L’hotel degli orrori: così Stalin terrorizzava gli stranieri segregandoli in un albergo di Mosca

Storia
NIKOLAJ SHEVCHENKO
Facevano il check-in ignari di ciò che li aspettava. Ma un po' alla volta, alcuni di loro iniziavano a sparire... I più fortunati, vissero rinchiusi per anni tra le mura di un hotel di lusso, trasformatosi in una prigione senza via d’uscita

L’edificio al civico 10 della centralissima via Tverskaya di Mosca può passare inosservato agli occhi di molti. Eccolo qui: 

Durante le grandi purghe degli anni ‘30, Stalin trasformò questo hotel di lusso in una sinistra trappola per i comunisti provenienti da tutto il mondo, che commettevano l’errore di fare il check-in questo albergo.

Il Luxe

Prima della Rivoluzione russa, il palazzo, costruito nel 1837, apparteneva a un panettiere e imprenditore russo di successo: Dmitrij Phillipov. Nel 1911, il proprietario ampliò la propria attività, ricavando in una parte dell’edificio un albergo che chiamò “Francia”. 

L’albergo appena inaugurato era elegante, impreziosito da grandi specchi nella hall, colonne e rivestimenti in marmo. Inoltre, l'edificio si trovava nelle immediate vicinanze della Piazza Rossa, il cuore della capitale russa. L'hotel puntava ad attirare una clientela di persone ricche e famose.  

Ma i bolscevichi, saliti al potere dopo la Rivoluzione russa del 1917, misero gli occhi su questo albergo di lusso: lo nazionalizzarono, costruirono altri due piani in cima, ampliarono il numero delle camere a 300 e cambiarono il nome in Luxe. Il nuovo hotel Luxe poteva quindi accogliere più di 600 ospiti in una sola volta. 

Dopo la Rivoluzione, nella Russia sovietica arrivarono molti comunisti, che accorrevano per partecipare alle riunioni del Comintern, l'organizzazione internazionale che sosteneva il comunismo mondiale, o per cercare rifugio in URSS, fuggendo dalle repressioni di altri governi.

L'hotel accolse ospiti come il leader politico comunista tedesco Walter Ulbricht, il futuro primo presidente della Repubblica Democratica Tedesca Wilhelm Pieck, l'affermato politico tedesco Herbert Wehner, il nemico politico di Hitler Ernst Thälmann, il futuro sindaco di Berlino Ovest Ernst Reuter e il famoso giornalista tedesco diventato spia sovietica Richard Sorge. Soggiornarono nell’hotel anche il primo premier della Repubblica Popolare Cinese Zhou Enlai e il rivoluzionario vietnamita Ho Chi Minh.

Un luogo sinistro 

Quando negli anni ‘30 iniziò la grande epurazione orchestrata da Stalin, un'ondata di terrore spazzò via l'hotel e i suoi sfortunati ospiti. Per molti, le eleganti sale del palazzo si trasformarono in una trappola mortale. 

Al loro arrivo, gli ospiti consegnavano i propri passaporti alla reception, ricevendo in cambio il pass dell’hotel. Senza questo pass, nessuno poteva entrare o uscire dall’edificio. Ciò significava che diventavano ostaggi della struttura e non potevano fare il check-out senza il permesso tacito delle autorità.

Alcuni ospiti, intrappolati dalla guerra in Europa o da altre circostanze politiche, trascorsero anni chiusi nella struttura, dotata di cimici e piena zeppa di topi!

“Il Luxe era un albergo cospiratorio, sia per i suoi ospiti che per il mondo esterno. Era avvolto dal mistero. Né gli elenchi degli ospiti né quelli dei defunti forniscono informazioni complete su chi vi soggiornò e quando, e su chi vi abitò in generale. I veri nomi degli ospiti di solito non corrispondevano ai dati del passaporto, e i dati del passaporto non corrispondevano ai loro soprannomi”, ha scritto, tempo dopo, Ruth von Mayenburg, ospite dell’hotel, che tra quelle mura trascorse 8 anni! 

Molti degli sfortunati avventori caddero vittima del terrore di Stalin: furono arrestati, torturati e uccisi in Unione Sovietica, o estradati in altri paesi, inclusa la Germania nazista, dove furono inevitabilmente arrestati e uccisi.

Indubbiamente, le condizioni raccapriccianti che gli ospiti dell'hotel stavano vivendo ebbero un peso enorme sull’ambiente della struttura: angoscia, paura e disperazione impregnavano le stanze e i corridoi. Gli ospiti non facevano che chiedersi chi sarebbe stata la prossima vittima della polizia segreta sovietica.

Ma alcuni incidenti da brivido accaddero lì dentro anche senza il coinvolgimento dell’NKVD.  

“Sono cresciuto a Mosca, nel centro del potere e della criminalità statale e non statale, in via Gorkij [oggi Tverskaya], nell'hotel Luxe. Ci ho vissuto dal 1938 al 1946. In quell’albergo giocavamo a partigiani e fascisti tedeschi. Una volta, durante una partita, per sbaglio abbiamo impiccato un bambino. Niente e nessuno riuscì a salvarlo”, ha raccontato un altro residente dell’hotel, Rolf Schälike, che trascorse 8 anni della sua infanzia in quell’albergo che all’epoca sembrava un dormitorio.

In URSS il periodo del grande terrore perse slancio all’inizio degli anni ‘40 e si concluse solo con la morte di Stalin, nel 1953. Nel frattempo la guerra in Europa era finita e i rifugiati politici che ancora occupavano le camere del Luxe fecero ritorno nei loro paesi. 

Negli anni '50 le autorità cambiarono il nome dell'albergo in Centrale. Il Luxe non c'era più, così come i suoi ospiti. Oggi l'edificio in via Tverskaya 10 è in fase di ristrutturazione. Centinaia e migliaia di persone passano ogni giorno di fronte a quell’edificio, ignorando i terribili segreti custoditi tra le mura dell’hotel degli orrori.