Che cosa avrebbe detto Tolstoj di Donald Trump?

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Recentemente sia il premier italiano Giuseppe Conte che il presidente francese Emmanuel Macron hanno citato Dostoevskij in discorsi ufficiali. In effetti, le frasi dei classici della letteratura russa possono essere usate per commentare quasi ogni aspetto dell’attualità politica

Dostoevskij è sul pezzo in questa stagione politica, nonostante sia morto nel 1881. Il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente citato l’autore russo in una conferenza stampa con Vladimir Putin a San Pietroburgo (il 24 maggio scorso), riportando il discorso di Dostoevskij del 1880 in cui disse: “I popoli europei non hanno idea di quanto ci siano cari” e ha espresso la speranza di vedere un futuro in cui russi ed europei coesistano pacificamente.

Una settimana dopo, anche il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha menzionato nel suo discorso davanti al Senato italiano uno scritto di Dostoevskij, aggiungendo che l’Italia cerca “un’apertura” nei confronti della Russia.

I commentatori dicono che questo recente interesse per la superstar della letteratura russa segna un tentativo di spiegare la Russia moderna attraverso l’analisi del suo patrimonio culturale. “La Russia non lascia che l’Occidente se ne dimentichi, così i politici cercano le radici dei cambiamenti politici ed economici nel passato”, ha detto lo scrittore Eduard Topol a Gazeta.ru.

Il patrimonio culturale della letteratura russa è così ricco e duraturo che molte citazioni valgono ancora oggi, e non solo per quanto riguarda la Russia. Basta guardare questi esempi.

L’incontro tra Trump e Kim

Il presidente americano Donald Trump ha fatto la storia incontrando il leader della Corea del Nord Kim Jong-un il 12 giugno 2018 a Singapore e conducendo negoziati, pochi mesi dopo aver minacciato Pyongyang con il suo “fire and fury.”

Tolstoj (1828-1910) avrebbe sicuramente apprezzato l’iniziativa di ricerca di pace tra due leader controversi. “Uccidersi a vicenda come scorpioni in un barattolo non porterebbe altro che all’eliminazione reciproca”, ha scritto.

Ciò non significa che Tolstoj sarebbe stato soddisfatto dei risultati del vertice. “Nessuno sta pensando alla guerra; solo un miliardo viene speso per i preparativi e milioni di uomini sono sotto le armi”, scriveva Tolstoj nel 1893, riguardo alla parata militare russo-francese, ma anche per il vertice Trump-Kim avrebbe potuto dire lo stesso.

Le fake news

Diversi scandali hanno scosso il mondo della politica negli ultimi due anni, iniziando con ondate infinite di accuse da parte della stampa statunitense e finendo con la “resurrezione” del presunto giornalista ucciso Arkadij Babchenko nel maggio 2018. Sembra che nessuno sappia più cosa è vero e di chi ci si possa fidare.

Anton Chekhov (1860–1904), autore di magistrali racconti e drammi ironici, ha trovato le parole per descrivere una situazione del genere. “Sebbene tu possa dire bugie, la gente ti crederà se tu parli con autorità”, era solito dire. Anche la sua altra citazione pessimistica si adatta bene alla questione: “Dicono: ‘A lungo termine trionferà la verità’, ma non è vero.”

Summit Usa-Russia?

Ora è in discussione un secondo possibile incontro tra Vladimir Putin e Trump. Le voci dicono che potrebbe avvenire a luglio 2018.

Mikhail Bulgakov (1891–1940), l’autore de “Il maestro e Margherita”, ha scritto una frase che suona calzare a pennello per il potenziale vertice di Putin-Trump: “Tu ed io parliamo lingue diverse, come sempre, ma questo non cambia le cose di cui stiamo parlando”. A proposito, è Woland (il diavolo) a dirlo, in uno dei romanzi russi più famosi del XX secolo.

Le guerre in corso

Sembra che la violenza sia infinita. Continuano le guerre in Siria e Yemen, e Iran e Israele sono ai ferri corti. Gli scrittori russi, che conoscevano ogni tipo di conflitto, avrebbero saputo cosa dire al riguardo.

Anton Chekhov: “L’umanità ha concepito la storia come una serie di battaglie; finora ha considerato il combattimento come la cosa principale nella vita”.

Lev Tolstoj: “In tutta la storia non c’è guerra che non sia stata creata dai governi, dai soli governi, indipendentemente dagli interessi della gente, per la quale la guerra è sempre pericolosa, anche quando viene vinta”.

Nikolaj Gogol (forse, la citazione più adatta; tratta da “Storia del litigio tra Ivan Ivanovich e Ivan Nikiforovich”): “In che mondo squallido viviamo, signori”.

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