Un diciassettenne russo ha inventato una app per far comunicare i sordociechi

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Il sistema deve ancora essere migliorato, ma sembra funzionare egregiamente. Il giovanissimo programmatore ha investito nel progetto la sua borsa di studio statale e spera di poter avere sostegno finanziario anche dai privati

Artur Shaykhatarov è un ragazzo di 17 anni di Ufà (città 1.350 chilometri a est di Mosca, capitale del Bashkortostan), appassionato di programmazione fin dalla prima adolescenza. Ma il progetto che lo ha reso famoso non è legato all’information technology.

La sua nuova applicazione aiuta tutte le persone con difficoltà visive o uditive a comunicare con il codice morse. I messaggi sono inviati battendo leggermente sugli schermi dello smartphone, vengono tradotti in codice morse e poi ricevuti da un’altra persona sordocieca attraverso le vibrazione di uno smartwatch.
Pochi anni fa, Artur ha conosciuto Alena, una ragazza sordocieca dall’età di sei anni. La sua storia lo ha spinto ad aiutare le persone come lei.
“Comunica con i suoi genitori in un modo molto speciale: appoggia la mano sulle loro laringi e sente le vibrazioni della voce, trasformandole in un discorso”, spiega Artur. “Anche i suoi genitori hanno imparato a capirla. Ma ciò che sogna è comunicare con i suoi amici usando la rete”.

L’ispirazione è venuta dal film Interstellar
Come racconta Artur, l’idea gli è venuta guardando il film “Interstellar” di Christopher Nolan. Nel film c’è una scena nella quale alcune informazioni importanti vengono trasmesse alla Terra da un buco nero usando il codice Morse. “Dopo averlo visto, mi è venuta l’idea di creare una app per le persone sorde”, ha detto.
Con il suo progetto, che si chiama “LifeFeel”, Artur ha vinto una gara locale della Accademia delle Scienze del Bashkortostan, ma la svolta è arrivata quando è risultato tra i 10 vincitori di una borsa statale di 500mila rubli (7.180 euro). I beneficiari hanno l’obbligo di impiegare il denaro per i loro progetti nel corso di due anni.

Il lavoro di Artur è stato riconosciuto da una certificazione del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali russo. Arrivato a Mosca da Ufa per ricevere l’onorificenza, Artur ha avuto anche un importante incontro con un gruppo di persone con difficoltà visive e uditive. La riunione era stata organizzata da Connection, una fondazione russa a supporto dei sordociechi patrocinata da importanti figure del governo e del mondo degli affari.

Un passo avanti per la comunicazione
“A questo incontro sono venute persone sordocieche da tutte le parti del Paese e ho imparato molto in quanto a comunicazione, da ognuno di loro”, ha detto a Russia Beyond. “Ho anche messo alla prova il prototipo della mia app e sono stato abbastanza contento dei risultati. La riunione mi ha aiutato a raccogliere nuovi importanti dati per sviluppare il mio progetto”.
“La maggior parte dei sordociechi russi usano l’alfabeto manuale, ma i suoi svantaggi sono ovvi: può essere eseguito solo di persona, ci sono pochi interpreti e la trasmissione dell’informazione richiede un sacco di tempo. Una parola impiega più di un minuto per essere comunicata. Ma non costa nulla e non ha bisogno di nessuno strumento”.
Esiste un display in Braille, di produzione tedesca, che può trasmettere informazioni a lunga distanza, spiega Artur. Ma è ingombrante, funziona solo vicino a un computer e costa dai 2.700 dollari agli 8 mila. Cifra che, come è evidente, è al di sopra delle possibilità della maggior parte delle persone sordocieche in Russia.
Il sistema sviluppato da lui, invece, costa considerevolmente di meno. Consiste di uno smartwatch e uno smartphone. Per essere usato, un sordocieco dovrà prima imparare il codice Morse, ma l’input potrà essere inviato in ogni lingua: il sistema non richiede nessun interprete. Cosa più importante di tutti, una parola viene trasmessa in solo 40 secondi.
“Ho sentito che nell’Unione Sovietica avevano cercato di sviluppare un metodo per trasmettere informazioni tra persone sordocieche usando vibrazioni e codici Morse”, spiega. “Ma la tecnologia non era abbastanza avanzata per realizzare il progetto”.

Un software libero
“Il mio piano è di utilizzare la borsa di studio per migliorare la mia invenzione. Pagherò sviluppatori e programmatori professionali per i test e la ricerca. Ho bisogno di alcuni macchinari e della possibilità di organizzare incontri frequenti con persone sordocieche”.
Artur ha già ricevuto molte offerte di studio e di lavoro in Russia, negli Stati Uniti e in Europa. Al momento sta vagliando le diverse opzioni. In ogni caso, non ha intenzione di trarre profitto dalla sua invenzione. “Vorrei che questo fosse un atto di solidarietà, e che il software e gli smartwatch venissero dati del tutto gratis alle persone che ne hanno bisogno. Il mio obiettivo principale è di aiutarli a trovare lavoro, e perciò la mia idea è di sviluppare delle collaborazioni con le aziende che li vorranno assumere”, ha spiegato.
Come racconta l’insegnante di informatica di Artur, Chulpan Nafikova, sono due anni che il giovane conduce esperimenti con il codice Morse. “Ha creato un programma non grande, ma molto complicato per un ragazzo della sua età, che riesce a trasformare e tradurre in codice Morse le informazioni. Perciò, subito dopo, ha sviluppato questa idea di creare la nuova app”.

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