L'Armenia si trova nella regione tra il Mar Caspio e il Mar Nero; e qui, fin dall'epoca precristiana, le condizioni di vita non sono mai state facili: nel corso dei secoli, diversi gruppi etnici si sono battuti per la conquista di questo territorio che confina con la Turchia, la Georgia, l'Azerbaigian e l'Iran.
L'Armenia, nata dall'antico stato di Urartu, è uno degli stati più vecchi della regione. Il primo stato indipendente, la Grande Armenia, governata dalla dinastia degli Orontidi, esisteva già nel IV-III secolo a.C. ed è stata sottomessa dall'Impero Romano nel I secolo a.C. Da allora, il territorio armeno è stato diviso e conquistato da vari altri popoli: persiani, arabi, turchi...
L'Armenia ha adottato il cristianesimo come religione ufficiale nel IV secolo d.C. Nel corso della turbolenta storia di questa regione, gli armeni sono emigrati in varie parti del Caucaso e dell'Europa.
Fin dal XVI secolo, le terre armene si sono rivelate il campo di battaglia per gli scontri fra turchi e persiani: nella metà del XVI secolo, l'Armenia orientale è passata sotto l’influenza persiana, mentre l'Armenia occidentale è stata controllata dai turchi, anche se solo per un certo periodo.
"Il battesimo del popolo armeno. Gregorio Illuminatore", di Ivan Ajvazovskij
Feodosia National Gallery I. K. AivazovskyLa Persia ha fatto dell'Armenia uno stato satellite all'interno dei confini persiani, mentre i turchi sono riusciti a conquistare la “loro” parte delle terre armene. Nel XVII secolo, molti armeni che vivevano nella parte “persiana” sono stati trasferiti con la forza nei territori interni alla Persia.
Alla fine del XVIII secolo gli armeni hanno avviato le rivolte di liberazione contro il dominio persiano. E fu in quel momento che entrò in gioco l’Impero russo.
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Nader Shah (1688-1747), uno dei più influenti governanti della Persia, conquistò i territori georgiani di Cartalia (Iberia) e il Regno di Cachezia. Dopo la morte di Nader Shah, questi territori furono uniti nel singolo stato georgiano di Cartalia-Cachezia. Nel 1783, con il trattato di Georgievsk, fu istituito un protettorato dell'Impero russo su Cartalia-Cachezia, che per gli armeni significava la possibilità di unirsi all’Impero russo per difendersi da ulteriori conquiste persiane.
Ancor prima, nel 1701, il famoso politico armeno Israel Ori (1658-1711) si recò a Mosca per chiedere a Pietro il Grande di aiutare le terre armene a conquistare l'indipendenza, ma, sebbene Pietro avesse dato il proprio consenso, Ori non poté portare a termine la sua missione, giacché morì nel 1711 in circostanze misteriose. Ma quando nel 1801 il Regno di Cartalia-Cachezia fu annesso alla Russia in seguito alla decisione di Alessandro I, anche alcuni territori di etnia armena che facevano parte della Cartalia-Cachezia divennero russi.
La Russia aveva bisogno di questa mossa per contrastare la linea politica aggressiva dello Stato persiano che voleva il controllo della regione del Caucaso. Piegati dalle continue invasioni persiane, gli armeni avevano un disperato bisogno di entrare a far parte dell'Impero russo: uno Stato cristiano che non voleva che il popolo armeno cambiasse il proprio credo religioso e le proprie tradizioni. Allo stesso tempo, gli armeni che vivevano nelle zone occidentali della regione, ufficialmente appartenenti all'Impero ottomano, subivano continue vessazioni da parte del governo turco.
La guerra russo-persiana del 1804-1813 scoppiò in seguito all'adesione del Regno di Cartalia-Cachezia alla Russia: la Persia (Iran), infatti, voleva riportare il regno nuovamente nella sua sfera d'influenza. La Russia vinse questa guerra in modo decisivo. Con il trattato di Golestan (1813), il territorio del Daghestan, la Georgia orientale, la maggior parte del territorio dell'attuale Repubblica dell'Azerbaigian e parti dell'Armenia settentrionale furono sottratti allo stato persiano e si unirono all'Impero russo.
Ben presto, però, scoppiò una nuova guerra russo-persiana (1826-1828), che si concluse di nuovo con la vittoria dell'Impero russo. Con il trattato di Turkmenchay tra Iran e Russia, l'Armenia orientale, il Khanato di Erivan e il Khanato di Nakhichevan si unirono alla Russia. Nel 1828, fu creata una provincia armena come parte dell'Impero russo, e, su iniziativa russa, iniziò il trasferimento degli armeni dall'Iran e dall'Impero ottomano verso le loro terre d'origine. Questo momento segnò l'inizio della rinascita culturale dell'Armenia.
La regione dell'Armenia durante l'Impero russo, esistita fino al 1849
Armenica.org (CC BY-SA 3.0)Più tardi, la provincia armena divenne parte di una più grande provincia russa, quella del Caucaso, con centro Tbilisi; questa regione, progettata dalla Russia, comprendeva stati georgiani, armeni, azerbaigiani e altri stati caucasici.
Pur fornendo protezione dai possibili nuovi attacchi iraniani e turchi, la Russia impose lo studio della lingua russa nelle scuole locali, e pose amministratori propri - soprattutto militari - a governare la regione. Ciò non fece che alimentare le proteste del popolo armeno, ora rivolte contro il dominio russo. Una relativa pace nella regione è stata mantenuta fino alla fine del XIX secolo.
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