Le prime case prefabbricate furono costruite come esperimento architettonico.
Per esempio, la casa “traforata” (azhurnyj dom), costruita nel 1940 in Leningradskij prospekt a Mosca, è grigia sì, ma decorata con bellissime grate con motivi floreali che nascondono i balconi. Nel quartiere di Cherjomushki, dove pure si sperimentava con le case prefabbricate, gli spazi tra gli edifici erano impreziositi da fontane.
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Tuttavia, negli anni Cinquanta con la "lotta agli eccessi" di Khrushchev e l’edililizia di massa – le cosiddette “khrusciovki” (i palazzoni prefabbricati simbolo di quest’epoca) – inondarono il Paese.
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Nell’ambito delle tecnologie usate a quel tempo, i pannelli venivano verniciati non in fabbrica, ma direttamente in cantiere. I coloranti di qualità scarseggiavano, pertanto, la maggioranza degli edifici veniva pitturata con colori “poveri”, come, appunto, il grigio, il bianco o il beige.
In compenso, grazie all’edilizia di massa, milioni di persone ricevettero una casa. Chi prima risiedeva in una “kommunalka”, in coabitazione con altre famiglie, o era costretto a vivere in una baracca, ora aveva un appartamento vero, per giunta concesso gratuitamente dallo Stato.
Da segnalare alcune “eccezioni cromatiche” per le facciate di questi palazzoni. Nelle città dell’Estremo Nord (Salekhard, Anadyr, Norilsk), tutti gli edifici (anche i prefabbricati), sono pitturati con colori vistosi per ovviare all’insufficienza di giorni di sole e di vegetazione.
Oggi gli edifici nelle città del freddo vengono decorati anche con enormi graffiti, dedicati alla vita del Nord.
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