Il tragico destino di quattro bambini prodigio russi

L. Kalinina/Sputnik
Ancor prima di metter piede a scuola stupivano il mondo con la bellezza dei loro disegni o delle loro poesie e con le loro abilità matematiche o musicali, ma non sono riusciti a invecchiare


Nika Turbina

Nika Turbina, nata a Jalta, in Crimea, il 17 dicembre 1974, fu presentata come una seconda Anna Akmatova, una delle più importanti poetesse russe. Ma il destino non fu tenero con lei.

Il percorso letterario di Nika iniziò all’età di 4 anni, quando prese a scrivere e a leggere poesie ai suoi genitori. Non erano i soliti testi che scrivono i bambini, ma roba seria; versi per adulti.

Turbina fu subito notata e seguì per lei una cascata di riconoscimenti e premi. Quando aveva 9 anni, il suo primo libro di poesie, che si intitolava proprio così,“Pervaja kniga stikhov” (“Primo libro di Poesie”), venne pubblicato a Mosca. Tradotto in 12 lingue, vinse il Leone d’oro per la poesia a Venezia nel 1984.

Pochi sapevano che da sempre Nika soffriva di asma bronchiale, il che la portava all’insonnia e alla depressione permanente. Definiva se stessa “un essere della notte”. “Solo di notte mi sento protetta da questo mondo, da questo rumore, da questa folla, da questi problemi”, diceva Nika.

Gli anni passarono e l’ormai adulta Nika divenne meno interessata al suo pubblico rispetto a quando era una ragazzina di grande talento. Cercò di trovare il suo posto nella vita: si sposò e si mise a studiare fotografia. Nulla la aiutò, e negli ultimi anni fu dipendente da droghe e alcol.

L’11 maggio 2002, a 27 anni, cadde da una finestra del quinto piano. Non è mai stato chiarito se si sia trattato di un suicidio o di un tragico incidente.

Nadja Rusheva

I suoi primi disegni, Nadja Rusheva li fece mentre suo padre le leggeva le fiabe (in una sola sera, da ragazzina, realizzò 36 illustrazioni per “La favola dello zar Saltan” di Pushkin). Era nata il 31 gennaio del 1952 a Ulan-Bator, in Mongolia, ma i suoi genitori si erano trasferiti dopo pochi mesi a Mosca (la mamma era una ballerina tuvana). Non prese mai lezioni di disegno, ma la sua tecnica e la sua sensibilità per lo stile impressionavano gli specialisti.

All’età di 12 anni ebbe la sua prima mostra, seguita da 15 mostre personali in diversi Paesi del mondo. Le sue opere erano semplici, ma piene di vita, energia e dinamismo.

Ispirata da “Il maestro e Margarita” di Mikhail Bulgakov, Nadja dette vita a un’intera serie di illustrazioni per questo romanzo. Più tardi, la vedova di Bulgakov, Elena, le definì le migliori che avesse mai visto.

Nadja sognava di diventare una fumettista, ma il suo sogno non si è mai avverato. Morì improvvisamente di un’emorragia cerebrale causata da un difetto congenito delle arterie cerebrali all’età di 17 anni, mentre andava a scuola, il 6 marzo del 1969.

Pavel Konoplev

Pavel Konoplev è stato un bambino prodigio sovietico degli anni Ottanta. All’età di 3 anni eseguiva già complicati calcoli matematici, a 5 anni suonava il pianoforte, e all’età di 8 anni era bravissimo in fisica. Nonostante tutto questo, rimaneva un bambino e continuava persino a scrivere lettere a Ded Moroz (il Babbo Natale russo).

Avendo deciso di dedicare la sua vita alla matematica, Pavel si iscrisse all’Università Statale di Mosca già all’età di 15 anni. Fu tra i primi a sviluppare programmi per i primi computer sovietici.

Ma il successo nella vita professionale fu cancellato da gravi disturbi mentali che lo costrinsero a cercare aiuto medico. Tristemente, trascorse i suoi ultimi giorni in una clinica psichiatrica, e morì lì all’età di 29 anni per una tromboembolia polmonare.

Sasha Putrja

Durante i suoi 11 anni di vita, la giovane artista Sasha Putrja, nata il 2 dicembre 1977 a Poltava, è riuscita a creare oltre 2000 opere. Suo padre era un artista e lei seguì i suoi primi passi. Disegnava persone che incontrava, personaggi di finzione dei libri che leggeva, animali vestiti con abiti umani e realizzò persino un’icona di Maria, madre di Gesù.

Nel 1986, Sasha vide il film indiano del 1982 “Disco Dancer”, uno dei classici di Bollywood, e si innamorò dell’India. Disegnò un ritratto di Indira Gandhi, uomini e donne in abiti indiani, e se stessa come una ragazza indiana. Portava sempre un ritratto di Mithun Chakraborty, l’attore star di quel film, ovunque andasse.

Sfortunatamente, all’età di 5 anni, a Sasha fu diagnosticata la leucemia. Riuscì a vivere e lavorare ancora sei anni prima di morire nel 1989.

Tuttavia, l’eredità di Sasha Putrja non è stata dimenticata. Tra il 1989 e il 2005 si sono tenute 112 esposizioni personali delle sue opere. Il catalogo dei suoi dipinti è stato pubblicato in Austria, e Poltava, in Ucraina, è ora sede della Sasha Putrja Children’s Art Gallery.

Pensate che la vostra infanzia sia stata felice? Allora non conoscete quella dei bambini sovietici

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