Le lunghe file dell’Unione Sovietica: per cosa la gente era disposta a mettersi in coda per ore?

Storia
ELEONORA GOLDMAN
L’assenza di molte merci costringeva i russi a fare lunghissime file per portare a casa qualche affare o prodotti stranieri

1) In coda per il cibo

In epoca sovietica era possibile comprare burro, olio, succo di betulla, conserve, cereali, biscotti, pasta, mele e pomodori praticamente in ogni negozio. Ben più difficile era trovare salsicce, farmaggi, carne fresca o frutta.

Tutti aspiravano ad avere nella cerchia dei propri amici il responsabile di un negozio che potesse entrare in possesso di qualche prodotto sotto banco. 

Il miglior negozio di alimentari di Mosca era l’Eliseevskij, poi ribattezzato “Gastronom №1”, che ancora oggi accoglie i clienti sulla via Tverskaya. Lì sugli scaffali si trovavano sempre cioccolatini, caffè macinato e persino uova di salmone e caviale di storione 

Esisteva un negozio simile anche a Leningrado (oggi San Pietroburgo): il Vostochnyye Sladosti (dolcezze orientali), dove i clienti facevano una lunga fila pur di comprare delizie turche e altre prelibatezze culinarie.

Per far fronte alla carenza di merce, per alcuni periodi le autorità sovietiche introdussero i buoni: ciò significava che, a parte il denaro, era necessario avere un permesso per acquistare determinati prodotti. Ciò accadde nel 1929-1934, quando vennero introdotti i tagliandi per il pane, nel 1941-1947, per determinati prodotti alimentari, e alla fine degli anni '70, quando in alcune regioni (soprattutto negli Urali) venivano richiesti buoni per comprare le salsiccie.

Gente in coda a Saratov, 1989

Il periodo di massima ristrettezza fu prima del crollo dell’Urss: nel 1989 i buoni vennero introdotti ovunque per acquistare zucchero, burro, olio, cereali, alcool, sapone e detersivo in polvere. La vendita di alcolici era limitata a una bottiglia di vodka o di vino a persona.

Gente in coda fuori da un negozio di liquori a Tynda (Estremo Oriente), 1988

2) In coda per i libri

I russi sono sempre stati i lettori più voraci del mondo, anche in epoca sovietica. Ma nelle librerie dell’epoca erano tanti i libri che scarseggiavano, fra cui gli innocui romanzi d'avventura e molte fiabe. I volumi più richiesti erano i classici russi e stranieri, i gialli stranieri e libri sull’arte.

Una libreria a Kuznetskij Most, Mosca, 1981

Nel 1974 l’URSS introdusse speciali coupon in cambio di carta da macero: con 20 chili di vecchi giornali era possibile ottenere un buono che dava diritto a un libro.

Fiera del libro nella regione di Yaroslavl, 1981

3/ In fila per “l’affare”

Capitava spesso che una persona, camminando per strada, decidesse di mettersi in fila nella speranza di poter mettere le mani su merce utile ed eccezionale. 

Un numero di coda sul palmo della mano di qualcuno

“Nella primavera del 1987 a Murmansk arrivò una partita di scarpe da ginnastica importate - ricorda il blogger Konstantin Shcherbin -. Purtroppo io lo seppi solo il giorno dopo. Passai la giornata in coda, davanti a me c’erano quasi 300 persone, ma quando arrivò il mio turno era ormai troppo tardi”.

Alcuni negozi avevano merce più rara di altri, come il GUM in Piazza Rossa, e la gente arrivava dall’altra parte del paese per mettere le mani sui prodotti più introvabili, come le salsicce e le pellicce. Ovviamente mettersi in fila non era garanzia di riuscire ad accaparrare la merce: si poteva stare in attesa per tutta la notte, e andarsene a mani vuote.

4/ In coda per l’arte

Era cosa rara non fare la fila per entrare nei teatri e nei musei di Mosca e Leningrado (oggi San Pietroburgo). La gente considerava il Museo Pushkin “una finestra sul mondo esterno”: solo qui era possibile ammirare l’arte straniera, sia classica che contemporanea, che godeva di grande fama in tutto il mondo. 

"Non potevamo viaggiare all'estero. Non avevamo idea di come fossero il Prado, il Louvre o le gallerie degli Uffizi a Milano", ricorda il direttore del settimanale Ogonyok, Vitalij Korotich. 

Nel 1974 il Museo Pushkin di Belle Arti mise in mostra il più famoso dei dipinti di Leonardo da Vinci, la Gioconda, che arrivò in URSS dal Giappone e vi rimase per due mesi. La gente affrontava code di 7-15 ore, "su panchine improvvisate, con panini, thermos e qualche libro, per vedere la Gioconda anche per 15 miseri secondi”. 

Nel 1980 dal Museo del Prado di Madrid arrivarono alcuni capolavori dell'arte spagnola, tra cui opere di El Greco, Velázquez e Goya: attorno al museo si formò un serpentone di gente che rimase in coda per ore.

5/ In coda per il Mausoleo

La coda più famosa di Mosca è sicuramente quella davanti al Mausoleo di Lenin in Piazza Rossa. Da quando è stato costruito nel 1924 è stato visitato da 120 milioni di persone.

Anno 1961

6/ In fila per un hamburger

Iconica anche l’immagine della gente in coda a Mosca per l’apertura del primo McDonald's di tutta l’Unione Sovietica, il 31 gennaio 1990. Nel giorno dell’inaugurazione arrivarono più di 30.000 persone, molte delle quali si misero in fila già la sera precedente. Alla gente vennero regalati gadget e bandierine con il logo del fast food come ricordo. "La notte prima dell’apertura, mi recai con alcuni amici in Piazza Pushkinskaya: c’erano già tre persone in fila. Finché ragionavamo se metterci in fila oppure no, ne arrivarono altre due. Da allora sono un fan di McDonald's", ricorda il blogger Konstantin Shcherbin.

Le code si sono ridotte solo dopo l'apertura di altri ristoranti McDonald's a Mosca