Cinque balli che i cittadini sovietici amavano, nonostante fossero vietati dalle autorità

Storia
VALERIA PAIKOVA
Il governo dell’Urss contrastava le danze occidentali della “decadente società capitalista e borghese”, dal tango al rock-n-roll, ritenendole depravate e non adatte al popolo che edificava il socialismo. Ma, in segreto, i giovani si scatenavano comunque su quelle note

La Rivoluzione d’Ottobre del 1917 influenzò la vita dei russi sotto i più vari aspetti. Il nuovo governò dimostrò presto di voler essere arbitro di ogni aspetto della vita dei cittadini. Nel 1922, per esempio, la Conferenza panrussa del Komsomol (l’organizzazione giovanile del Partito Comunista) concluse che i balli sociali originari delle società capitaliste e borghesi erano pericolosi per la gioventù sovietica.

Secondo gli ideologi sovietici, le culture e le usanze straniere erano troppo sessualmente esplicite. Il tango argentino e il foxtrot americano di certo rispecchiano questa descrizione. Ma nonostante i divieti, i sovietici trovarono il modo di ballare lo stesso.

1 / Foxtrot

Il foxtrot deve il nome al suo inventore, il ballerino statunitense Harry Fox (1882-1959), e fece la sua prima apparizione mondiale nel 1914 a New York, sconvolgendo il mondo della danza. In Europa, questo ballo caratterizzato da movimenti fluidi e languidi divenne molto popolare dopo la Prima guerra mondiale.

Il ballo da sala americano arrivò in Urss negli anni Venti e veniva ballato con bellissima semplicità. Tuttavia, era arrivato nel momento sbagliato, quando la Nuova Politica Economica (Nep) era in pieno svolgimento. Il foxtrot ebbe un enorme successo a Mosca, diventando il paradigma della libertà e dell’individualismo.

La moda di questo ballo fece infuriare le autorità, al punto che su uno dei giornali sovietici fu pubblicata una caricatura, secondo la quale il foxtrot avrebbe potuto portare all’“eliminazione del bolscevismo”. Ma era già troppo tardi per preoccuparsene. La danza popolare era ovunque! Faceva persino parte delle rappresentazioni teatrali dei registi pionieristici Vsevolod Mejerkhold e Nikolaj Foregger.

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Caffè e saloni erano pieni di gente che ballava il foxtrot. La scrittrice russa Nina Berberova (1901-1993) ha ricordato che Pietrogrado (poi Leningrado, e oggi San Pietroburgo) era in fermento nei primi anni Venti, con tutti che lo ballavano. Il principale poeta del simbolismo russo, Andrej Belyj (1880-1934) ballava il foxtrot, a Berlino con il grammofono a tutto volume. Secondo uno dei poeti più importanti del XX secolo, Marina Tsvetaeva, ballava come un satiro.

Ma il locale da ballo più affollato di Mosca era in realtà l’appartamento di Osip e Lilja Brik, un concentrato di arte rivoluzionaria modernista. Nel 1923, gli ospiti ballarono con musica dal vivo eseguita da un pianista.

Tuttavia, tutte le cose belle finiscono presto. Il foxtrot finì in cattive acque dopo le critiche appassionate dei giornali. In un articolo, intitolato “Un nuovo tipo di pornografia”, pubblicato su una popolare rivista sovietica, l’autore descriveva il foxtrot come “la piaga della borghesia europea”, sostenendo che era correlato alla “patologia sessuale” e alle “manifestazioni di istinti animali”.

Il dibattito sul foxtrot si accese. Un altro giornale pubblicò un’intervista a un contadino che aveva visitato Pietrogrado per la prima volta e si era imbattuto in una coppia di giovani che ballavano il foxtrot. “Dopo un simile ballo, a una ragazza non resta che sposare immediatamente quello con cui ha ballato”, sentenziò l’uomo.

Su pressione degli attivisti politici, i cosiddetti “balli eccentrici” (inclusi il tango, il quickstep, il foxtrot e lo shimmy) furono vietati nei luoghi pubblici di Mosca. Nel 1924, la danza era considerata altamente indecente. Tuttavia, il foxtrot tornò di nuovo nelle sale negli anni Trenta.

2 / Tango

Il tango ha fatto molta strada dai bassifondi di Buenos Aires agli eleganti salotti parigini. Verso la metà degli anni Dieci del Novecento, era l’ultima tendenza nei circoli alla moda di Berlino, Londra e New York. Secondo H. G. Wells, autore de “La macchina del tempo”, il 1913 fu “l’anno del tango”. I ministri europei, i capi di Stato, e Papa Pio X, lo condannarono, dichiarando immorale questo ballo, in cui le coppie si stringevano in un abbraccio seducente.

La nuova danza appassionata venne bandita anche nella Russia imperiale. I movimenti e i ritmi sensuali del tango argentino vennero presi di mira in quanto “danza erotica”. Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, il Ministero della Pubblica Istruzione emanò un decreto speciale che vietava qualsiasi menzione di una “danza molto popolare nota come tango” nelle istituzioni educative di tutta la Russia.

