La Russia ha pagato milioni di debiti degli zar. Ma non è ancora abbastanza. Perché?

Global Look Press
Cento anni fa il governo sovietico ripudiò tutti i debiti contratti dall’Impero russo e dal successivo Governo provvisorio. In epoca post-sovietica, la Russia ha risolto la questione dei debiti miliardari, ma ciononostante centinaia di migliaia di persone si sentono imbrogliate ed esigono il pagamento di grandi quantità di denaro. Mosca pagherà?

Quando, all’inizio di febbraio del 1918, i bolscevichi dichiararono che non avrebbero riconosciuto i debiti contratti dai Romanov, “la finanza internazionale rimase scioccata e la cosa provocò una condanna unanime da parte dei governi delle grandi potenze”. In totale, ripudiarono debiti per 60 miliardi di rubli imperiali, di cui 16 consistevano in prestiti stranieri. Un rublo d’oro di epoca imperiale equivale, più o meno, a 16 euro. Il conto è dunque impressionante 

La decisione di Lenin fu il simbolo di una rottura con la Russia imperiale e, nella pratica, significò anche una diminuzione delle spese per sostenere il debito, che sarebbe stato un onere per il nuovo governo di fronte allo scoppio di una guerra civile. In un anno e mezzo, Lenin dichiarò che Mosca avrebbe potuto considerare la restituzione del debito a condizione che i Paesi dell’Intesa avessero cessato di appoggiare le forze anti-bolsceviche e messo fine all’intervento militare diretto in Russia. 

Entrambe le cose, sostegno e intervento, cessarono. Ma non perché i grandi poteri accettarono le richieste di Lenin. I bolscevichi, semplicemente, ebbero la meglio nella Guerra civile e la questione dei debiti nei confronti dei maggiori creditori (Francia e Gran Bretagna) restò sospesa per i decenni successivi. 

Francia

Tra il 1880 e il 1917, i cittadini francesi acquistarono un totale di 30 milioni in obbligazioni russe. I loro proprietari attuali sono convinti che, ora, il loro valore sia cresciuto fino a raggiungere i 30 miliardi di euro. Convinzione che, però, non è condivisa né da Parigi né da Mosca. E la Francia non ha mai sollevato la questione del debito russo dei tempi dell’Impero.

Forse, come hanno fatto notare alcuni media, ciò è dovuto al fatto che nel periodo successivo alla Rivoluzione russa, Parigi confiscò una serie di beni che appartenevano al governo imperiale. Si accaparrò anche l’oro russo, proveniente da Berlino, per una somma pari a 120 milioni di rubli d’oro imperial*. Berlino lo aveva ricevuto da Lenin nel 1918: Mosca, a quel tempo, stava ottemperando alle condizioni contenute nel Trattato di Brest-Litovsk, firmato con la Germania. Quell’oro non tornò mai in Russia. Entrata in possesso di questi fondi, Parigi non rimborsò mai i detentori delle obbligazioni russe.

Lo fece, però, il governo russo, anche se non era tenuto a farlo. Si trattò di un gesto di buona volontà fatto per ottenere l’ingresso del Paese nel Club di Parigi.

Nella metà degli anni Novanta, Mosca firmò un accordo con la Francia proprio sulla questione del debito dei Romanov. Si impegnò a pagare a Parigi 330 milioni di euro entro il 2000. Riuscì a ridurre di due volte e mezzo a somma iniziale e a far sì che fosse il governo francese ad assumersi il compito di pagare I detentori francesi dei bond imperiali.

Da quel momento Mosca ha più volte ripetuto che la questione fosse ormai chiusa e che non ci fosse più terreno per discutere di ulteriori pagamenti. Eppure, circa 400mila francesi esigono i loro miliardi di euro dalla Russia senza alcuna possibilità di riceverli. 

Gran Bretagna

Solo nel corso della Prima Guerra Mondiale la Russia ottenne prestiti da parte del Regno Unito per un totale di 5,5 miliardi di rubli d’oro. In totale, i debiti erano perfino più grandi. Come garanzia per la restituzione del prestito, Pietrogrado inviò a Londra un quantitativo di oro pari a 600 milioni di rubli. Tuttavia, pur tenendosi l’oro, con la decisione di Lenin, Londra perse di più di quanto ottenne in termini di metallo prezioso.

Eppure, nonostante questa perdita, Mosca riuscì comunque, nel 1986, a strappare un azzeramento dei pagamenti: Gorbachev e la Thatcher scelsero di ignorare le reciproche richieste di pagamento. I fondi russi custoditi nelle banche britanniche dai tempi della Rivoluzione furono usati per una compensazione che comprendeva il 10 per cento del valore nominale delle obbligazioni della Russia imperiale.

Svezia

Anche Stoccolma era uno dei creditori della Russia. Poco prima della Rivoluzione la Svezia aveva fornito un prestito di 30 milioni di corone (circa dieci milioni di rubli d’oro). Come garanzia per il prestito, la Russia inviò a Stoccolma una quantità di oro pari a circa cinque milioni di rubli.

All’inizio degli anni Trenta, la Svezia restituì circa un terzo della somma. Dopodiché, la questione venne considerata chiusa da entrambe le parti.

 

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