Gorky con il suo cane Topka, Capri (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
Maksim Gorky a Capri. Poi a Sorrento. E a Sant'Agnello con il figlio Maksim, in Costiera Sorrentina, a due passi da Villa Solito, dove alloggiava, oppure fotografato da un angolo del Duomo di Amalfi. Immagini scattate assieme ai parenti, agli amici. In posa con le nipotine Marfa (che ha curato per anni la Casa-Museo nazionale Gorky a Mosca, in cui Gorky ha vissuto durante il periodo sovietico, a due passi da casa Pushkin) e Daria, con la moglie oppure con il suo cane Topka, a tavola insieme agli esuli che lo raggiungevano per pensare, decostruire la Russia zarista con il pensiero alla Rivoluzione. Tracce di vita privata nel suo esilio italiano diviso in due atti, 15 anni di legame intenso, immerso tra bellezze naturali e spirituali di due tra i posti più belli della Campania, che l'aveva adottato quando era costretto alla fuga dall'Urss.
Gorky con le nipoti Marfa e Daria, Sorrento 1932 (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
All'Associazione Gorky di Napoli è aperta al pubblico sino al 15 dicembre la mostra “Un extraterrestre dal Volga”, una raccolta di scatti fotografici che arrivano direttamente dal Museo di Nizhny Novgorod, la città natale di Gorky, con cui l'associazione ha stretto un accordo di collaborazione in vista del 2018, per il 150esimo anniversario dalla nascita dello scrittore russo. Previste sia a Capri, sia a Sorrento che a Napoli mostre, eventi, pubblicazioni, dibattiti su Gorky.
Gorky nel suo studio a Villa Solito, Sorrento, 1298 (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
“Sono istantanee di vita privata, opera di fotografi amatoriali e professionisti. A Gorky piaceva farsi immortalare con la sua famiglia, con i suoi ospiti, di cui amava circondarsi soprattutto a tavola, tra Capri e Sorrento. L'Italia è stata territorio fertile per l'ispirazione di Gorky, secondo tanti critici russi una buona parte degli scritti di Gorky sono nati nel nostro Paese, con racconti della Russia zarista, prima della Rivoluzione e post zarista che sono stati ispirati dalle bellezze di cui Gorky si circondava in Italia. E tanti personaggi noti andavano a fargli visita” spiega Antonio Marino, che organizza l'attività dell'Associazione Maksim Gorky di Napoli assieme al fratello Ivan.
Gorky a Sorrento con una famiglia del posto. (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
Per esempio nel 1913 Gorky ospitava il regista russo Konstantin Stanislavskji. Lo portò a teatro per il Pulcinella del regista e commediografo napoletano Eduardo Scarpetta. “E lo stesso scrittore russo, in una lettera poi scritta a un amico regista del Teatro d'Arte di Mosca, confessava di aver pianto durante la rappresentazione teatrale perché Scarpetta era riuscito a mettere in scena la capacità dell'uomo di ridere della sua fame, della sua miseria, sui napoletani che con il sorriso sulle labbra facevano di tutto per un pezzo di pane”, racconta Marino.
Gorky a Capri, 1913. (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
Qualche tempo prima, Gorky era arrivato a Napoli a bordo di un piroscafo dagli Stati Uniti. E in una lettera inviata alla moglie rimasta a Nizhny Novgorod, mentre in Italia era con la sua compagna, Gorky raccontava degli italiani, dei napoletani conosciuti sull'imbarcazione che facevano ritorno dalla California, sottolineando quanto fossero simili ai russi. Poco più di 15 anni dopo a Sorrento Gorky riceveva nella sua villa di Sorrento Giorgio Amendola prima della sua missione a Milano per il Pci clandestino.
Gorky con la famiglia di suo figlio a Sorrento, 1928. (Credit: Associazione Gorky di Napoli / Nicola Sellitti)
“Due personaggi forti a confronto, nell'ambito di una discussione lo stesso Amendola richiamava Benedetto Croce con il saggio “La storia dell'Europa” con critica molto diretta alla cultura dell'Urss, mentre Gorky parlava di grandi passi culturali nell'Urss, milioni di analfabeti che si sono eruditi grazie agli scritti degli autori russi”.
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