Dieci memorabili frasi che gli insegnanti delle scuole russe ripetono spesso

Russia Beyond (Legion Media)
Sapete cosa si intende in Russia per “Kamchatka” quando ci si riferisce alla classe? E cosa vorrà dire “foresta di mani” o “mettere un due a matita”?

Pare che, in Russia, tutti i ragazzi, da Sakhalin a Kaliningrad, abbiano sentito queste frasi dai loro insegnanti. Ecco le più memorabili.

1 / “E la testa non te la sei scordata a casa?

I ragazzi, come si sa, spesso dimenticano a casa libri, quaderni, penne… Scordano anche di fare i compiti… In questi casi questa frase non può mancare.

2 / “Una foresta di mani”

“Chi viene a farsi interrogare? Ho capito… vedo una foresta di mani”. “Chi sa la differenza tra seno e coseno? Un’altra foresta di mani”. Vuol dire che volontari non ce ne sono. E dato che nessuno vuole rispondere, il docente apre il registro e comincia a scegliere dall’elenco in ordine alfabetico chi chiamare alla lavagna. 

Kozelsk, Regione di Kaluga, 2017. L’insegnante Maria Krylova durante una lezione presso l’istituto comprensivo secondario № 1

3 / “La campanella è per l’insegnante”

La campanella informa il docente che la lezione è finita, e non è un “libera tutti” immediato per i ragazzi, che, finché non avranno segnato i compiti a casa e ottenuto il permesso di alzarsi, devono starsene al loro posto. Questo è quanto intende dire l’insegnante, quando pronuncia questa frase.

4 / “Vieni a sederti al mio posto, e io vado al tuo”

Vi piacerebbe provare a fare l’insegnante? Talvolta ai ragazzi si offre anche questa opzione, specie se cominciano a far troppo baccano o fanno domande non attinenti al tema della lezione. In realtà, però, questo scambio dei ruoli non lo vuole nessuno. 

5 / “Esci e rientra come si deve”

Arrivi a scuola in ritardo? Non puoi semplicemente entrare in classe, devi farlo “come si deve”, cioè, devi bussare alla porta, scusarti con il docente e con i tuoi compagni di classe e poi, quando ti danno il consenso, entrare e andare al tuo posto.

Bambini di prima elementare durante una lezione nel Giorno della Conoscenza (1º settembre) nel Ginnasio №2 di Vladivostok

6 / “E ora divido questa dolce coppietta!”

Di solito, lo si dice ai ragazzi che, durante la lezione, non fanno altro che ridere e chiacchierare per i fatti loro. Succede abbastanza spesso, perché è molto più divertente che studiare il secondo principio della termodinamica… Interessante notare che l’espressione “dolce coppietta” (“sladkaja parochka”) è entrata in uso dalla pubblicità televisiva della merendina “Twix”, popolarissima negli anni Novanta.

7 / “Per ora, il 2 te lo metto a matita”

Prima di tutto occorre spiegare che in Russia i voti scolastici vanno da 1 (gravemente insufficiente) a 5 (eccellente), quindi il 2 equivale a “insufficiente”. Quando viene detta la frase di cui sopra, lo studente ha tempo fino al giorno successivo per imparare la materia, perché altrimenti l’insegnante potrebbe prendere una biro e disegnare il 2 con inchiostro indelebile. In questo caso la pagella finale non sarebbe più pienamente soddisfacente. Questo però succederà domani, mentre oggi si può far finta di niente.

Mosca. Durante la ricreazione presso l’Istituto comprensivo № 1392 “D.V. Rjabinkin”

8 / “E voi in Kamchatka, cosa ridete? Ditelo a tutti, ridiamo insieme”

Non si sa precisamente perché, ma gli ultimi banchi della classe sono stati ribattezzati in Russia “Kamchatka” e non con il nome di qualche altra regione remota della Russia. Di solito, la “Kamchatka” è il posto preferito dal “dvoechnik” (dalla parola “2”; ossia coloro che regolarmene prendono voti insufficienti) e da quelli che vengono a scuola senza aver studiato: credono che stando più lontano dall’insegnante, saranno meno visibili…

9 / “E ora cosa faccio? Divido il voto tra voi due?”

Avete mai copiato i compiti da un vostro compagno di classe? Chi l’ha fatto, sicuramente avrà sentito queste parole.

Repubblica dell'Ossezia Settentrionale-Alania. 28 ottobre 2016. Alunni durante la ricreazione nella scuola secondaria intitolata all’eroe del lavoro socialista Salamgeri Kokaev nel villaggio di Khumalag

10 / “Domani porta a scuola i genitori!”

Frase usata soltanto nei casi estremi, quando le cose si sono messe veramente male. Prima i genitori parlano con l’insegnante. Se ciò non aiuta, vengono convocati dal preside. Da evitare, assolutamente.

LEGGI ANCHE: La scuola e gli scolari nei dipinti degli artisti russi e sovietici (FOTO) 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie