Perché negli anni Ottanta i giovani sovietici furono conquistati dalla passione per la break dance?

All’origine del fenomeno ci fu un film americano che si diffuse in Urss con copie pirata. Nonostante il disprezzo ufficiale, questi ragazzi che roteggiavano sulla testa divennero dei miti a Mosca

Roteggiavano sulla testa, rotolavano sul pavimento ed eseguivano altri equilibrismi incredibili, imitando i robot. La danza arrivò nel Paese nel 1984 con il film “Breakdance” (“Breakin’”) di Joel Silver. I primi ad avere le cassette furono i figli dei diplomatici, poi le registrazioni cominciarono a passare di mano in mano.

È in base a questi video che i ballerini esordienti imparavano quei movimenti stravaganti. Ben presto si formò un movimento informale e comparvero persino scuole di danza.

Per assomigliare agli idoli filmati nei video, i ballerini di break dance  barattavano con gli stranieri i vestiti alla moda: coloro che praticavano questi scambi commerciali illegali venivano chiamati “utjughi” (“ferri da stiro”).

“Gli atleti che praticavano acrobazie e ginnastica sceglievano lo stile atletico, il cui movimento più difficile era l’“elicottero”, e tutti gli altri imparavano le “onde” e i “robot”. [...] Queste persone si conoscevano per soprannome, ce n’erano solo cinque in tutta Mosca e godevano di un rispetto enorme. Come Jurij Gagarin”, dice Mila Maksimova, una delle prime breakdancer in Unione Sovietica, in un’intervista per il libro “Hooligans 80”.

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