Donbass, ucciso comandante filorusso

Arsenij Pavlov, conosciuto come "Motorola" (a sinistra) durante una parata militare a Donetsk.

Arsenij Pavlov, conosciuto come "Motorola" (a sinistra) durante una parata militare a Donetsk.

: Igor Maslov / RIA Novosti
Arsenij Pavlov, meglio noto come “Motorola”, è stato assassinato nell’ascensore della sua abitazione a Donetsk. E la sua morte in Russia viene già vista come una “provocazione”

Arsenij Pavlov, meglio noto come “Motorola”, comandante dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, è stato ucciso nell’ascensore della sua abitazione il 16 ottobre. Benché il suo grado ufficiale nell’esercito non fosse troppo elevato (era tenente colonnello della Milizia popolare), aveva comunque acquisito una grande popolarità mediatica e godeva di notevole prestigio tra le file delle milizie indipendentiste.

Dopo essersi arruolato nella milizia della Dnr, era finito sulle pagine dei giornali per aver messo a disposizione della stampa le immagini di combattimenti filmati con videocamere GoPro. Nel 2014 le videocamere erano state installate sui caschi dei miliziani durante la battaglia per la conquista dell’aeroporto di Donetsk dove “Motorola”, soprannominato così perché aveva servito nell’esercito come segnalatore, impartiva gli ordini. E così all’interno della Dnr Motorola si era creato un’immagine assolutamente eroica. Un altro episodio memorabile era stata la sua confessione di aver fucilato 15 militari ucraini. A riportare il fatto sarebbe stato un testimone che si trovava tra i prigionieri. Secondo altre fonti, invece, sarebbe stato lo stesso Pavlov ad ammetterlo. “Me ne infischio se verrò accusato. Ho fucilato 15 prigionieri. Me ne infischio davvero… No comment”, si dice avesse dichiarato “Motorola”.

Prima di allora Pavlov era sfuggito a una serie di attentati, l’ultimo dei quali in primavera, quando era scampato all’esplosione di un ordigno. Ma oggi si ha la sensazione che la morte di “Motorola” non sia frutto di una “sfortunata causalità”. Soprattutto se si considera che questo episodio è avvenuto sullo sfondo dell’ennesimo inasprimento della situazione lungo la linea di contatto.

Le ragioni dell’omicidio

Le autorità della Dnr hanno subito accusato dell’omicidio di “Motorola” i gruppi sovversivi ucraini. Questo è un “messaggio” diretto alla Repubblica, ha detto Zakharchenko (presidente della Dnr), che preannuncia un’escalation del conflitto al di là del traballante andamento degli accordi di Minsk-2. “Fatemi capire, il Presidente dell’Ucraina Petr Poroshenko ha violato la tregua? Ora basta, siamo stufi di false promesse”, ha detto Zakharchenko.

Il governo ucraino smentisce ogni corresponsabilità nella morte di “Motorola”. Al contempo, però, l’organizzazione Misanthropic Division, fuorilegge in Russia, ha già rivendicato l’azione. L’organizzazione ha postato un video dove quattro uomini mascherati con in mano dei fucili mitragliatori confessano l’assassinio e dichiarano: “Zakharchenko, Plotnitskij (portavoce del parlamento) sarete i prossimi”. Tuttavia, non esistono altre prove effettive che dimostrino che siano loro i colpevoli.

Ma perché era così importante uccidere proprio Motorola e non Zakharchenko o Plotnitskij? Alcune fonti militari lo spiegano con il prestigio del comandante assassinato. Dalla primavera di quest’anno Zakharchenko ha cominciato a perdere consensi tra i miliziani della repubblica e il battaglione “Sparta”, di cui era comandante Motorola, era rimasta la sua unica riserva. “Faceva venire l’allergia ai leader ucraini ed era più che un ufficiale esperto sul piano militare”, afferma Andrej Suzdaltsev, vice preside della Facoltà di economia e politica mondiale dell’Alta Scuola di Economia di Mosca. “Costretto a utilizzare forze assai peggio armate di quelle dell’esercito ucraino, riusciva a destreggiarsi magnificamente sul campo di battaglia e godeva di un immenso prestigio”, afferma Suzdaltsev.

L’intelligence ucraina (Sbu) lo ha riconosciuto nelle foto dei meeting di Kharkov del 2014, mentre l’Unione Europea ha incluso il suo nome nella lista nera. “Kiev si è prefissa l’obiettivo con Maidan di liquidare gli oppositori più attivi per decapitare la ‘resistenza’”. Anche Zakharchenko ha subito degli attentati. Kiev ha lanciato l’operazione antiterrorismo (Ato), legittimando di fatto simili azioni. Per la Dnr si tratta di un vero atto terroristico”, afferma Suzdaltsev.

A rischio gli accordi di Minsk-2?

Tuttavia, per quanto Pavlov potesse essere tanto importante per la Dnr, è poco probabile che la sua morte abbia delle ripercussioni sul conflitto militare. “Motorola” non era una figura così significativa da poter rallentare il processo dei negoziati di pace. La Dnr non ha un ruolo autonomo in questo ambito. Se i miliziani della Dnr respingeranno l’escalation del conflitto, significa che è la Russia a non volerla”, ritiene il politologo Valerij Khomiakov, coordinatore del Consiglio di strategia nazionale.

E secondo Suzdaltsev, se questo atto dovesse essere ritenuto una “provocazione”, non è detto che le parole di Zakharchenko facciano presa dal momento che si tratta più che altro di esternazioni populiste. “Sulla testa delle persone continuano a piovere proiettili ed è molto difficile ripristinare la vita civile quando è già il terzo anno di seguito che la popolazione si trova sotto i bombardamenti”, sostiene Suzdaltsev, rilevando che Mosca continua a credere negli accordi di Minsk-2 ed è interessata a una de-escalation del conflitto.

L’assenza di commenti da parte della Russia sulla morte del suo connazionale Arsenij Pavlov è motivata dall’esperto con la ragione che non si tratta del “momento giusto” in quanto in questa fase ogni azione in difesa del Donbass verrebbe interpretata come un’ingerenza nei problemi ucraini. “Ma non credo che potremo restarne al di fuori”, conclude Suzdaltsev.

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