L’impronta italiana in Russia: un’espansione al di là di ogni aspettativa

“Russia-Italia: una nuova qualità per la cooperazione e lo sviluppo economico”: è stato questo il tema nodale su cui si è focalizzata la tavola rotonda dello Spief 2017, che ha dimostrato lo status privilegiato delle relazioni bilaterali tra i due paesi nel mezzo di una congiuntura non troppo favorevole alla cooperazione

Per diversi mesi la Russia è stata scelta come meta dalla crème de la crème dei rappresentanti del governo italiano: il ministro degli Esteri Angelino Alfano e quello degli Interni Marco Minniti si sono recati a Mosca in vista ufficiale, seguiti dal Presidente italiano Sergio Mattarella. Successivamente il premier Paolo Gentiloni ha avuto il 17 maggio un colloquio a Sochi con il Presidente Putin, confermando l’impegno del mondo imprenditoriale italiano nell’intensificare la partnership con la Russia.

Importanti accordi con le maggiori società

Altrettanto emblematico è il fatto che la tavola rotonda dello Spief, focalizzata sull’“Italian connection”, abbia visto la partecipazione del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

Gli investitori stranieri stanno valutando attentamente le nuove opportunità economiche del fare business in Russia dopo aver dimostrato di saper resistere agli impatti negativi degli shock esterni e dopo che quest’anno si è riusciti a imbrigliare l’inflazione associandola per il 2017 alla previsione positiva di una crescita dell’1,5% del Pil (con un’aspettativa reale anche del 2,0%).

Come è stato sottolineato dai partecipanti al dibattito, questi trend positivi hanno trovato già riflesso nelle statistiche: l’interazione commerciale ed economica tra Italia e Russia a partire dall’inizio di quest’anno ha registrato un incremento del 30%. 

Calenda ha annunciato che nell’ambito del forum sono stati siglati tre accordi nel settore dell’energia. La costruzione del gasdotto Poseidon, che attraverso la Grecia dovrebbe portare il gas naturale in Puglia, ha avuto il “semaforo verde”. L’Italia ha designato una società per la gestione dell’export di gas e la raffinazione dei prodotti gas-petroliferi. Il ministro Calenda ha rilevato che il Nord Stream dovrebbe essere “bilanciato” dalle consegne effettuate attraverso il Corridoio meridionale.

Infine, Gazpromneft, società petrolifera del Gruppo Gazprom, ha attivato una partnership con il Politecnico di Torino per preparare, formare e addestrare team di esperti sui due principali combustibili fossili dato che l’Italia dipende dalla Russia per il 20% delle sue forniture di petrolio e per il 40% di quelle di gas naturale.

Oltre alla tradizionale cooperazione nel settore dell’energia, l’ Italia e la Russia stanno costantemente diversificando le loro aree d’interazione. La Russia è l’unico paese scelto dall’Italia per istituire un corridoio verde doganale. Dopo aver selezionato 20 categorie di prodotti, contraddistinti dal codice doganale dell’Unione Economica Eurasiatica, i produttori e gli esportatori italiani ora godono di un accesso facilitato al mercato russo. Lo sdoganamento delle merci richiede da 20 a 25 minuti, a condizione che le dichiarazioni preliminari siano state compilate in tempo utile.

Il risparmio di tempo in materia doganale costituirebbe un vantaggio per le 500 imprese italiane che operano in Russia e farebbe la differenza anche per quel centinaio di aziende che hanno impiantato dei complessi produttivi e potrebbero prendere in considerazione la vendita dei loro prodotti in paesi terzi; un’opzione che viene ora presa in esame.

Il potenziale di crescita è innegabile. Il governo italiano ha definito la Russia un “focus  paese”. L’Istituto nazionale per il commercio estero (Italtrade) ha redatto una lista dei 90 progetti “promettenti” in 14 regioni russe.

Durante la tavola rotonda gli amministratori delegati italiani hanno ribadito il loro interesse  nel fare impresa sostenibile in Russia, in cooperazione con la Russia.

La politica del “Do it now”

I relatori intervenuti al dibattito focalizzato sull’Italia hanno concordato in linea di principio sul fatto che sul piano imprenditoriale non abbia senso attendere un miglioramento definitivo delle relazioni tra  l’Unione Europea e la Russia; miglioramento che alla fine si verificherà.

Nel frattempo è opportuno cominciare ad armonizzare gli standard e le procedure relativi alle norme doganali, al regime fitosanitario, alle procedure di certificazione e registrazione, ecc. tra Unione europea e Unione Economica Eurasiatica.

Un adeguamento delle norme giuridiche in tutti gli ambiti imprenditoriali gioverebbe a entrambe le parti e aiuterebbe a ripristinare rapidamente il dialogo in tutta Europa, creando un clima favorevole all’attuazione del progetto di mega-integrazione “Grande Asia”.

L’impronta italiana sullo Spief ha lasciato un segno anche nelle statistiche: 130 sono le società Usa registrate, che sfidando il regime delle sanzioni sono sbarcate in Russia, mentre su 400 società europee quasi 200 rappresentano l’impresa italiana.

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