Il Cremlino si prepara alle presidenziali

Il Presidente russo Vladimir Putin alle urne per le elezioni parlamentari, Mosca, settembre 2016.

Il Presidente russo Vladimir Putin alle urne per le elezioni parlamentari, Mosca, settembre 2016.

: Reuters
Manca solo un anno alle elezioni e la chiamata alle urne potrebbe tradursi come un semplice referendum sulla fiducia a Putin. Secondo gli esperti, il principale obbiettivo sarà quello di ottenere un’elevata percentuale di affluenza. Desta perplessità il caso Navalnyj

Manca solo un anno alle elezioni presidenziali russe e la campagna presidenziale, che non è ancora stata annunciata ufficialmente, è già in marcia. Per il momento, a dire il vero, sembra fondarsi su un unico postulato, e cioè che l’obiettivo su cui si deve puntare è la vittoria di Vladimir Putin. E oltretutto, come sostengono fonti delle élite regionali,  una vittoria ottenuta con un’elevata percentuale di affluenza e un massiccio risultato superiore al 70% dei consensi.

E questa è la situazione odierna ancora in assenza di una strategia e di un’agenda coerente con delle tesi programmatiche: il Cremlino discute, tecnologi politici si consultano di continuo con l’amministrazione presidenziale, nelle regioni vengono epurati i governatori, l’élite è in fermento e dai gabinetti del Cremlino giungono solo fughe di notizie.

Tuttavia, malgrado ciò, già si delinenao con chiarezza i piani del Cremlino riguardo alle elezioni presideziali.

Un referendum sulla fiducia

Sulla sua partecipazione alla corsa elettorale il Presidente non si è ancora pronunciato, ma i funzionari federali, come  riferisce il quotidiano Rbc, evincono proprio da questi segnali che Putin si candiderà alle elezioni e che questo sarà il suo ultimo mandato. La situazione oggi è tale che nessun politico accreditato è pronto a sfidare Putin e che l’andamento delle elezioni, anche in presenza di altri candidati, sarà scontato, dichiara a Rbth Sergej Markov, direttore dell’Istituto di ricerche politiche, vicino al Cremlino.

“Il partito di opposizione più forte nel Paese è il Partito comunista (Kprf) che critica aspramente la strategia socio-economica putiniana, ma che di fatto sostiene la sua rielezione per un nuovo mandato, poiché vede in lui il baluardo e il simbolo della statualità russa contemporanea” osserva Markov, precisando che i “super-pensionati” della politica russa come Vladimir Zhirinovskij, Gennadij Zjuganov (entrambi settantenni) o il 64enne Grigorij Javlinskij non possono certo rappresentare una reale concorrenza.

“Nessuno può esserlo, Putin non ha nessun competitor”, concorda con lui Mikhail Remizov, presidente dell’Istituto indipendente di strategia nazionale. È assai probabile che i cittadini ritrovino la stessa rosa di candidati di 20 anni fa, con poche differenze. “Così ci aspettano delle elezioni simili a un referendum sulla fiducia a Putin”, ritiene l’esperto.

Solo un grande risultato

Il compito chiave del Cremlino (e il suo principale problema) è quello di ottenere un’elevata percentuale di affluenza degli elettori. La sua importanza è determinante così come appare determinante per il potere che si insedierà in futuro la questione della sua legittimità. “Dal 2018 verranno avviate nel Paese riforme economiche dolorose che colpiranno un’enorme fetta della popolazione. Perché possano essere attuate occorre che nessuno dubiti della legittimità del Presidente e che le cifre parlino da sole”, sostiene Igor Bunin, direttore genrale del Centro di tecnologie politiche, intervistato da Rbth.

Perdipiù Putin vorrebbe lasciare il mandato al vertice della sua popolarità, e dato il suo uptrend, le elezioni dovrebbero essere un test popolare su tutta la sua attività presidenziale. Ma aumentare il livello di affluenza non è facile: persino coloro che sostengono Putin e sono convinti della sua vittoria non si sentono sufficientemente motivati per uscire di casa e andare a votare. “Che senso ha, se tanto comunque vincerà? Se la caverà anche senza di me’. È questa la logica”, spiega Remizov.

Così delle decisioni vanno ancora prese, anche se non a causa di imprevisti candidati, che come è stato già ribadito, non creerebbero comunque nessuna suspence.

Cambio di poltrone tra i governatori

Le nuove nomine sono attualmente il segnale più evidente dell’attività pre-elettorale del Cremlino. In febbraio nell’arco di una settimana e mezzo si sono dimessi cinque governatori e questo trend non si è ancora concluso.

Vengono eliminati principalmente i funzionari verso i quali la popolazione ha accumulato molte denunce e al loro posto vengono nominati non ex guardie del corpo del Presidente o uomini degli apparati di sicurezza più vicini a lui, ma giovani manager efficienti. In generale altrettanto devoti e fedeli come gli uomini degli apparati, ma senza un evidente capitale politico e senza le loro ambizioni.

Dietro tutto ciò c’è un nuovo curatore della politica interna, il vice capo dell’amministrazione presidenziale Sergej Kirienko, anch’egli nominato, come rileva Remizov, con un compito ben definito, la cui sostanza è quella di ridurre la conflittualità generale: della popolazione verso i governatori e dell’opinione pubblica liberale verso il potere.

Il caso Navalnyj

Quanto all’opinione pubblica liberale, il Cremlino ha già inaugurato dietro le quinte la sua campagna elettorale offrendole delle concessioni. Nell’arco di un mese ha annullato contemporaneamente le sentenze di tre processi che avevano sucitato grande clamore. Tra essi quello contro le donne, condannate per aver postato dei video sui social network e degli sms in Georgia e contro l’oppositore che aveva organizzato ripetutamente azioni di protesta non autorizzate e per questo era detenuto in prigione.

A detta di Markov, questa fase di “disgelo”, come è stata definita dai media, dovrebbe far allentare la tensione nelle città di oltre un milione di abitanti dove questi processi vengono seguiti con attenzione.

Nel nuovo trend non rientra per il momento il processo contro Aleksej Navalnyj la cui revisione non ha dato nessun esito e il politico, come in precedenza, in base alle leggi russe non può candidarsi alle elezioni. A tale riguardo, come viene confermato a Rbth da fonti dei circoli vicini al Cremlino, ai massimi vertici non è stata ancora presa nessuna decisione. Alcuni sarebbero favorevoli ad ammettere alle elezioni Navalnyj, che del resto non ha nessuna chance di ottenere veri consensi e che con la sua presenza rafforzerebbe la loro legittimità. Altri sono convinti invece che un personaggio come lui screditerebbe le elezioni presidenziali russe.

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