E le cose non andarono meglio negli anni Venti e Trenta, dopo la Rivoluzione. Lo stile di danza argentino continuò a essere bandito, bollato come una danza tipica della “cultura borghese decadente”. Ma volere è potere. E i giovani sovietici imparavano come autodidatti i passi del tango e organizzavano incontri segreti di ballo nei loro minuscoli appartamenti.

3 / Maxixe

Secondo i sondaggi d’opinione del 1929, oltre il 70% dei giovani uomini e donne sovietici amava ballare. Circa la metà di loro frequentava le sale da ballo, un terzo si scatenava su piste da ballo locali, mentre il resto prendeva lezioni di ballo. Ma gli individui troppo amanti della danza rischiavano di essere esclusi dal Komsomol, o addirittura di essere arrestati, se proclamati ufficialmente “nemici del popolo”.

Un ballo “capitalista” che cancellava la distanza tra l’uomo e la donna, era la forma brasiliana del tango, nota come maxixe. Fondamentalmente mescolava polka, tango e habanera. Vladimir Majakovskij (1893-1930), autore di “La nuvola in calzoni” e amante di Lilja Brik, ha descritto questa danza energica in una delle sue celebri poesie.

4 / Rock-n-roll

Il leggendario singolo di Bill Haley (1925-1981) “Rock Around the Clock” uscì negli Stati Uniti nell’aprile 1954 e dominò le classifiche l’anno successivo. Gli adolescenti adoravano la natura ribelle di quella musica, spesso eseguita da afroamericani. Il re del rock-n-roll, Elvis Presley (1935-1977) contribuì a catapultare il genere al primo posto nella moda musicale. La sua popolarità si diffuse rapidamente oltre i confini americani, guadagnando particolare slancio in Europa.

In Urss, però, il rock and roll scarseggiava. Negli anni Cinquanta, questa musica straniera, malvista dalle autorità, veniva persino incisa sulle lastre delle radiografie, passate poi segretamente di mano in mano clandestinamente tra gli appassionati.

Il rock-n-roll divenne più o meno ufficialmente riconosciuto solo dopo il Festival mondiale della gioventù e degli studenti del 1957, che attirò ospiti da tutto il mondo. Circa 34 mila partecipanti irrequieti da oltre 130 Paesi arrivarono a Mosca per dare concerti, guardare film, prendere parte a competizioni sportive e, infine, fare nuove amicizie sovietiche.

Il festival, tra le altre cose, puntò i riflettori sul rock-n-roll. Nessuno poteva resistere a quel ritmo, compreso l’ensemble di danza popolare russa di Igor Moiseev, che dimostrò che il rock-n-roll è una musica su cui tutti possono ballare! Il vero spirito del rock-n-roll dette vita a nuove tendenze della moda, con le cosiddette “poodle skirt” per le donne e acconciature insolite per gli uomini.

Il regista russo Valerij Todorovskij ha ricreato l’atmosfera della metà degli anni Cinquanta nel suo film musicale sui fan del rock-n-roll sovietico “Stiljagi”, del 2008. La particolarità del film è che la colonna sonora è composta da grandi hit del rock sovietico e russo, che sono di almeno vent’anni (o a volte anche trenta o quaranta anni) posteriori al periodo narrato, riarrangiate secondo le sonorità dell’epoca.

5 / Twist

Il ballo, che formalmente richiedeva che i partner non si toccassero a vicenda, finì sotto i riflettori nel 1960, subito dopo che il musicista statunitense Chubby Checker (1941-) pubblicò la sua canzone di successo “The Twist”. Piacque a tutti, tra cui alla first lady americana, Jackie Kennedy.

Il destino di questa musica fu invece diverso al di là della Cortina di ferro, dove il twist rimase bandito a lungo. Nikita Khrushchev lo detestava. Il Disgelo da lui voluto rinnovò l’ambiente culturale, ma certe cose erano ancora troppo oltre. Il twist era considerato dannoso e, come sempre, del tutto “estraneo all’ideologia sovietica”. Ballare il twist in Urss sembrava una sorta di tradimento della patria. Nel 1962, Khrushchev tenne una riunione speciale con i funzionari del ministero della Cultura. Durante il discorso, fece a pezzi il twist, paragonando chi lo amava ai membri di una setta.

“Prendete gli uzbeki, i kazaki o qualsiasi popolo [sovietico]: il loro stile di danza popolare è dolce e bello. E questo… ascoltate, è semplicemente indecente! Fare tali movimenti con quelle parti del corpo! Non è affatto decente!… Penso, compagni, che sia necessario continuare a difendere i bei vecchi tempi. Per non soccombere a questa decadenza”, disse Khrushchev.

Tuttavia, la stravaganza del twist non poteva essere fermata in un batter d’occhio. Gli intenditori del twist si riunivano per feste segrete, e anche sulle piste da ballo “legali”, si ballava lo scatenato twist nazionale della canzone di successo de 1963 “Chjornyj kot” (“Gatto nero”), su musica del compositore sovietico Jurij Saulskij (1928-2003).

Nel 1964, dopo che Khrushchev fu rimosso dal potere, il twist si riprese il tempo perduto, e riconquistò in breve le piste da ballo sovietiche sotto Brezhnev.


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