni Settanta e Ottanta; l’essenza di un tipico soggiorno sovietico. Nel regno della mobilia era il periodo del legno di teak, noce o mogano, dei colori autunnali spenti e delle laccature sfavillanti.

L'insegnante di musica Valerij Gusev con la moglie Valentina e le figlie Tanya e Natasha. Villaggio Oktyabrskij

Ammettiamolo: quei mobili solenni e ingombranti, comunemente indicati in russo come “stenka” (“parete”), erano progettati per essere funzionali sopra tutte le altre qualità “non essenziali”. Per servire al meglio questo loro scopo fondamentale, vantavano sportelli per nascondere i vestiti, scomparti con ampi cassetti e zone per riporre tonnellate di libri, bottiglie di alcol, scintillanti bicchieri cechi, servizi da tè in porcellana, figurine di porcellana di Gzhel blu e bianche, giocattoli di plastica, infiniti regali di parenti, fotografie d’infanzia, nonché pile e pile di cimeli personali.

Questi monumentali mobili a parete, di solito in tre o cinque pezzi componibili, potevano contenere l’intera vita di una persona, ma si doveva aspettare parecchio per acquistarne uno. Costavano un occhio della testa. E anche chi era abbastanza fortunato da guadagnare 90 o 100 rubli al mese, si doveva mettere in fila per un po’ di tempo prima di vedersi consegnare il desiderato pezzo di arredamento.

Come detto, quasi sempre la “stenka” era di produzione estera (dei “Paesi socialisti fratelli”) e le più di classe e di qualità venivano prodotte nella Germania dell’Est o nella vicina Polonia e potevano costare il doppio di quanto guadagnava una famiglia in un anno (più o meno 2.000 rubli).

Pianoforte

I mobili laccati avevano un posto d’onore negli appartamenti delle famiglie sovietiche, insieme a una lampada a piantana e a un pianoforte nel soggiorno.

Gli inquilini Natalia e Vladimir Baslerovij con il figlio Sergej nel loro nuovo appartamento

La musica era un aspetto fondamentale dell’istruzione scolastica pubblica sovietica. Molti genitori di bambini piccoli avrebbero fatto qualsiasi cosa per comprare un pianoforte e far prendere lezioni ai loro pargoli, soprattutto se i figli non avevano alcun talento musicale.

Un diploma di scuola musicale era un must assoluto, quindi un pianoforte sovietico, come un Lira, un Krasnyj Oktjabr o uno Zarjà, doveva essere ottenuto con tutti i mezzi. I pianoforti Lastochka di fabbricazione sovietica costavano a un comune cittadino 526 rubli ed erano di qualità mediocre, mentre i famosi strumenti Petrof, del venerato produttore ceco, potevano costare fino a 1.400 rubli. 

Tappeti da parete

Si può riderne o piangerne, ma un tipico soggiorno sovietico non poteva non avere enormi tappeti appesi alle pareti, cosa che ha cementato quell’epoca nelle menti di diverse generazioni di bambini oggi adulti come il periodo del cattivo gusto.

Nel momento di massimo splendore, probabilmente gli anni Ottanta, questi tappeti solitamente spessi e colorati attaccati alle pareti erano davvero l’epitome del lusso e della prosperità, ed erano appesi in milioni di stanze in tutta l’Unione Sovietica.

I tappeti di solito avevano un prezzo medio di 200 rubli. Le ex repubbliche sovietiche di Azerbaigian, Turkmenistan e Kirghizistan erano le leader indiscusse nella produzione di questo oggetto “di lusso”, oggi obsoleto. Alcuni tappeti esotici che coprivano l’intera parete potevano persino costare fino a 800 rubli.

Chi non voleva essere da meno, ma aveva disponibilità economiche più ridotte, ripiegava su arazzi da parete con stampe di animali, preferibilmente cigni o cervi. Erano di solito più economici. Arazzi e tappeti rendevano più calde e morbide le pareti fredde degli appartamenti. Per questo motivo spesso venivano appesi sui letti.

Tra i disegni più ricercati c’era un arazzo da parete con una riproduzione del celeberrimo dipinto di Ivan Shishkin e Konstantin Savitskij intitolato “Mattina in una foresta di pini”

Sia i tappeti che gli arazzi “Gobelin” erano oggetti di valore sentimentale tramandati di generazione in generazione, fino a quando, alla fine, sono stati gettati senza cerimonie nella spazzatura dai pronipoti.

Specchiere a tre ante

Parecchie donne sovietiche prendevano molto seriamente il loro trucco e volevano vedersi riflesse da tutte le angolazioni possibili. Uno specchio con cornice in legno a tre ante era quello di cui avevano bisogno. Tuttavia, non era economico; costava non meno di 100 rubli, che equivaleva all’incirca allo stipendio medio mensile.

Una toeletta a tre ante in stile tradizionale con cassettiera faceva la sua figura, ricreando, anche in una khrushchjovka, un classico boudoir femminile del XVIII secolo. Dotata di uno specchio ruotabile di 180 gradi, nella realtà sovietica era molto più di un semplice pezzo di vetro riflettente.

La cassettiera fungeva da scrivania multiuso, dove si riponeva praticamente qualsiasi cosa, dallo smalto per unghie ai medicinali ai libri scolastici per bambini e alle riviste di cucito. Ma molti di questi mobiletti  erano progettati così male che era impossibile sedersi comodamente, poiché il supporto era troppo basso e non si riusciva a metterci le gambe sotto.

Poltrona letto estraibile

Campioni di mobili del complesso industriale di Narva

Nel regno del design di mobili, l’eredità degli anni Settanta risiede, tra le altre cose, nella sua innovazione nel campo delle poltrone. Una poltrona o un divano che si trasforma in letto si rivelarono un’ottima soluzione per i piccoli appartamenti sovietici.

La poltrona letto estraibile con rivestimento in tessuto o pelle non era solo un grande risparmio di spazio, ma prendeva anche due piccioni con una fava, diventando un comodo posto dove sedere per un membro della famiglia e un letto decente per gli ospiti. Il suo design si è rivelato senza tempo. E la poltrona costava “solo” circa 50 rubli; un prezzo più o meno abbordabile. 

Chi non poteva permettersi una poltrona letto era costretto a comprare brandine pieghevoli economiche ma pratiche che poggiavano su gambe di metallo. Erano un’aggiunta essenziale alla tipica famiglia sovietica. Scomode ma durevoli, costavano circa 15 rubli ed erano ampiamente utilizzate anche negli asili, nei campi estivi e persino nelle cucine delle case, tanto da diventate uno degli elementi più importanti e onnipresenti negli appartamenti sovietici.


Come i cittadini sovietici trascorrevano il tempo a casa 

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