Gli ingegneri russi hanno iniziato a lavorare alle nuove versioni del “Terminator-2”, il carro armato da supporto in battaglia.
Questi veicoli hanno suscitato scalpore e rappresentano alcuni dei più avanzati sistemi d’arma dell’esercito russo degli ultimi anni.
Sono stati creati come unità di supporto dei carri armati per combattimenti urbani ravvicinati. E si sono già dimostrati un ottimo strumento durante le battaglie con i terroristi dell’Isis in Siria.
Ogni “Terminator-2” porta fino a quattro lanciamissili Ataka 9M120, due cannoni automatici 2A42 da 30 mm, due lanciagranate AG-17D e una mitragliatrice PKTM coassiale da 7,62 mm: un kit piuttosto ricco per un veicolo da combattimento corazzato creato per fiancheggiare i carri T-14 Armata.
La nuova versione della macchina da battaglia non è dotata di un numero di armi pari a quella precedente, il “Terminator-1”, e può solo colpire un bersaglio anziché tre, dopo aver perso i suoi lanciatori automatici AGS-17, ma è più economica.
Ciononostante, gli ingegneri hanno iniziato a sperimentare nuove versioni del carro armato e ad integrare alcune tecnologie inaspettate in queste unità di supporto alla battaglia.
Terminator-3
Gli ingegneri di “Uralvagonzavod”, i creatori dei famigerati Terminator russi, sperimentano l’integrazione di tecnologie senza equipaggio in queste unità.
“Al momento, il ministero della Difesa ha ordinato un gruppo di “Terminator” con cinque uomini di equipaggio necessari per controllarlo e far funzionare tutte le armi e ogni altro sistema della macchina. Ma i costruttori hanno anche versioni da tre uomini, in cui un certo numero di funzioni sono gestite da computer, che consentono persino di trasformare un Terminator-2 in un robot telecomandato sul campo di battaglia”, ha dichiarato a Russia Beyond Dmitrij Safonov, ex analista militare del quotidiano Izvestija.
Secondo lui, il controllo remoto permette a un equipaggio di trincerare il veicolo nel terreno, diminuire la sua visibilità per le forze nemiche e trasformarlo in un’arma apocalittica con i suoi devastanti cannoni da 30 mm e i missili Ataka, mentre l’equipaggio se ne sta seduto in un avamposto, controllando a distanza l’azione di ogni arma da fuoco.
Gli ingegneri considerano addirittura di rendere i ‘Terminator’ completamente robotici, ma questo è l’obiettivo del prossimo decennio in quanto non vi è alcuna necessità urgente in tali sistemi su un campo di battaglia. “I sistemi completamente robotici non sono solo una grande questione tecnologica, ma anche giuridica. Queste cose verranno elaborate nei prossimi anni”, ha aggiunto Safonov.
Gli ingegneri lavorano anche all’integrazione di ulteriori sistemi di difesa aerea in altri modelli, poiché per ora i “Terminator” rimangono vulnerabili per gli elicotteri da battaglia in grado di sparare missili da distanze fino a 5 chilometri.
“Tutte queste modifiche e i nuovi modelli saranno presentati al pubblico nel prossimo decennio. Per ora, saremo in grado di vedere cosa c’è di nuovo e come è cambiato il “Terminator” durante l’imminente salone dell’esposizione militare “Army-2018” alla periferia di Mosca”, dal 21 al 26 agosto, ha osservato l’esperto.
I tre armamenti nuovi di zecca che hanno debuttato sulla Piazza Rossa nella Parata della Vittoria del 9 maggio scorso