Il “desman russo”: com’è la vita dell’animale più raro e bizzarro della Russia (FOTO)

Lifestyle
EKATERINA SINELSHCHIKOVA
Ha un aspetto eccentrico, ha circa 30 milioni di anni, ed è sopravvissuto solo in Russia. La specie, puzzolentissima, è sempre più a rischio estinzione, anche perché muore spesso “di paura” per il più leggero stress

Il “desman russo” (nome scientifico: Desmana moschata) non assomiglia a nessun mammifero. È cieco come una talpa, ma vive in acqua e ha delle membrane come un ornitorinco. Ha un insolito naso a proboscide, che costituisce il suo modo di “vedere” e di orientarsi e lo aiuta a trovare la sua strada nella tana. La coda, invece, assomiglia a quella di un ratto, ma è più spessa alla base e ha la particolarità di emanare un pungente odore muschiato. Così forte, che è un calvario stare vicino a un desman russo (che, per inciso, in russo non si chiama “desman” ma “выхухоль”; “výkhukol”, e a volte è detto anche “хохуля”; “khokhúlja”).

Il desman russo non è resistente allo stress: può morire per uno banale spavento, un suono forte, la prospettiva di combattere con un compagno o un odore acre come quello della colla.

Infine, è l’unico mammifero al cui nome si può aggiungere con sicurezza la parola “russo” perché vive solo all’interno dei confini della Russia. Questo animale è apparso sulla Terra circa 30 milioni di anni fa. Il genere allora contava cinque speciem ma quattro di esse si sono estinte più di 1 milione di anni fa. Il desman russo da allora è sopravvissuto solo in Russia. 

Un fossile vivente  

Il desman russo è molto esigente in termini di habitat. Può vivere solo nei bacini alluvionali. Si tratta di zone lacustri nei letti dei fiumi che si allagano in primavera, unendosi in uno spazio d’acqua comune con il fiume. L’animale usa questo periodo per riprodursi: la popolazione si mescola, gli esemplari si conoscono e creano famiglie. 

Ed è molto importante che uno specchio d’acqua non si ghiacci in inverno e che abbia sponde alte: il desman russo scava un sistema di tane con un ingresso attraverso l’acqua. Le tane sono utilizzate per diversi scopi: in alcune gli animali covano i loro piccoli, in altre si riposano, in altre ancora si infilano per respirare, dato che non possono stare sott’acqua più di 5 minuti continuativi.

Per navigare in questo intricato sistema sotterraneo, i desman russi usano i loro nasi allungati con vibrisse (lunghi peli rigidi) e l’odore specifico emesso dalla ghiandola muschiata della coda (che “segna” la strada). Con il suo naso a proboscide il derman russo “aspira" anche il fondo fangoso in cerca di cibo: insetti, larve e molluschi.

Le prove paleontologiche mostrano che la specie è rimasta praticamente invariata per milioni di anni. Tali animali per questo sono anche chiamati “fossili viventi”. Ma ne sono rimasti pochissimi: nel 2020 ce n’erano solo seimila in natura, e il loro habitat è limitato solo ai bacini della Russia centrale. La specie è elencata nel Libro Rosso della Russia degli animali a rischio e ha una categoria 1, ossia “minacciata di estinzione”. A questa segue solo la categoria zero: “probabilmente estinto”. Nel sistema internazionale della Lista rossa IUCN è catalogato come “vulnerabile”.

Profumi e pellicce

La scarsa vista e la lentezza rendono il desman russo praticamente indifeso contro i predatori, che però preferiscono evitare di avvicinarsi all’animale semi-acquatico a causa del suo odore fastidioso. Tuttavia, è proprio quell’odore che ha fatto sì che l’animale lotti per l’esistenza fin dal Medioevo; e tutto a causa dell’uomo. L’animale veniva cacciato per la sua ghiandola muschiata, e la sua coda veniva tagliata, essiccata e messa negli  armad come repellente per le tarme. 

Il dottore dell’Accademia delle Scienze Ivan Lepekhin scrisse nel 1768 nelle sue note: “La sostanza viscosa contenuta nelle bolle del cono di coda ha un odore così forte, che si deve avere un’abitudine speciale per sopportarlo. Mi sembra che sia molto più forte del getto del castoro. Almeno per me l’odore era così opprimente che non potevo tenere il desman tra le mani per cinque minuti senza avere mal di testa”. Tuttavia, un tale rimedio contro le tarme aveva anche il suo inconveniente: il forte odore permeava tutto il bucato, tanto che, come scrisse Lepekhin, “si può sedersi accanto a chi usa le code di desmannegli armadi solo se si ha un raffreddore fortissimo”.

