L’umorismo nero di Stalin: cinque glaciali battute passate alla storia

Arkadij Shajkhet; Fortepan; Grigorij Vajl/Sputnik
Alcune sono vere, altre verosimili, una è sicuramente apocrifa. In ogni caso, tutte rendono bene l’idea del periodo storico e dell’atmosfera di terrore che regnava durante lo stalinismo

L’umorismo cinico è sempre stato un’arma nelle mani dei potenti, e Stalin (1878-1953) non faceva eccezione. Non possiamo dire con certezza se tutte le battute a lui attribuite siano vere. Ma in ogni caso, l’essenza di queste battute, sullo sfondo cupo delle repressioni e delle dure condizioni di vita dell’epoca, spesso dice di più sulla vita nella Russia stalinista di certi libri di storia.

1 / “Proveremo invidia per il compagno Rokossovskij”

Lev Mekhlis, un alto funzionario dell’Armata Rossa, una volta riferì a Stalin che Konstantin Rokossovskij (1896-1968)*, Maresciallo dell’Unione Sovietica e poi Maresciallo di Polonia, era stato visto con una donna molto bella in pubblico, e che questa donna non era sua moglie. “Cosa dobbiamo fare?”, chiese Mekhlis, a quanto pare sperando in una punizione draconiana. “E cosa dobbiamo fare?”, rispose Stalin, ridendo sotto i baffi, “Proveremo invidia per il compagno Rokossovskij.”

* Secondo altre versioni la vicenda aveva invece al centro il generale Ivan Chernjakhovskij (1907-1945)

2 / “Al tuo predecessore mancava la testa”

Ivan Isakov (1894-1967), ammiraglio della flotta dell’Unione Sovietica e viceministro della Marina sovietica, ricevette una chiamata da Stalin nel febbraio 1946. Il segretario generale del partito comunista informò Isakov che sarebbe stato promosso a capo dello Stato maggiore della Marina sovietica.

– Compagno Stalin, devo segnalare che ho un grave difetto, ho perso una gamba in guerra, rispose Isakov.

– È l’unico difetto che hai da segnalare?

– Sì.

– Prima avevamo un capo di Stato maggiore a cui mancava la testa*, e andava bene, svolgeva le sue funzioni. Ti manca una gamba? È un problema trascurabile, concluse Stalin.

* Stalin si doveva riferire all’ammiraglio Vladimir Alafuzov (1901-1966), condannato nel 1948 per spionaggio a 10 anni di prigione, riabilitato nel 1953, 2 mesi dopo la morte di Stalin; oppure a Stepan Kucherov (1902-1973), degradato nel 1946 da Capo di Stato Maggiore della Marina dell’Urss a Comandante della Marina del Caspio

3 / “E quanto costa la Patria?”

Durante la fase di progettazione di una nuova auto sovietica, il primo veicolo passeggeri di produzione in serie, dopo la Seconda guerra mondiale, l’auto inizialmente doveva essere chiamata “Ródina” (“Patria”). Quando il nome venne annunciato per la prima volta a Stalin, lui chiese immediatamente: “Mmm, e quanto costerà la Patria?*”Successivamente, il nome venne cambiato in “Pobéda” (“Vittoria”).

I documenti confermano, tuttavia, che l’auto si è chiamata “Pobeda” sin dall’inizio, e che questo è un mito puro.

*Un sottile riferimento a un traditore che vende il Paese

4 / “Se ci sarà petrolio, ci sarà Bajbakov”

Durante la Seconda guerra mondiale, Stalin dette a Nikolaj Bajbakov (1911-2008), ministro dell’industria petrolifera sovietica, l’incarico di trovare e sviluppare nuovi giacimenti di petrolio, per sopperire alle carenze di combustibili al fronte.

Bajbakov obiettò, sostenendo che con le risorse attualmente limitate, la ricerca di nuovi giacimenti petroliferi era impossibile.

– Se ci sarà petrolio, ci sarà Bajbakov. Se non ci sarà petrolio, non ci sarà nemmeno Bajbakov, tagliò corto Stalin, mettendo fine alla discussione.

Poco dopo, fu sviluppato il giacimento di Romashkino, in Tatarstan, il più grande giacimento petrolifero del bacino Volga-Urali, e furono scoperti grandi giacimenti nel Bashkortostan. Bajbakov visse poi fino a 97 anni.

5 / Addio dacia

Questa battuta viene raccontata con al centro persone diverse, ma l’essenza è la stessa. Stalin scopre che un funzionario di alto profilo ha costruito per sé un’elegante casa di campagna, una dacia. Lo convoca per un incontro personale.

– “Compagno, l’unica cosa per cui ti ho convocato è per trasmetterti la gratitudine della famiglia a cui hai dato in uso la tua meravigliosa dacia”, disse Stalin al funzionario, frastornato. A quanto pare non ci furono obiezioni.


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