Il leader dell’opposizione russa Aleksej Navalnij.
Aleksej Kudenko/RIA NovostiIl tribunale di Kirov ha condannato Aleksej Navalnij a cinque anni di reclusione: l’esponente dell’opposizione è accusato di appropriazione indebita. Navalnij aveva da poco annunciato la sua decisione di candidarsi alle presidenziali del 2018 ma, così come prevede la legge, ora non potrà correre per il Cremlino.
Si tratta della seconda sentenza a suo carico: il precedente verdetto per il caso Kirovles era stato pronunciato nel luglio 2013, e anche allora il blogger era stato condannato a cinque anni.
Successivamente, il periodo di reclusione era stato ridotto e nel 2016 la Corte Europea per i diritti dell’uomo aveva definite “illegittimo” il processo. Infine, il 16 novembre 2016 la Corte suprema della Russia ha ripreso in mano il caso.
Il nuovo processo
Il nuovo processo non differisce molto da quello vecchio: stessa corte, stessi pubblici ministeri, stesse argomentazioni avanzate dalle parti. Secondo il procuratore, nel 2009 Navalnij (all’epoca dei fatti assistente del governatore della regione) e Ofitserov avrebbero acquistato a prezzi volutamente inferiori delle partite di legname dalla compagnia statale Kirovles, rivendendoli poi a prezzo di mercato.
Secondo la difesa, Navalnij e Ofitserov avrebbero agito legalmente e non sussisterebbero gli estremi del reato.
In più di un’occasione Navalnij ha ripetuto che si tratterebbe di un caso politico: secondo lui si starebbe facendo di tutto per fermare la sua candidatura alle presidenziali del prossimo anno.
La reazione di Navalnij
In una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, Navalnij ha affermato che dietro a questo caso ci sarebbe lo zampino delle autorità russe. “Ti avvertiamo ancora una volta, gentilmente, che è meglio se lasci stare la vita politica. Grazie, ma non sarà così”, ha detto il blogger, annunciando al contrario che la sua “battaglia” proseguirà ugualmente.
Il portavoce del Presidente, Dmitrij Peskov, ha commentato che il Cremlino non sta dando particolare peso al caso Kirovles e che è ancora presto per parlare della campagna presidenziale. “Sono in corso le procedure legali”, si è limitato a dire Peskov.
I commenti
Nonostante la corsa alle presidenziali per Navalnij sia di fatto chiusa (a meno che non si vada in appello), il suo entourage sostiene che tutto dipenderà non da ciò che prevede la legge, ma dalla volontà delle autorità. Sulla sua pagina Facebook l’aiutante di Navalnij, Leonid Volkov, elenca i possibili escamotage giuridici che potrebbero stravolgere la situazione: la Corte Europea per i diritti dell’uomo potrebbe contestare il verdetto e si potrebbe passare a una nuova sentenza, oppure il tribunale costituzionale o la Duma di stato potrebbero apportare delle modifiche alla legge, permettendo all’oppositore di candidarsi alle elezioni.
“Credo che la decisione in merito al destino di Navalnij non sia ancora definitiva”, ha commentato ai microfoni di Kommersant FM l’osservatore politico Stanislav Kucher. Secondo lui, la partecipazione di Navalnij alle elezioni potrebbe essere molto vantaggiosa per il potere poiché, essendo lui un forte candidato dell’opposizione, potrebbe dare maggior peso e legittimità alla possibile vittoria dell’attuale Presidente russo Vladimir Putin.
Non bisogna però sottovalutare il fatto che la corsa di Navalnij alle presidenziali potrebbe rappresentare un serio rischio per il Cremlino, fa notare il politologo Aleksej Makarkin, vice direttore del Centro per le tecnologie politiche. “Se partecipasse alle elezioni – ha detto Makarkin a Rbth -, otterrebbe grande visibilità, interventi sulle reti televisive e in questo modo la sua popolarità crescerebbe ulteriormente”. Secondo Makarkin, sarebbe molto difficile che Navalnij possa sconfiggere Putin, ma la sua partecipazione alle presidenziali gli darebbe ancora più visibilità. Proprio ciò che le autorità non vogliono.
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