Aleksej Navalnyj.
: AP“Aleksej Navalnyj: è ora di scegliere”. Con questo slogan, presentato sul sito della sua campagna elettorale, il leader dell’opposizione russa Aleksej Navalnyj ha annunciato che si candiderà alle elezioni presidenziali del 2018.
“La Russia deve diventare un Paese ricco, libero e forte. Abbiamo tutto ciò che ci serve per esserlo: persone di talento, risorse naturali. Mi candido alle elezioni con un programma che mira a trasformare la Russia in un Paese equo e moderno”, si legge nella presentazione del programma. “Abbiamo bisogno di un confronto onesto e non della solita finzione da show televisivo”.
Navalnyj ha riacquistato il diritto di voto solo di recente dopo che a novembre la Corte suprema della Federazione Russa aveva inviato al riesame gli atti del caso “Kirovles”. Proprio il processo per frode ai danni della società “Kirovles” aveva impedito all’attivista dell’opposizione di partecipare alle elezioni. Come aveva spiegato in precedenza a Rbth Valerij Vanin, giurista esperto di diritto internazionale, nonché membro della Camera dell’avvocatura, ora per Navalnyj, fino all’emissione della nuova sentenza, vale la presunzione d’innocenza, e ciò significa che la sospensione condizionale per frode è annullata.
Il politico ha già cominciato a scegliere gli strumenti della sua campagna elettorale. L’amico e collega di Navalnyj, Leonid Volkov, a capo del suo staff, ha illustrato i primi esiti: “Un’ora fa abbiamo diffuso un video appello e nell’arco di un’ora sono arrivate 130 donazioni per una somma complessiva superiore a 200mila rubli” (circa tremila euro, ndr).Navalnyj è anche il primo dei potenziali candidati alla corsa per la presidenza russa ad aver presentato il proprio programma elettorale. Le sue parole d’ordine sono: sconfiggere la corruzione, livellare gli oligarchi ai cittadini comuni, far adottare il prelievo fiscale unico, limitare i poteri delle forze dei servizi di sicurezza, attuare una riforma della giustizia penale, introdurre il regime dei visti con i Paesi dell’Asia Centrale e “sospendere le operazioni militari in Siria e Ucraina” (il governo russo ha sempre smentito l’intervento di contingenti russi nel territorio ucraino, ndr).
Il Cremlino ha già espresso il suo giudizio sull’annuncio di Navalnyj. “No comment” ha dichiarato Dmitrij Peskov, portavoce del Presidente della Federazione Russa, alla domanda sulle reazioni del Cremlino in merito alla decisione di Navalnyj di candidarsi.
Un frame del video dove Navalnyj annuncia la lotta contro la corruzione. Fonte: youtube.com
Non è la prima volta che Navalnyj si candida in una competizione elettorale. Nel 2013 aveva partecipato alle elezioni a sindaco di Mosca, ottenendo circa il 27% dei voti, mentre Sergej Sobyanin aveva vinto con un consenso del 51%.
In seguito Navalnyj aveva lanciato una compagna anti-corruzione contro i funzionari pubblici del Paese. Il filmato che sintetizzava l’inchiesta svolta dalla sua Fondazione per la lotta alla corruzione sulla famiglia del procuratore generale Yurij Chajka era stato visto da sei milioni di russi.
“Navalnyj rilancerà attraverso il format delle elezioni presidenziali l’immagine del clown triste per promuovere l’affluenza alle urne”, ha scritto sull’argomento il noto blogger Rustem Adagamov.
Tuttavia, tra i sostenitori di Navalnyj non tutti credono alle sue possibilità di successo. “Lekha, anche se sei riuscito a strappare al Cremlino i diritti elettorali, non è affatto sicuro che tu riesca a raccogliere due milioni di firme”, scrive @MihailKitaycev.A detta di Pavel Salin, direttore del Centro di Studi politologici dell’Università di Scienza della finanza presso il governo della Federazione Russa, tutto dipenderà da quanto deciderà il potere sulla formula da adottare per l’intera campagna delle presidenziali. Decisione che non è stata finora presa.
Attualmente si parla di una formula che dovrebbe prevedere il coinvolgimento dell’opposizione non organizzata in quanto i candidati dell’opposizione parlamentare (ossia dei tre partiti rappresentati in parlamento) sono assimilati dagli elettori al potere e creano la sensazione di una mancanza di alternativa, sostiene Salin nell’intervista a Rbth. Oppure se si opterà per la decisione di condurre una campagna elettorale tradizionale, ci sarà un candidato del governo, più uno dell’opposizione parlamentare e altre figure assolutamente di facciata scelte per vivacizzare la competizione elettorale.
“Ma in ogni caso, anche se la candidatura di Navalnyj venisse accettata e la macchina amministrativa si mostrasse gentile nei suoi confronti, dubito che avrebbe delle chance di vincere - ritiene Salin -. Del resto, lo stesso Navalnyj non si prefigge neppure questo obiettivo. Il suo obiettivo è quello di passare dalle fila dei blogger dell’opposizione a quelle dei politici federali, riconosciuti come sparring partner dal potere”.
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