I giovani talenti russi della Fisica ci raccontano com’è essere uomini e donne di scienza oggi

Natalia Arefieva/ Ufficio stampa di MIPT
I vincitori del Torneo internazionale dei Fisici riflettono sulla loro scelta del campo di studio, su com’è l’istruzione in Russia, sulle differenze di genere nel settore, e su come sia possibile fare una migliore opera di divulgazione scientifica

L’Istituto di fisica e tecnologia di Mosca (“Московский физико-технический институт”; “Moskovskij fiziko-tekhnicheskij institut”, abbreviato in “МФТИ”, e all’estero noto anche con il nome inglese “The Moscow Institute of Physics and Technology”, in sigla “MIPT”) è una delle principali università tecniche russe, i cui laureati sono specialisti di prim’ordine in ingegneria e scienze naturali. Squadre e singoli studenti del MIPT hanno costantemente ottenuto premi in concorsi internazionali negli ultimi dieci anni. E l’ultimo torneo internazionale di fisica del settembre 2020 non ha fatto eccezione, con il team multinazionale del MIPT che è salito sul gradino più alto del podio. Siamo andati a parlare con i russi Elena Zvorygina, Artjom Sukhov, Ivan Polonik e German Karnup, e con Ivan Kalesnikau, che viene della Bielorussia, e Dmytro Spinov originario dell’Ucraina.

Cosa vi motiva a continuare a occuparvi di scienza?

Elena: Vincere il Premio Nobel un bel giorno! Scherzi a parte, ho trovato ciò che amo davvero e quindi voglio dare il massimo. Mi sveglio ogni mattina con il pensiero che c’è ancora così tanto in questo mondo che non sappiamo… E se posso contribuire anche solo con una parte minuscola al futuro dell’umanità, allora devo farlo. Scienza significa ore e ore spese per trovare soluzioni che andranno a vantaggio dell’umanità.

Elena Zvorygina

La divulgazione della scienza è importante per molti scienziati. Cosa pensate sia necessario fare per rendere la scienza più popolare tra i giovani (e non solo)?

Artjom: Non mi interessa solo rendere popolare la scienza, ma anche la qualità con cui questa opera di divulgazione viene fatta. In realtà, penso che la scienza stia diventando sempre più popolare ogni anno. La ragione principale di ciò sono i video in stile “SciencePop”. Personalmente mi piace molto [il canale YouTube] “Mamix?”, dato che ha un approccio interessante ai video. Vorrei solo che ci fosse un po’ più di scientificità in essi. Inoltre, sono estremamente contento della quantità delle competizioni scientifiche che ci sono oggi. Quello che vorrei che accadesse è il riconoscimento delle Olimpiadi a squadre con allievi delle scuole e non solo con studenti universitari.

Elena: Come posso non preoccuparmi di rendere popolare la scienza, quando ci sono così tante persone là fuori che non hanno nemmeno mai aperto un libro? Esistono molti stereotipi sulla scienza: che la studiano solo i pazzi, che si viene pagati poco, che si fanno cose strane, che la scienza in Russia è in cattive condizioni, ecc.

Per fortuna questi stereotipi stanno iniziando a scomparire lentamente. Prima di tutto, la situazione non è così negativa, perché ci sono borse di ricerca, alcune aziende investono nella scienza e c’è la cooperazione internazionale. Certo, ci sono alcune branche della scienza che, per un motivo o per l’altro, sono davvero deboli in alcuni Paesi, e questo vale anche per la Russia. Quindi dobbiamo continuare a lottare contro gli stereotipi e far sapere alla gente che la scienza è il fondamento del progresso.

Purtroppo, al giorno d’oggi va di moda urlare che i vaccini uccidono, le nuove tecnologie di connessione ti trasformeranno in uno zombi grazie ai microchip, e sembra che solo le star siano titolate a dirti come vivere e cosa ti riserva il futuro. La cosa divertente è che di solito queste persone dimenticano che il loro amato iPhone è una creazione scientifica. Quindi dobbiamo concentrarci sull’istruzione, perché al momento puoi contare sulle dita di una mano le scuole in cui gli insegnanti sono “enciclopedie viventi” e sono pronti a rispondere a un milione di domande, a partire dai tanti “perché?”. Abbiamo poi bisogno di un accesso aperto ai musei, in modo che le persone possano vedere come funzionano le cose e cosa fanno effettivamente gli scienziati. E i giovani specialisti hanno bisogno di sentirsi necessari, non come ora. Abbiamo sì vari tipi di sovvenzioni, ma alcune persone che non hanno mai fatto scienza decidono in modo non trasparente quale scienza sia più importante e dove si debba investire di più. Ma non appena il governo russo inizierà a spendere tanti soldi per la scienza quanto per la Difesa, tutto andrà molto bene.

