Mostrati a Mosca i primi droni da combattimento: un aeroplano e un elicottero

Vitalij V. Kuzmin
Velivoli senza piloti, di fresca fabbricazione e dal peso di 200 chili, in grado di trasportare bombe teleguidate e non, e di accompagnare le forze di terra

Durante le prime prove della parata militare per il Giorno della Vittoria del 9 maggio, il 27 aprile a Mosca, l’esercito ha esibito i suoi primi droni da combattimento “Korsar” (“Corsaro”), che sono in grado di trasportare bombe e missili, oltre che di compiere operazioni di ricognizione.

Piccoli grandi velivoli
Il “Korsar” è progettato in due varianti.
La prima consiste in un aereo di 200 chili, con un’apertura alare di sei metri e realizzato in diversi materiali. È studiato per portare avanti missioni di ricognizione, consegnare carichi, bombardare obiettivi di terra con armi guidate e non guidate e per sviluppare azioni di protezione in ambito di guerra elettronica.
Come mostra l’immagine della parata militare, questo drone può utilizzare i missili di attacco “Terminator 2”, l’arma devastante di cui si è munita l’unità di supporto alla battaglia da poco creata in Russia.
La seconda variante consiste in un drone da combattimento in forma di elicottero che ha le stesse armi e funzioni della prima.

“[Questa seconda] può essere impiegata in varie situazioni e sarà in grado di atterrare ovunque (perfino su navi nel mezzo del mare in burrasca). Il drone-elicottero è pensato per circostanze di conflitto più turbolente rispetto all’aereo, che può invece essere un’arma per attacchi veloci e semplici”, spiega a Russia Beyond Viktor Murakhovskj, il direttore del giornale specializzato “Arsenal Otechestva” (“L’Arsenale della Patria”).

Secondo lui, questi sono i primi droni in grado di trasportare bombe, sia teleguidate che non teleguidate. Tutti i modelli precedenti, finora, erano stati progettati solo per operazioni di ricognizione.
Il “Korsar” è invece disegnato per distruggere i veicoli armati leggeri dei nemici, i loro punti di osservazione e la fanteria, a una distanza di oltre 200 chilometri dal suo operatore.

“All’aspetto questa nuova creazione sembra uguale al drone di riconoscimento americano RQ-7° Shadow 200. Ma per questo modello russo gli ingegneri sono riusciti ad aumentare le sue caratteristiche tattiche”, ha aggiunto l’esperto. Il nuovo mezzo può stare in volo ben 12 ore ed eliminare obiettivi a distanze di 200 chilometri.
Perché sono speciali
“In tutte le parate militari per il Giorno della Vittoria degli ultimi anni vengono esibite le nuove armi a disposizione dell’Armata russa. Nel 2015 è toccato ai carri armati T-14 ‘Armata’ di nuova generazione e ai sistemi di artiglieria Coalition. Quest’anno mostreranno anche le unità di supporto in battaglia Terminator-2, appena arrivate, insieme a droni in grado di trasportare bombe», ha spiegato a Russia Beyond Dmitrij Safonov, un analista militare.
Secondo lui, questi droni rappresentano un importante ampliamento delle capacità militari dell’esercito russo, dal momento che i velivoli senza pilota sono la tendenza principale nel mondo dell’ingegneria militare e lo saranno anche nei prossimi anni. Tantissimi apparecchi di questo tipo hanno già fatto la loro comparsa in altri eserciti in giro per il mondo.

«Sono stati adoperati ampiamente nelle operazioni militari della Nato e degli Usa in Afghanistan. Allo stesso tempo, sono anche stati oggetto di pesanti critiche a causa dell’alto numero di uccisioni di civili provocate da queste macchine, sia a causa della cattiva qualità delle informazioni passate dall’intelligence, sia perché gli operatori colpivano obiettivi civili dal momento che non erano in grado, dai loro schermi, di distinguere i terroristi dalle persone normali. Ora vediamo se l’esercito russo si è armato di droni migliori», ha spiegato l’esperto.
Gli specialisti sono convinti che questi nuovi apparecchi saranno testati in battaglia nella campagna di Siria nei prossimi mesi, visto che il conflitto ha cominciato a crescere di nuovo di intensità.

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