Comunisti su Marte: l’Urss alla conquista del Pianeta rosso

Russia Beyond (Foto: NASA)
Nel 1971, per la prima volta nella storia dell’umanità, il lander della sonda interplanetaria sovietica “Mars 3”, effettuò un atterraggio morbido sul suolo marziano

Dopo il volo di Jurij Gagarin e lo sbarco sulla Luna, la corsa spaziale continuava ad accelerare il suo ritmo. Urss e Usa sviluppavano nuovi progetti di esplorazione non solo del satellite della Terra, ma anche di altri pianeti del sistema solare. Il programma sovietico incentrato su Marte divenne possibile in gran parte grazie ai successi conseguiti in precedenza sulla Luna. Nel caso di Marte però, i problemi da affrontare erano molto più complessi. 

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Tre tentativi 

Il primo tentativo di raggiungere Marte fu intrapreso nel 1962, appena un anno dopo il volo di Gagarin. 

Il compito della prima missione (sonda automatica “Mars 1”) era quello di trasmettere sulla Terra una serie di dati, sorvolando Marte ad una distanza di circa 11.000 km. I sovietici ci riuscirono. Per la prima volta al mondo. Tuttavia, il contatto con la stazione fu perso.

Schema di Mars 3, la sonda interplanetaria automatica sovietica, lanciata il 28 maggio 1971 nell’ambito del Programma Mars, con destinazione Marte, che raggiunse il 27 novembre 1971

Con la stazione “Mars 2” si sperava di poter ottenere dei risultati più significativi, ma anche questa volta il successo fu soltanto parziale: il lander della sonda, che doveva atterrare su Marte, si schiantò sulla superficie marziana, sbagliando l’angolo di entrata. 

La terza sonda, “Mars 3” doveva collocarsi nell’orbita di Marte, diventando un suo satellite, mentre il modulo di discesa doveva trasmettere i dati dalla superficie del pianeta. 

Il compito principale del modulo era quello di studiare la superficie del pianeta rosso, la sua atmosfera e i campi magnetici planetario e interplanetario; inoltre doveva fungere da ripetitore verso terra dei segnali inviati dal rover.  Mars 3 inviò a terra una gran quantità di dati

“Mars 3” fu lanciata il 28 maggio 1971. A differenza delle prime due sonde, la nuova stazione non volò direttamente verso Marte, ma prima sorvolò la Luna per mettersi sulla traiettoria interplanetaria e soltanto dopo ciò si diresse verso il Pianeta rosso. Grazie all’accelerazione conferita alla sonda dal campo gravitazionale della Luna, il volo fu molto più veloce. La sonda raggiunse Marte in soli 6 mesi.

L’atterraggio

Già l’8 novembre “Mars 3” raggiunse l’orbita di Marte. In quel momento, tuttavia, l’atterraggio era impossibile: la sonda si avvicinò al pianeta nel momento in cui su Marte era scoppiata una fortissima tempesta di polvere che non consentiva di svolgere esperimenti. Ciò nonostante, il Centro di controllo della missione decise di procedere secondo il piano.

Dopo la correzione della traiettoria, dalla sonda si staccò il modulo di discesa (lander). Il suo volo verso Marte durò 4,5 ore.

“Ancora oggi non riesco a restar impassibile, quando ci penso”, commentò in seguito lo scienziato Mikhail Marov (1933-2023), che prese parte alla missione. 

È che all’epoca nessuno poteva essere certo di non aver sbagliato i calcoli. La superficie di Marte era ancora poco studiata (e quella era stata la causa dello schianto del lander della missione precedente), e la situazione era aggravata dalla tempesta di polvere. 

La prima storica immagine a colori dettagliata di Marte

“Vedevamo che la situazione era normale, non c’erano né scostamenti dai parametri, né anomalie di funzionamento, ma soprattutto, nel momento prestabilito, abbiamo ricevuto un segnale televisivo: linee di scansione che potevamo vedere soltanto dopo l’atterraggio del modulo e il dispiegamento delle antenne. Noi tutti siamo stati sopraffatti da una gioia incredibile”, ricordava Marov.

Ma, neanche 20 secondi dopo, il segnale scomparve.

Il segnale da Marte

La sonda “Mars 3” poté trasmettere sulla Terra soltanto le prime 79 linee dell’immagine a scansione lenta. Sullo schermo c’erano soltanto delle linee caotiche di colore bianco, nero e grigio, tanto che nessuno capì che cosa stesse riprendendo la camera della sonda.

Modello del Mars 3 al Museo Statale di storia della Cosmonautica K.E. Tsiolkovskij di Kaluga

Si supponeva che la comparsa del segnale potesse essere conseguenza di una sbagliata velocità di atterraggio, di uno sbalzo di tensione nelle antenne del trasmettitore o di un danno subito dalle batterie. Comunque, la causa effettiva non fu mai accertata. 

Anche il modulo orbitante di “Mars 3” ebbe dei problemi. Dopo la separazione del lander, la parte della sonda che doveva diventare satellite di Marte, finì a una quota più bassa di quella prestabilita, per cui la sua traiettoria fu modificata dalla forza di gravità del pianeta e quindi non si sa che fine abbia fatto. Anche in questo caso non si riuscì a stabilire la causa dell’incidente. 

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole (la Terra è il terzo); è visibile a occhio nudo, e ha un raggio di 3.389,5 km, contro i 6.371 km della Terra

Intanto però il modulo orbitante continuava a trasmettere sulla Terra sempre nuovi dati relativi alla composizione dell’atmosfera marziana, al campo magnetico del pianeta e al plasma causato dalla ionizzazione delle polveri.

La missione Marte, grazie alla quale gli scienziati ottennero moltissimi dati di grande importanza, fu ufficialmente chiusa nell’agosto del 1972.

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