Chi sono le tre pattinatrici russe che hanno occupato tutto il podio ai campionati del mondo?

Raniero Corbelletti/Global Look Press; Linnea Rheborg/Getty Images
En plein della Russia a Stoccolma nel singolo femminile dei Campionati mondiali di pattinaggio di figura: oro, argento e bronzo. Conosciamo, con interviste, foto e video le tre campionesse

1 / Anna Shcherbakova – Medaglia d’oro

Anna Shcherbakova ai Campionati del Mondo di Stoccolma, 26 marzo 2021

Per la diciassettenne Anna Shcherbakóva (Mosca, 28 marzo 2004), questo inizio di stagione, con il Campionato del mondo, ha rappresentato il grande debutto a livello internazionale e finora è stata la sfida sportiva più difficile della sua carriera. Alla fine di dicembre dello scorso anno, era diventata campionessa di Russia per la terza volta, ottenendo così un biglietto per Stoccolma, dopo aver dovuto combattere non solo con le conseguenze della pandemia di Covid-19 (gli allenamenti non sono stati regolari nel 2020), ma anche con problemi di salute.

In autunno, ha avuto una grave polmonite, tanto che la sua partecipazione alle competizioni quest’anno era in dubbio. Ha trascorso due mesi lontana dal ghiaccio, con allenamenti esclusivamente a casa, che registrava con la fotocamera, montava e pubblicava su Instagram. Allenatori e genitori le hanno chiesto di ritirarsi dal programma corto all’ultimo campionato, perché dopo gli allenamenti respirava con grande fatica, ma lei ha insistito, ha fatto di testa sua e ha pattinato con brillanti risultati.

“In effetti, nessuno mi ha mai costretto. I miei genitori mi dicevano sempre: ‘Se non ti piace, smetti, puoi studiare o fare qualcos’altro’. Questo, ovviamente, quando ero più piccola. Ora capiscono, naturalmente, che questo per me è molto importante. E non si parla più di smettere”, ha detto Anna Shcherbakova in un’intervista.

Anna è sul ghiaccio da quando aveva tre anni e mezzo. Mostrando uno straordinario talento, è passata sotto la guida della leggendaria allenatrice Eteri Tutberidze. Alle sue spalle Anna Shcherbakova aveva già un argento ai Campionati del Mondo Juniores, un argento agli Europei e uno alle finali del Gran Prix.

Quest’anno, la ragazza sta sostenendo gli esami finali a scuola, il che non fa che aumentare il carico di lavoro. Ma gli insegnanti, ha detto, vanno da lei e le inviano compiti e materiali per email. Nel tempo libero riesce a guardare serie tv (la sua preferita è “Sherlock”) e a leggere qualcosa al di là dei libri di scuola. “Tra gli ultimi libri che mi sono piaciuti c’è ‘Picnic sul ciglio della strada’ dei fratelli Strugatskij”, dice. Ma lo sport e i viaggi per andare ai tornei occupano ancora la maggior parte della sua vita. Tuttavia, questo è ciò che le piace di più.

“Non riesco a immaginarmi in una vita ordinaria. Ogni giorno la routine di andare a scuola, tornare, fare i compiti… e tutto sempre uguale. Non fa per me, ho sempre bisogno di movimento”, dice.

2 / Elizaveta Tuktamysheva – Medaglia d’argento

La ventiquattrenne Elizaveta Tuktamýsheva (ma spesso si è fatta chiamare Tuktàmysheva) è nata il 17 dicembre 1996 a Glàzov, in Udmurtia. Il percorso per l’attuale Campionato del mondo è durato sei lunghi anni. Elizaveta iniziò la carriera in modo trionfale (campionessa mondiale ed europea nel 2015), ma poi ha saltato due Olimpiadi e vari campionati, e non molti nel mondo del pattinaggio avevano fiducia in un suo “grande ritorno”. Si diceva che il picco lo avesse già passato.

