Perché i cristiani ortodossi si fanno il segno della croce con tre dita

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GEORGY MANAEV
Non solo i segni della croce ortodossi e cattolici sono diversi, ma esiste anche un’altra variante adottata dai Vecchi Credenti

Farsi il segno della croce alla maniera cattolica all’interno di chiese e templi ortodossi potrebbe non essere ben visto. Pertanto è preferibile usare il segno della croce ortodosso, che è diverso da quello cattolico. 

Nel cristianesimo, il segno della croce è una benedizione rituale che si fa tracciando la figura di una croce sul proprio corpo; la differenza principale tra il cattolicesimo e l’ortodossia è il numero di dita utilizzate e l’ordine di tracciatura della croce.

Il segno della croce cattolico 

I cristiani occidentali usano cinque dita aperte per farsi il segno della croce: le cinque dita simboleggiano le cinque sacre ferite di Gesù Cristo che ha sofferto sulla croce.

Il gesto si compie toccando con la mano prima la fronte, poi la parte inferiore del petto o dello stomaco e poi entrambe le spalle. I cristiani occidentali (compresi cattolici e protestanti) toccano prima la spalla sinistra e poi quella destra. Quest’ordine simboleggia la tradizionale opposizione cristiana tra il lato destro - come luogo dei giusti - e quello sinistro - luogo dei dannati. Portando la mano prima sulla spalla destra e poi sulla spalla sinistra, invece, il cristiano ortodosso chiede di essere annoverato tra i salvati e di essere liberato dal destino dei perduti.

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Il segno della croce nell'Ortodossia orientale 

Nelle chiese ortodosse orientali e cattoliche bizantine, le punte delle prime tre dita (pollice, indice e medio) restano unite, mentre le altre due (anulare e mignolo) vengono premute contro il palmo. Le prime tre dita esprimono la fede nella Trinità, mentre le altre due rappresentano le due nature di Gesù, divina e umana.

Diversamente dai cattolici, i cristiani ortodossi orientali toccano la spalla destra prima della sinistra.

Anche nell'Ortodossia orientale esiste un segno della croce speciale riservato ai sacerdoti e ai vescovi, che può essere usato solo dai membri del clero: si chiama “Benedizione della mano del sacerdote”. Durante l'esecuzione, il sacerdote tiene le dita in modo da formare l'abbreviazione greca di Gesù Cristo: “IC XC”: l'indice è esteso verso l'alto per formare la “I”; il medio è leggermente piegato, a significare la lettera “C”; il pollice tocca l'anulare abbassato per indicare la “X”, mentre il mignolo indica anch'esso la lettera “C”.

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Il segno della croce dei Vecchi Credenti

Prima delle riforme ecclesiastiche del patriarca Nikon (metà del XVII secolo), i cristiani ortodossi russi si facevano il segno della croce con due dita, l'indice e il medio, a simboleggiare la doppia natura di Cristo. Secondo la decisione del Concilio ecclesiastico di Mosca del 1551 (noto come Concilio dei Cento Capitoli), chiunque avesse violato questa regola doveva essere scomunicato dalla Chiesa.

Cento anni più tardi, dopo la riforma ecclesiastica di Nikon, il Sinodo della Chiesa di Mosca del 1656 e, successivamente, il Grande Sinodo di Mosca del 1666, condannarono tutti i fedeli che usavano il “vecchio” modo di fare il segno della croce con due dita. 

Il modo di farsi il segno della croce - con due o tre dita - divenne un punto di grande discussione tra i credenti ortodossi russi. I Vecchi Credenti, quelli che non volevano accettare il segno della croce a tre dita (insieme ad altre modifiche apportate dalla riforma del Patriarca Nikon), si opposero ai cosiddetti “riti di Nikon” in quello che divenne noto come lo Scisma della Chiesa russa (“raskol”).  

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