Nel centro di Mosca svetta la statua di uno dei più grandi poeti della letteratura russa e mondiale: Aleksandr Pushkin. Ai suoi piedi, giacciono ogni giorno mazzi di fiori colorati. Ufficialmente gli omaggi floreali vengono depositati nei giorni di festa nazionale; ma si possono notare rose e crisantemi praticamente tutto l’anno.
In Russia, infatti, vi è l’usanza di deporre dei fiori ai piedi dei monumenti dei grandi poeti e musicisti, e vicino ai memoriali ai caduti. Da dove nasce questa tradizione?
La scelta del mazzo
Il rito di depositare fiori recisi vicino alle tombe e ai monumenti commemorativi accomuna molti paesi. E la Russia non fa eccezione. Nella tradizione cristiana, i fiori sono simbolo di speranza per la vita eterna e ricordano ai vivi i cari scomparsi.
Nei cimiteri meno frequentati, invece, si trovano perlopiù fiori finti, che non richiedono troppe cure.
In Russia è consuetudine portare ai defunti un numero pari di fiori, poiché si ritiene che sia un’allegoria della fine della vita. La varietà, poi, dipende dal caro estinto: alle giovani donne si portano gigli chiari; agli amici, dei crisantemi; alle persone scomparse di morte tragica, delle rose bordò; ai militari, dei garofani. Spesso vicino alle tombe si pianta un albero, perlopiù abeti, pini o ginepri.
Una tradizione sovietica
L’usanza di deporre regolarmente dei fiori ai piedi dei monumenti cittadini si è diffusa in epoca sovietica. In concomitanza delle feste, si offrivano dei bouquet alle statue commemorative del leader della Rivoluzione, in segno di ringraziamento per la speranza nei confronti di un radioso futuro. Ancora oggi questi monumenti si possono trovare praticamente in tutte le città post-sovietiche.
Dopo la Grande guerra patriottica (così come viene chiamata la Seconda guerra mondiale in Russia) iniziano a proliferare i monumenti commemorativi ai soldati; e con essi, anche l’usanza di depositare fiori in memoria degli uomini e delle donne che hanno difeso la Patria.
Tra i mazzi di fiori più diffusi spiccano quelli dai colori rosso o bordò, a simboleggiare il sangue versato. E mentre le combinazioni di fiori rossi e bianchi sono accettate, si evitano invece quelle rosa e arancione per i defunti.
L’usanza di deporre dei mazzi di fiori ai piedi delle statue si è diffusa non solo in occasione delle feste nazionali, ma anche in concomitanza delle cerimonie ufficiali: ad esempio, quando una delegazione straniera arriva in una città russa, si concede sempre una visita a un monumento commemorativo, lasciando in dono dei fiori.
Spesso anche le giovani coppie di sposi, dopo le nozze, si recano a deporre dei fiori ai piedi del monumento cittadino in memoria ai soldati.
A Mosca, i luoghi di commemorazione più frequentati sono le Colline dei Passeri, la statua di Pushkin, i Giardini di Alessandro e l’Arbat.
Ma ogni città ha le proprie tradizioni: nelle regioni russe, oltre a rendere omaggio ai monumenti ai caduti, si fa spesso visita alle statue che ricordano i personaggi famosi nati o vissuti in quel luogo. Quest’usanza è molto diffusa ancora oggi.
Nel Caucaso
Nelle regioni russe dove la maggior parte della popolazione professa l’Islam è consuetudine non solo portare fiori alle tombe, ma costruire anche monumenti alle singole persone.
Durante le principali feste si depositano sempre dei fiori ai piedi dei complessi commemorativi sia in Caucaso, sia in Tatarstan che in Baschiria: così come spiega il collaboratore scientifico senior dell’Istituto di Studi orientali della RAN, Mikhail Roschin, si tratta di una tradizione nata in epoca sovietica e tenuta viva fino ad oggi.
“Il periodo sovietico ha portato con sé molti cambiamenti, e alla fine del XX secolo l’Islam è passato in secondo piano. Tuttavia la tradizione di deporre fiori ai piedi delle statue ha preso piede anche nel Caucaso del nord”, ha concluso Roschin, precisando che con ogni probabilità questa usanza sovietica sarà dura a morire.