Ecco le prime foto del segretissimo drone da combattimento russo “Okhotnik”

Scienza & tech
NIKOLAJ LITOVKIN
Si tratta di un modello “tuttala”, invisibile ai radar e con un enorme arsenale volante. Sarà una piattaforma per lo sviluppo dei caccia di sesta generazione: quelli senza pilota e con un’intelligenza artificiale in grado di prendere tutte le decisioni in battaglia

Le prime foto del nuovissimo drone da combattimento russo “Okhotnik-B”, scattate nel poligono vicino a Novosibirsk dove viene testato, sono apparse in rete a inizio febbraio.

Come si può vedere negli scatti, la macchina è del tipo “ala volante” (o “tuttala”). Questo permette di nascondere meglio il drone ai mezzi di difesa aerea del nemico e allo stesso tempo di posizionare più armi sul velivolo stesso.

Lo sviluppo dell’Okhotnik (il nome in russo significa “cacciatore”) avanza in regime di “segretezza totale” pressi la Kb Sukhogo, la compagnia che ha dato vita anche al primo caccia multiruolo di 5ª generazione stealth: il Sukhoi Su-57. Ecco le novità che siamo riusciti a sapere grazie alle recenti rivelazioni e anche grazie a una fonte riservata di Russia Beyond nell’industria militare. 

Intanto, l’Okhotnik pesa sulle 20 tonnellate e in volo può quasi raggiungere la velocità del suono (la sua velocità massima è di 1.000 chilometri l’ora). 

Ha una grande autonomia, grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, parte della sua tecnologia e del suo armamento sono in comune con il caccia di quinta generazione Su-57.

“Nell’arsenale dell’Okhotnik rientrano missili aria-terra e un intero complesso di bombe (da quelle a caduta libera a quelle teleguidate) che non saranno appese alle ali ma nascoste all’interno del corpo del velivolo per diminuire le possibilità dei radar nemici di individuarlo”, ha detto a Russia Beyond il professore dell’Accademia di scienze militari Vadim Kozjulin. 

Tra gli ordigni potrebbero esserci anche la OFZAB-500, una bomba incendiaria da aviazione a frammentazione ad alto potenziale esplosivo e la potentissima ODAB-500PMB, entrambe utilizzate in Siria.

“Non è solo uno dei primi droni da bombardamento della Russia, ma una vera e propria piattaforma per lo sviluppo e la sperimentazione delle tecnologie necessarie per i caccia del futuro, quelli di sesta generazione”, dice Kozjulin. Voglio sottolineare che i requisiti di questi velivoli non sono ancora del tutto sviluppati, ma la cosa principale di loro è già nota: la completa robotizzazione dei sistemi”. 

La robotizzazione, nella visione delle Forze armate russe, significa l’assenza del pilota e la capacità di prendere autonomamente decisioni in battaglia dalla A alla Z. “Il drone sta già eseguendo un ciclo completo di operazioni di combattimento, ad eccezione dell’uso autonomo di armi in battaglia. Questa funzione spetta all’operatore umano dell’Okhotnik”, ha aggiunto l’esperto.

Secondo lui, il velivolo è in materiali compositi con un rivestimento radio riflettente con tecnologia stealth.

 

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