La giovane Tuktamysheva aveva avuto grandi successi nei campionati russi alla fine degli anni Zero del Duemila, soprattutto nel singolo femminile. Era considerata un prodigio del pattinaggio artistico, e pur avendo iniziato a praticare lo sport piuttosto tardi rispetto a molte colleghe, solo all’età di 9 anni, già a 12 anni poteva eseguire elementi estremamente difficili: dominava l’intero arsenale dei salti tripli. Proprio per questo si era fatta la reputazione della pattinatrice più “saltante”.

“Ho imparato dalla vecchia scuola. Ho iniziato a pattinare e vincere nelle grandi competizioni presto, era il 2009-2010, quando c’era un declino nel pattinaggio singolo femminile russo e dovevo solo saltare. Se salti, vinci. Fin dall’infanzia, è diventata una tradizione per me. Saltavo e vincevo. Era normale, in quel sistema”, ha detto.

Nel 2018-2019, è diventata la pattinatrice di figura più chiacchierata al mondo, dopo la sua audace esibizione in costume da hostess sulle note della canzone “Toxic” di Britney Spears al Grand Prix. Ma alle accuse di aver “oltrepassato il limite” lei rispose: “Sto riportando la sensualità nel pattinaggio artistico”.

È poi tornata ad esprimersi ad altissimi livelli al Gran Prix di Mosca nel 2020, il che ha cambiato in modo significativo gli equilibri di potere nella stagione in corso. Che quella vittoria non fosse solo un caso lo ha dimostrato alla Coppa di Russia, dopodiché ha staccato il biglietto per Stoccolma. “E chi lo sa!”, ha risposto alla domanda su come sia tornata vincente dopo tanti anni avari di soddisfazioni. “Ogni volta io riparto da zero. Quando per diversi anni non vinci più nulla, vivi ancora una vita normale e stabile, ma non hai tanto zelo perché tanto credi di non potercela fare. Ma quando riesci a resettare e a ripartire da zero, ti senti ancora capace di tutto”.

3 / Aleksandra Trusova – Medaglia di bronzo

Aleksandra Trùsova (Rjazan, 23 giugno 2004) è stata la finalista più giovane: 16 anni. Ha iniziato a praticare questo sport all’età di 4 anni e, nel 2016, da giovane promessa, è arrivata sotto la guida di Eteri Tutberidze.

Finora, nelle competizioni più significative, è riuscita a raccogliere solo medaglie d’argento e di bronzo, ma si prevede per lei un grande futuro di successi, grazie alla sua tecnica purissima.

Detiene già un incredibile record nel pattinaggio artistico russo. È la prima pattinatrice della storia ad aver eseguito tre quadrupli in un programma. Ha battuto tutti i campioni adulti. Il video dell’esibizione è stato recentemente condiviso persino da Sharon Stone.

La ragazza dice che le brillano gli occhi solo per due cose nella vita: il pattinaggio e i suoi cani (la chihuahua Tina, la barboncina Lana e l’husky Jack). Dal 2020 si allena sotto la guida di Evgenij Pljùshenko e vive in un cottage vicino alla sua accademia, per non perdere tempo con i trasferimenti.

Descrive così la sua giornata tipo: “Mi sveglio verso le 7.30, faccio colazione e vado alla pista di pattinaggio. Al mattino, di solito faccio un riscaldamento o un po’ di ginnastica o mi dedico alla coreografia. Poi vado sul ghiaccio. Ancora qualche esercizio, rientro a casa, pranzo, mi riposo un po’. Torno alla pista di pattinaggio. Di nuovo: riscaldamento, allenamento e coreografia. Poi ancora sul ghiaccio e di nuovo esercizi fisici. La sera torno a casa e quasi ogni giorno studio con gli insegnanti via Skype. E a volte alle nove di sera torno sulla pista di pattinaggio per esercitarmi ancora.

Trusova dice che ora le Olimpiadi sono il suo obiettivo principale e racconta perché sembra non provare emozioni quando perde o qualcosa va storto: “Mi arrabbio molto quando perdo, ma non lo mostro mai, per rispetto delle persone: loro sono venute a guardarmi gioiose e allegre”.


Perché i russi sono così bravi a pattinare sul ghiaccio? E perché i sovietici lo erano di più? 

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