Artjom Sukhov

Cosa trovate di positivo e di negativo nell’attuale sistema educativo in Russia?

Artjom: Un problema è che pochi soldi sono assegnati alla divulgazione della scienza. Sono anche triste per il fatto che il campo in cui voglio lavorare, la modellazione 3D solida per il cinema, esista solo all’estero, presso aziende come la Disney. Ciò significa che dovrò lasciare la Russia per trovare un lavoro.

Ivan P: Non amo particolarmente l’istruzione in Russia. Ho due fratelli minori che studiano nella stessa scuola in cui sono andato io. Il programma sta cambiando e sta diventando molto più semplice. Detto questo, ho visto un programma di fisica straniero e rispetto a quello sembra che stiamo comunque andando alla grande.

Elena: In generale, se consideriamo alcune scuole ordinarie, i programmi tendono a diventare più semplici, proprio come diceva Ivan. Ma se lo studente vuole, può trovare una scuola decente con ottimi insegnanti senza pagare nulla. Se parliamo di università, c’è l’MIPT e ci sono molti altri atenei rispettabili. Offrono a tutti l’opportunità di realizzarsi praticamente in qualsiasi campo della scienza.

Parliamo della vostra prestazione vincente al torneo dei fisici. Innanzitutto, potreste prima spendere un paio di parole sul torneo?

Ivan P: È un evento in qualche modo simile a un’olimpiade, ma ancora abbastanza distinto. Ci sono problemi sa risolvere per i tornei regionali (ad esempio russo o ucraino), ma gli stessi problemi vengono risolti nel torneo internazionale, le finali mondiali. I problemi scelti per il torneo vengono resi noti circa un anno prima delle finali mondiali. Si tratta di problemi di ricerca che non hanno una sola risposta corretta.

Il torneo consiste in una serie di “battaglie” e nella “resa dei conti finale”. Nella battaglia di selezione, ci sono tre squadre partecipanti con ruoli diversi: il presentatore (reporter), l’avversario e il revisore. Il team di segnalazione presenta la sua soluzione e il compito dell’avversario è di evidenziarne i vantaggi e gli svantaggi. Il revisore valuta i talk tenuti dalle altre due squadre. La prestazione di tutti è valutata dalla giuria. Le squadre più forti arrivano in finale dove presentano i loro problemi migliori.

Ivan Polonik

Quali problemi avete risolto e quali sono state le cose con cui avete lottato?

Artjom: Nel secondo incontro, siamo stati sfidati nel problema dei bicchieri risonanti. Originariamente era destinato alle finali. Era il problema più grande e più elaborato in termini di materiale che avevamo. Purtroppo, 10 minuti non sono bastati alla giuria per cogliere appieno il punto della nostra presentazione e non abbiamo ottenuto troppi punti, quindi abbiamo evitato quel problema in finale.

Ivan P: In finale, abbiamo parlato del problema cumulativo del cannone, con cui abbiamo vinto il torneo di tutta la Russia. Il nucleo del rapporto è rimasto esattamente lo stesso, ma abbiamo aggiunto molte nuove diapositive alla presentazione. Non era il problema più vantaggioso da affrontare in termini di fisica sottostante, ma era il più spettacolare da guardare e abbiamo ottenuto un punteggio molto alto.

Potete entrare nel dettaglio di come il coronavirus ha influenzato la preparazione e il torneo stesso?