L’uomo di scienze scrisse anche che neppure la pelliccia del desman è buona a niente, perché resta impregnata di quel maledetto odore. Ma nel XIX secolo questo cambiò. La pelliccia del desman russo divenne un apprezzato capo d’abbigliamento. È lucida, spessa e idrorepellente, con una diversa struttura del pelo rispetto al solito: il pelo è infatti ispessito non verso la base come negli altri animali, ma alla fine. Questo permette al desman di emergere dall’acqua, scuotersi e diventare immediatamente asciutto e soffice. La sua pelliccia era valutata più della pelliccia di castoro e non era economica. Inoltre, non sono state solo le donne che hanno iniziato ad apprezzare questo animale per la pelliccia. Il suo muschio veniva fornito alla Francia per le attività di profumeria, come fissatore di profumi. Le sue pelli e il suo “profumo” furono la ragione della cattura incontrollata dell’animale, e per la prima volta fu minacciato di estinzione.

Reti mortali

Anche altri fattori antropogenici hanno influito sulla popolazione del desman russo: prosciugamento delle pianure alluvionali, costruzione di centrali idroelettriche (i luoghi precedentemente abitati dai desman sono stati inondati), deforestazione, pascolo del bestiame, inquinamento dei bacini idrici, cambiamento climatico. Nel 1920 il governo sovietico annunciò il divieto di caccia del desman al fine di ripristinarne la popolazione. Il provvedimento funzionò e il divieto venne in seguito revocato, dopo di che i desman ricominciarono a essere uccisi in massa. Nel 1957 gli animali furono rimessi sotto protezione. Ma un’altra minaccia incombeva.

“Fino agli anni Novanta la popolazione del desman russo contava circa 70.000 individui ed era più o meno stabile”, sostiene Aleksej Zimenko, direttore del Centro per la Difesa della fauna selvatica. Ma poi è stato decimato dalle reti da posta cinesi che i bracconieri usavano per catturare i pesci. “Le reti sono spesso abbandonate, e spazzate via dalle inondazioni. […] All’inizio degli anni  Novanta la popolazione del desman russo si ridusse velocemente a non più di 25.000 unità".

Dopo il divieto di importazione di reti pronte e strumenti per pesca elettrica, l’ecatombe è rallentata, ma la situazione non è migliorata sensibilmente. Anche perché le importazioni di materiali con cui produrre reti da posta rimangono consentite.

Tutto può uccidere il desman russo

Uno dei modi per far aumentare la popolazione di desman russo è quello di proteggerlo in aree specialmente protette, in santuari ecologici e riserve, o di allevare la sua popolazione in vivai. Ma ci sono grossi problemi con quest’ultima opzione. Il fatto è che in cattività, il desman può essere uccidere praticamente da tutto. 

“I desman non sono per niente resistenti allo stress; un esemplare è morto in casa mia dalla paura semplicemente perché l’ho preso in mano. Una volta stavo trapanando qualcosa in cantina e un paio di esemplari, spaventati dal rumore, si sono ammalati e sono morti. C’è stato un caso in cui ho dovuto incollare qualcosa e l’animale è morto a causa dell’odore della colla”, racconta Marija Onufrenija, che studia questo animale dal 1975 con suo marito e cerca di allevarlo in un centro di allevamento.

Il desman russo non può essere afferrato per il corpo, ma solo per la coda. Devi nutrirlo nello stesso posto e nello stesso modo, perché se cambi qualcosa, l’animale si innervosisce, comincia a litigare con gli altri esemplari e si ammala. Può ammalarsi perché non mangia il cibo giusto, perdere peso e morire. “Quando un animale domestico è malato, il suo pelo si bagna, diventa letargico e magro. Si vede che non si sente bene. E ogni volta devi scoprire cosa c’è che non va. Se si tratta di un disturbo metabolico, si può dargli vitamine e minerali. Ma a volte non c’è niente di chiaro”, dice Marina Rutovskaja, dottoressa in scienze biologiche.

Prima di un combattimento con un altro esemplare della sua specie, il desman russo si alza sulle zampe posteriori e rimane immobile. La lotta può essere fatale senza che abbia luogo. “Una volta due maschi adulti sono rimasti in una trappola. Abbiamo iniziato a rimuovere la gabbia e uno di loro si è alzato sulle zampe posteriori per attaccare l’altro. Ma prima che potesse anche solo toccarlo, l’altro è morto per lo spavento”, ha raccontato la Onufrenija.

Il problema principale legato al desman russo è che l’animale non vuole riprodursi in cattività. E se lo fa, è una sfida a parte per gli scienziati salvare la covata. Lo stress può fargli mangiare i suoi piccoli. Inoltre, il desman è monogamo e sceglie un compagno per la vita: se uno muore, l’altro resta in lutto e anche lui, molto probabilmente, morirà.

Dal 2010, gli scienziati cercano solo di monitorare la popolazione (contarla e mantenerla in buone condizioni nei santuari) piuttosto che catturarla e trasferirla in altri habitat. Nel 2020, per esempio, hanno contato solo 190 individui in 120 laghi; un numero estremamente esiguo. Nessuno vuole rischiare di far morire anche un solo esemplare. E a volte, andando in spedizione alla ricerca di desman, gli scienziati e i volontari non ne vedono nemmeno uno in una intera stagione. Tanto che nella comunità scientifica a volte si scherza amaro: “Ma esiste davvero questo desman russo?”. 

LEGGI ANCHE: Sette animali che sono stati dichiarati “probabilmente estinti” in Russia (FOTO) 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: