La VAZ-2101 fu la prima automobile davvero di massa; in Urss ne furono prodotte quantità enormi. Inizialmente, la macchina fu soprannominata “edinichka” (cioè, “numero 1”), ma si ricorda soprattutto col soprannome di “kopejka” (letteralmente, “copeca”; il centesimo del rublo). Fu uno dei modelli più economici, anche se costava parecchio: 5.600 rubli sovietici quando lo stipendio medio era di 100-150 rubli al mese.
Lanciato nel 1976, questo modello era un derivato delle versioni precedenti. Fu soprannominato “shestjorka” (“numero 6”), perché la sigla identificativa finiva con un 6. La macchina veniva chiamata anche “shakha”, parola gergale che nel gioco delle carte significa “sei di fiori”.
Il fuoristrada UAZ-452, diventato un vero cult, fu soprannominato “bukhanka”, cioè “pagnotta”, perché, in effetti, la sua forma assomiglia alla tradizionale pagnotta russa di pane nero. A proposito, questo modello (che recentemente ha festeggiato i suoi 65 anni) è tuttora in produzione e continua ad assomigliare alla “pagnotta”.
Quando questa automobile compariva nel cortile di casa, tutti capivano che stava per succedere qualcosa di brutto. La GAZ-M1 era la macchina preferita dell’Nkvd (la polizia politica) e ricevette il suo soprannome nel periodo del terrore staliniano, scatenato nel 1937. Secondo una delle versioni, il soprannome “voronok” (da “voron/ворон”, cioè “corvo”) è dovuto alla credenza, secondo cui il gracchiare del corvo porta guai. Siccome poi i primi esemplari di questo modello erano tutti di colore nero (in russo, “chjornyj”), la lugubre metafora (“chjornyj voronok”) si associò all’automobile per sempre.
Molte automobili sovietiche ricevettero il loro soprannome in base all’ultima cifra della sigla identificativa. Infatti, anche la VAZ-2017 era comunemente chiamata “semjorka” (“numero 7”). Tuttavia, per questo modello fu coniata anche un’altra definizione – “ХБМ” – “Хочу быть Мерседесом”, cioè, “Voglio essere una Mercedes”. Questo strano soprannome è dovuto alla grande griglia cromata del radiatore, che assomigliava a quelle delle Mercedes.
Il modello VAZ-2108 fu creato in cooperazione con la Porsche tedesca e fu il primo modello VAZ a trazione anteriore. La macchina fu disegnata da Porsche e la sua forma era radicalmente diversa da tutti i modelli creati in Urss in precedenza. Il soprannome “Zubilo” (“Scalpello”) è dovuto al profilo della carrozzeria che sembra “scolpita”.
Per il popolo, praticamente tutti i veicoli fuoristrada di fabbricazione sovietica erano dei “bobik” (parola con cui vengono spesso definiti i cani randagi). Il modello più diffuso era, appunto, il GAZ-69. Ci sono diverse spiegazioni in merito all’origine del soprannome. Secondo una versione, i contadini si infuriavano, quando vedevano degli estranei viaggiare sui loro campi (dicevano che la macchina corre sui campi come un bobik, cane randagio). Secondo un’altra, queste macchine erano spesso usate dalla polizia: dai “cani da guardia” della legge. Il modello però era conosciuto anche come “kozlik” (“capretto”), perché sulle strada scoscese saltellava da matti.
Questa limousine era riservata ai massimi esponenti del partito, per questo fu soprannominata “chlenovoz” (da “chlen”, “membro”, e “vozit’” – “portare”, “trasportare”). Quindi, “Portamembri” (membri della nomenclatura, si intende!). Molti elementi di questa macchina furono copiati da alcuni modelli di Cadillac, Chrysler e Lincoln. La limousine veniva costruita soltanto su ordinazione speciale e all’epoca era un concentrato di alta tecnologia. Per esempio, soltanto le ZIL avevano l’aria condizionata.
Lo stabilimento di Zaporozhje era uno dei centri più importanti della produzione automobilistica dell’Urss, ma le sue macchine ricevettero un soprannome che a molti sembrava offensivo: “Zapor” (“stitichezza”). In realtà, era soltanto un abbreviazione del nome del primo modello messo sul mercato dallo stabilimento, la “Zaporozhets”.
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Uno dei modelli ZAZ ebbe la fortuna di avere un soprannome più carino: “Ushastyj” (“Orecchione”; “dalle grandi orecchie”). La ZAZ-968 aveva un motore posteriore con raffreddamento ad aria, pertanto ai lati aveva delle prese d’aria che sembravano delle orecchie sporgenti.
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