Dmytro: Il torneo internazionale doveva inizialmente svolgersi in primavera a Varsavia, ma è stato annullato un mese prima dell’evento a causa del Covid-19. Questo ci ha dato più tempo per prepararci affinando ulteriormente le soluzioni e lavorando sul nostro inglese. Un’altra cosa è che, poiché l’Università era chiusa, non abbiamo potuto eseguire esperimenti in laboratorio. Bisogna poi capire che prendere parte a un torneo a distanza è molto diverso dal partecipare di persona: i problemi sono già abbastanza difficili di per sé, ma ora ci sono anche ulteriori problemi di connessione e comunicazione.

Dmytro Spinov

Elena, come ci si sente ad essere una giovane donna nel campo della scienza? Hai problemi a causa del genere o questo ti semplifica le cose?

Elena: Quando ero in seconda superiore, non ho passato l’ammissione al collegio della Statale di Mosca e un amico mi ha detto “non prendono belle ragazze lì”. Più tardi, all’università, ho visto un annuncio sul torneo dei fisici. Ho deciso di fare un tentativo e uno dei miei compagni di studio mi ha visto la prima volta che sono andata a una riunione e mi ha detto: “Perché sei venuta qui? Non sai niente”. Questo mi ha fatto molto male, ma alla fine ho preso parte a quel torneo e da allora partecipo sempre.

Ho ottenuto un punteggio basso nel mio primo torneo perché ero troppo aggressiva. Il coach mi si è avvicinato e mi ha detto che non dovevo essere così, perché se una ragazza è aggressiva in qualsiasi ambito, questo le causa più problemi rispetto ai suoi coetanei maschi.

Per quanto riguarda i convegni scientifici, sento spesso dirmi cose come “Che bello, una ragazza così giovane che fa cose così serie”, oppure “Wow ragazza, il tuo supervisore della ricerca deve essere un tipo fortunato”. Penso che dovrebbe esserci uguaglianza ovunque, perché ci sono parecchie scienziate.

Quali sono gli aspetti positivi dell’essere una donna che si occupa di scienza?

Elena: Durante gli anni della laurea breve, mi sembrava che i miei professori maschi fossero molto più “teneri” con me. Certo, se facevo degli errori mi davano un brutto voto, ma, nel complesso, sembravano più attenti alle espressioni che usavano nel rivolgersi a me, e non mi sgridavano tanto come facevano con i maschi. Il mio coordinatore scientifico oggi mi tratta come tratta i ragazzi.

Inoltre, ricordo a una conferenza di aver commesso un errore nel mio  report. Le persone che stavano ascoltando la mia presentazione se ne sono accorte, ma sono rimaste in silenzio per non turbarmi. Sei mesi dopo, ho scoperto questo errore e mi sono sentita molto triste.

Cosa ne pensi, è bene o male che donne in una scienza così difficile come la fisica siano trattate “con più gentilezza” degli uomini? O uguaglianza vorrebbe che siano “sgridati” tutti allo stesso modo?

Elena: È un male. Penso che dovrebbe esserci uguaglianza nella scienza. Altrimenti ti senti a disagio, pensi che gli altri ritengano che tu sia una idiota e se hai un dubbio, inizi a pensare che sia meglio trovare le risposte da sola, perché hai paura di fare la figura della stupida a chiedere. La compassione nei tuoi confronti ti demotiva; inizi a chiederti se ha senso fare uno sforzo reale, se non vieni sgridato per aver commesso errori, o se qualcuno finisce per rifare il tuo lavoro al tuo psoto. Ogni persona sceglie quello che fa (in un mondo ideale, ovviamente) e la scienza muove il progresso, quindi non dovrebbe esserci “tenerezza per le ragazze” nella scienza. O fai cose importanti e non piagnucoli, oppure sai dov’è la porta e te ne vai.

Questa non è seria, ed è l’ultima domanda. Quanto trovi simile ciò che fai al modo in cui i fisici sono ritratti nella sitcom “The Big Bang Theory”?

Elena: Conosco molti veri fisici, quindi posso dire che molti di loro sono appassionati di quello che fanno. Per quanto riguarda quel programma tv, guardi i personaggi principali e capisci che non sono veri fisici. Il motivo per cui non sono particolarmente credibili è la qualità comica di tutti i personaggi. Detto questo, la sitcom è piena zeppa di battute che hanno a che fare con la fisica e la scienza, e questo in realtà ha una certa somiglianza con il modo in cui scherziamo noi!


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