In quali paesi vengono prodotte le armi russe?

Sukhoi Su-30 MKI

Sukhoi Su-30 MKI

g4sp (CC BY-SA 2.0)
La Russia produce tutti i tipi di armi, dai coltelli ai sottomarini nucleari. Ma non tutti sanno che molti arsenali si trovano fuori dai confini del paese

Per decenni la Russia non solo ha venduto armi all’estero, ma ha anche creato strutture militari in tutto il mondo dove produrre armamenti hi-tech per i suoi clienti. In alcuni casi, poi, la Federazione vende licenze con tutta la documentazione tecnica necessaria per rendere i propri partner capaci di produrre da soli le armi russe. 

India

A metà degli anni '60, l'India è diventata il principale cliente di armi della Russia. Secondo il SIPRI, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, da allora un terzo delle esportazioni militari di Mosca (pari a 65 miliardi di dollari) è finito a Nuova Delhi.

Su-30MKI

“Oltre alle consegne di armamenti pronti per l'uso, Mosca vende licenze con la documentazione tecnica completa per avviare una produzione su larga scala nel paese - spiega Ivan Konovalov, direttore dello sviluppo della Fondazione per la promozione delle tecnologie del XXI secolo -. Non succede sempre, eppure tali accordi diventano spesso parte di accordi multimiliardari sulle armi”.

Secondo Konovalov, una di queste licenze è stata venduta alla società indiana “Hindustan Aeronautics Limited” (HAL), che dal 2000 ha prodotto più di 200 caccia pesanti Su-30MKI; e per essere precisi, l'azienda non si è limitata ad assemblare i jet utilizzando parti precedentemente ottenute dalla Russia: ha avviato una produzione su larga scala di caccia Su-30MKI. Grazie a questo accordo, la Russia è diventata un fornitore di alluminio aeronautico e titanio per la produzione di aerei. 

Come fa notare Konovalov, l'India è ancora oggi il maggior cliente di armi russe. “Il paese punta a creare strutture dove produrre armi o pezzi di ricambio per le attrezzature militari che comprano da noi - aggiunge Konovalov -. Per esempio, lungo la costa indiana ci sono una serie di fabbriche che producono pezzi di ricambio per navi e sottomarini venduti da Mosca all'India nel corso degli anni”.

Nel prossimo futuro, la Kalashnikov Concern aprirà un impianto in India, dove produrrà il fucile AK-203 per l'esercito locale. Si tratta di un altro contratto multimilionario tra i paesi, poiché l'India è obbligata a produrre non meno di 670.000 fucili d'assalto AK-203 del valore di 960 dollari l'uno.       

Cina

Russia e Cina hanno relazioni militari di lunga durata; ma non sono sempre state facili. Nel corso degli anni, Mosca ha venduto numerose licenze per la produzione di armi in Cina. 

“Durante il periodo sovietico, abbiamo aperto una produzione su licenza dell'AK-47 in Cina. I nostri partner hanno apportato una serie di modifiche al fucile, che è stato soprannominato ‘Type-56’. Ma la produzione degli AK famosi in tutto il mondo si è trasformata in copie di scarsa qualità con numerosi malfunzionamenti. Mosca non ha gradito e non ha prolungato la licenza con i cinesi. Tuttavia, ancora oggi, si possono trovare sul mercato delle armi copie cinesi dell'AK-47, prodotte illegalmente in Cina”, dice Konovalov.    

Negli anni ‘90, la Russia ha creato anche un impianto militare in Cina per produrre i jet da combattimento Su-27. 

“Ma nel corso degli anni l'accordo con la Cina è stato interrotto e la fabbrica che doveva creare 200 jet per l'esercito locale ne ha prodotti solo 100", spiega l'esperto.

I cinesi hanno poi comprato la licenza per produrre il carro armato BMP-3 di fabbricazione russa e hanno creato una propria versione basata sul modello ZBD-04A. 

Nel 2005, la Cina ha ordinato e acquistato, come parte della produzione su licenza, otto cannoni d'artiglieria AK-176 da 76 mm per navi, ma le consegne sono ancora in corso. Come indicato dal SIPRI, questo sistema in Cina ha ottenuto la denominazione “H / PJ-26” e viene installato o sulle navi “Type-071” (Yuzhao).

Secondo un contratto siglato nel 2011, la Russia ha inoltre avviato una produzione di motori a turbogetto per il caccia da trasporto J-15.

“Tutte le fabbriche create all'estero appartengono al paese in cui si trovano. Ciononostante, la Russia ha un certo peso sulle armi prodotte in queste fabbriche e che vengono poi vendute a terzi: può rompere giuridicamente gli accordi nel caso in cui ritenga che questi armamenti possano finire nelle mani dei terroristi. Altrimenti, il paese produttore è libero di fare quello che vuole e di vendere le armi a chi vuole”, afferma Konovalov. 

Emirati Arabi Uniti 

All'inizio del 2010, il produttore di armi russo Lobaev Arms è stato invitato a creare una produzione di fucili di precisione su larga scala negli Emirati Arabi Uniti. 

Il contratto multimilionario tra l'azienda privata di armi e la nazione della penisola araba includeva la creazione di 200 fucili di precisione per le unità locali SpecOps e la vendita di una licenza d'armi per l'ulteriore produzione dei fucili di precisione modificati per la regione della penisola araba.  

“Oggi l'azienda si chiama ‘Tavazun’. All'inizio, era specializzata in fucili da cecchino in grado di colpire obiettivi a 600 e 1.800 metri di distanza. Con il passare degli anni, i proprietari hanno invitato gli ingegneri europei della SIG Sauer per produrre anche fucili d'assalto”, dice Yurij Sinichkin, capo ingegnere della società Lobaev Arms. 

Secondo Sinichkin, la “Tavazun” oggi produce versioni modificate dei fucili di precisione russi DVL-10 creati per interventi urbani. L'arma si chiama “CSR-308” e si differenzia da quella russa per una maggiore resistenza alla sabbia: in parole povere, non è così sensibile alla polvere come i fucili di precisione europei.   

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