La persecuzione dei cristiani secondo la Russia

I cristiani stanno abbandonando in massa i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del nord.

I cristiani stanno abbandonando in massa i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del nord.

: AP
La Federazione sta seguendo con preoccupazione la sorte dei cristiani in Medio Oriente. Secondo alcuni osservatori, alla base di questo problema ci sarebbero gli effetti della primavera araba e il cambiamento dei principi fondamentali della società moderna

Diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani e molto esponenti religiosi in Russia stanno esprimendo la propria preoccupazione per la tragica situazione dei cristiani in Medio Oriente. Secondo i dati di alcuni diplomatici russi, i cristiani vittime di persecuzioni nel mondo sarebbero tra i 150 e i 200 milioni. Le situazioni più critiche si registrano in Iraq, Libia e Siria, tant’è che il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill ha parlato addirittura di “genocidio”. 

Così come fa notare l’organizzazione “Aid to the Church in Need”, i cristiani stanno abbandonando in massa i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del nord. Secondo i calcoli dell’organizzazione, nel caso in cui non ci dovesse essere nessun cambio di rotta, fra cinque anni in Iraq non ci saranno più cristiani. In questo Paese infatti, dall’inizio degli anni Duemila fino al 2014, il loro numero è diminuito di dieci volte e ora si contano 150.000 persone. 

Prima dello scoppio della guerra civile, in Siria si contavano due milioni di cristiani. Negli anni successivi la metà ha abbandonato il Paese. In Libia, invece, gli islamisti che hanno preso il potere dopo la caduta di Geddafi hanno avviato una pesante persecuzioni. 

Effetto primavera araba?

Dopo la cosiddetta “primavera araba” la situazione dei cristiani in Medio Oriente e in Africa del nord è peggiorata pesantemente. A quanto pare una maggiore democratizzazione ha portato a un’intensificazione dei conflitti tra le diverse confessioni. 

Il Consiglio mondiale del Popolo russo, un’organizzazione pubblica nata con il patrocinio della Chiesa ortodossa russa, ha elaborato uno studio nel quale si parla di “tragica metamorfosi” delle rivoluzioni antiautoritarie in Libia e in Egitto, del rovesciamento del regime autoritario in Iraq e della guerra civile in Siria. Come si legge nel documento, questi eventi non si sono svolti senza un intervento esterno, che ha introdotto in questi Paesi valori della cultura politica occidentale. 

Gli autori del documento sono convinti che ciò abbia avuto conseguenze tragiche per le minoranze religiose, e più precisamente per i cristiani. “L’adattamento dei modelli parlamentari in questa terra tradizionalista cambia radicalmente la situazione delle minoranze religiose - sostengono gli esperti del Consiglio mondiale del Popolo russo -. Tali modelli iniziano a essere interpretati non più come ‘fratelli adottivi’, appartenenti a una stessa famiglia, bensì come rappresentanti di un partito oppositore”. L’islamismo radicale si sta convertendo in uno strumento di repressione contro i cristiani, soprattutto con l’Is.

Gli sforzi della Russia

La Russia sta cercando di tendere la mano ai cristiani in Medio Oriente sollevando la questione in occasione di eventi internazionali di alto livello. I diplomatici della Federazione hanno già sottolineato la necessità di difendere i diritti dei cristiani durante la sessione del Consiglio dell’ONU sui diritti umani, alla fine di giugno. Alcuni delegati russi poi hanno collegato la persecuzione cristiana mondiale alla situazione dei cristiani nei Paesi europei: un rappresentante russo ha fatto notare che molte nazioni europee “hanno dimenticato le proprie radici, a partire dai valori cristiani che compongono le basi della civiltà europea”.

Secondo l’opinione del presidente dell’Istituto di Strategia Nazionale, ciò che sta accadendo con i cristiani in Medio Oriente è principalmente conseguenza dei cambiamenti che hanno avuto luogo nella società moderna occidentale. Essa, sostiene l’esperto, si starebbe frammentando a seguito della globalizzazione e si starebbe convertendo in un conglomerato di minoranze isolate. La nascita dell’islam radicale rappresentato dall’Is, il cui obiettivo è un califfato assoluto e totalitario, in parte non è altro che una reazione a questo processo.

Continua a leggere: 

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie