Era l’estate del 1771 quando il giornale Sankt-Petersburgskie Vedomosti riportava la notizia che due contadini della regione di Nizhny Novgorod erano scesi in strada con due grandi orsi, con i quali avevano inscenato 22 diversi numeri circensi. I due poveri animali furono costretti imitare una coppia di giudici in tribunale, a vestire i panni di due signore e addirittura di soldati in marcia. I poveri orsi ammaestrati si prestavano a qualsiasi tipo di pagliacciata, e se veniva offerto loro del vino o della birra, afferravano con le zampe il bicchiere e bevevano tutto d’un fiato, ringraziando poi con un inchino.
All’epoca gli spettacoli di strada con gli orsi erano molto popolari.
Il triste spettacolo degli orsi addomesticati
Gli storici russi fanno notare che in epoca medievale il figlio di uno zar poteva tranquillamente giocare con il figlio di un contadino: condividevano infatti gli stessi giochi e le stesse forme di divertimento. Ciò è particolarmente vero soprattutto per quanto riguarda i divertimenti in compagnia degli orsi: gli spettacoli di questi animali erano molto apprezzati sia dai nobili, sia dai contadini.
Nella corte degli zar gli orsi ammaestrati avevno un grande valore, e nei villaggi venivano inscenati periodicamente degli spettacoli organizzati dagli addomesticatori di orsi.
La tradizione dell’ammaestramento degli orsi è nata e si è sviluppata molto prima del XVII secolo.
I cuccioli di un anno venivano catturati e si insegnava loro a imitare i comportamenti umani.
Gli addestratori di orsi viaggiavano di solito in compagnia di un menestrello che aiutava a radunare la gente per gli spettacoli.
Un orso già addestrato all’epoca poteva valere 40 rubli. Per fare un confronto, un giovane montone valeva 8 rubli, mentre un cappello all’epoca poteva essere acquistato per 2 rubli. Insomma, un vero affare per la gente del mestiere.
Gli addestratori di orsi in una stagione potevano arrivare a guadagnare fino a 130 rubli e ricevevano anche cibo e vestiti gratis. Facendo due conti, emerge che in sette mesi si spendevano circa 25 rubli per il cibo dell’orso. Agli addestratori restavano in tasca circa 70-80 rubli, la metà dei quali andava al proprietario dell’orso e l’altra metà veniva divisa con il menestrello. Alla fine l’addestratore si metteva in tasca circa 40 rubli per un duro lavoro della durata di sette mesi. Non una cifra altissima, ma abbastanza consistente per un semplice contadino.
Orsi per cacciare gli spiriti maligni
Vi erano anche dei trucchetti per ottenere dei guadagni maggiori. Uno di questi faceva leva sull’estrema credulità dei russi, convinti che gli orsi avessero poteri soprannaturali. All’epoca infatti si riteneva che questi animali avessero la capacità di cacciare gli spiriti maligni (il domovoy).
Si trattava di soldi facili da fare. Il “sortilegio” era molto semplice: quando un contadino si rivolgeva al proprietario dell’animale con la richiesta di liberare la propria casa dagli spiriti maligni, quest’ultimo architettava un siparietto durante il quale legava di nascosto un filo a un anello appeso al labbro dell’orso. E una volta giunti davanti alla casa del malcapitato, il titolare dell’orso dava un forte strattone al filo. L’animale iniava così a urlare dal dolore, facendo credere di aver individuato lo spirito maligno. Soldi facili, insomma.
Una pratica inaccettabile
Per fortuna c’era anche chi vedeva queste pratiche in maniera più oggettiva: ovvero come semplici torture nei confronti dei poveri animali. Nel 1865 Pyotr Zhukovsky, ex ufficiale dell’esercito, ciambellano presso la corte imperiale, fondò la Società russa per la protezione degli animali. Questa società era formata da 50 persone che riuscirono a vietare le lotte tra galli. Riuscirono inoltre ad aprire un centro per la cura degli animali e, soprattutto, a vietare gli spettacoli di strada con gli orsi.
Il Ministero degli Affari interni riconobbe questa pratica come una tortura. Nel 1867 questa attività venne vietata ufficialmente e considerata reato. Purtroppo questo provvedimento però durò solo un paio di mesi.
Sei anni dopo l’introduzione di questo divieto nacque Ivan Filatov, passato alla storia come uno dei più famosi addestratori di leoni. Filatov viaggiò in lungo e in largo per la Russia esibendosi con leoni addomesticati (non vi era ancora nessuna legge che vietava questa pratica). Suo figlio Valentin ereditò dal padre questa passione e nel 1940 fondò lo spettacolo chiamato “Il circo degli orsi”. Lo Stato sovietico vedeva i circhi come un importante strumento per l’intrattenimento delle folle e incoraggiò questi spettacoli. Filatov e i suoi orsi viaggiarono in lungo e in largo per l’Unione Sovietica e all’estero. Gli orsi stavano vivendo un nuovo incubo. Forse ancor peggiore di quello precedente, visto che adesso erano addirittura costretti ad andare in motocicletta.
Ma ciò che gli spettatori non sapevano, era la sorte che veniva riservata agli animali anziani.
“Nel nostro paese non esiste un sistema che si occupi degli animali anziani che hanno trascorso la propria vita nei circhi e negli zoo. Lo studio cinematografico Mosfilm ha una sorta di rifugio per gli animali. Il problema è che in questi rifugi gli animali finiscono per essere dei vegetali... o tappeti stesi sui pavimenti”, spiega Karen Dallakyan, attivista per i diritti degli animali.
Gli orsi in pensione vengono quindi lasciati alla mercé dei loro ex addestratori, che se sono persone di buon cuore li lasciano vivere fino alla fine dei loro giorni... in caso contrario all’animale è riservata una triste fine.
L’addestratore di animali Pavel Kudrya, artista onorario della Federazione Russa, è invece molto interessato alla sorte che spetta agli animali. Continua infatti a tenere con sé gli animali anziani, garantendo loro cibo e condizioni di vita dignitose.
Anche l’orso Stepan vive in una famiglia che lo cura e gli vuole bene.
Tuttavia il problema degli animali dei circhi anziani in Russia è un grosso problema. Esiste una legge che cerca di contrastare la crudeltà verso queste bestie. Ma a conti fatti, resta ancora molto da fare.
Il 27 giugno 2018 è entrata in vigore una legge che vieta di comprare e vendere animali rari e in via di estinzione. Un piccolo ma importate passo in avanti verso un trattamento più rispettoso e meno crudele di questi animali.
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