Le tre grandi paure di Stalin

George Petrusov/Sputnik, Russia Beyond
La propaganda sovietica lo descriveva come un uomo d’acciaio senza punti deboli. In realtà aveva diverse fobie piuttosto accentuate. Ecco quali

Paura di volare 

Stalin aveva paura di volare e, nonostante la sua passione per l’aviazione, preferiva non salire in aereo. Il “Piccolo padre” si spostava così in treno.

La sua paura fu aggravata dalle frequenti catastrofi aeree degli anni Venti e Trenta, nelle quali persero la vita anche importanti figure politiche sovietiche. 

Nel 1925, un gruppo di alti ufficiali sovietici di base nel Caucaso si schiantò vicino a Tiflis (Tbilisi) mentre volava a Sukhumi. Anche Lev Trotskij doveva essere su quel volo, ma all’ultimo momento decise di prendere il treno. Il famoso teorico militare sovietico Vladimir Triandafillov rimase ucciso in un altro incidente aereo nel 1931. Due anni dopo, lo stesso destino toccò uno dei padri dell’aeronautica sovietica, Pjotr Baranov.

Stalin fu scioccato da queste morti e personalmente dette vita a speciali commissioni interne per scoprire perché queste tragedie avvenivano. Di tanto in tanto, arrivò a vietare ai dirigenti di viaggiare in aereo. Coloro che ignoravano il divieto furono severamente rimproverati. 

Tuttavia, ci sono state due volte in cui il leader sovietico ha preso il volo. Nel 1943 partecipò alla Conferenza di Teheran e volò là e tornò indietro da Baku. Stalin si rifiutò di volare su qualsiasi aereo sovietico e arrivò nella capitale iraniana su un American Douglas C-47 Skytrain (appartenente all’aeronautica sovietica) con una scorta di 27 aerei da combattimento. 

Paura di essere avvelenato 

Nonostante ogni pasto di Stalin fosse sottoposto a numerosi test da parte delle sue forze di sicurezza per assicurarsi che non fosse avvelenato, lui era ancora molto spaventato. Durante la Grande Purga alla fine degli anni Trenta la sua paranoia peggiorò.

Durante le feste con i suoi compagni comunisti chiedeva sempre loro di testare il cibo prima di mangiarlo lui stesso. Anche durante le feste con i suoi compagni più stretti e fidati, come Lavrentij Berija e Anastas Mikojan, Stalin chiedeva loro di bere il vino per primi.

Nonostante si ritenga che Stalin sia morto per cause naturali, esistono teorie del complotto su un avvelenamento ordito da qualcuno della sua cerchia ristretta, forse lo stesso Berija. 

Paura di dormire

Stalin aveva paura di morire nel sonno. Ecco perché preferiva lavorare durante la notte. Solo quando era fisicamente e psicologicamente esausto poteva addormentarsi. 

Gli alti papaveri sovietici odiavano il fatto che lavorasse mentre tutti gli altri erano profondamente addormentati, in quanto potevano essere chiamati in qualsiasi momento della notte.

E il fatto che Stalin lavorasse mentre tutti i cittadini sovietici stavano dormendo fu molto utilizzato dalla propaganda.

 

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