È operativo da lunedì 6 aprile il nuovo presidio ospedaliero costruito in tempi record alla Fiera di Bergamo per ospitare i pazienti affetti da Covid-19. Nel nuovo ospedale stanno lavorando anche i medici russi inviati da Mosca per combattere la pandemia.
A fine marzo il presidente russo Vladimir Putin aveva infatti risposto all’appello del premier Giuseppe Conte inviando all’Italia stremata dal virus 15 aerei militari con un centinaio di specialisti, fra cui virologi e infermieri, oltre a dispositivi di protezione e disinfezione, mascherine, ventilatori e respiratori.
I medici militari russi sono tra i più preparati del paese e vantano una lunga esperienza anche nella lotta all’ebola in Africa.
I primi quattro pazienti del nuovo presidio ospedaliero sono stati trasferiti nei giorni scorsi dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e sono stati presi in cura dallo staff, in particolare dai sanitari russi.
“Questo ospedale è frutto di un’azione sinergica tra realtà diverse con un comune intento: salvare e curare vite umane”, ha dichiarato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, che ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla costruzione e alla messa in funzione del nuovo presidio medico, fra cui il contingente russo.
Al personale militare russo, composto da 8 medici rianimatori e 8 infermieri specializzati, è stato affidato un modulo da 8 posti di terapia subintensiva.
Così come ha fatto sapere il Ministero russo della Difesa, in totale sono 32 gli specialisti militari russi che stanno lavorando attualmente nel nuovo ospedale.
Nei giorni scorsi, il personale russo ha partecipato anche alla disinfezione di varie case di riposo della Lombardia.
“I nostri esperti, sotto la guida di importanti epidemiologi russi, eseguono la disinfezione, sanificando residenze sanitarie per anziani in cui il coronavirus e le infezioni virali sono fiorite”, ha spiegato in un’intervista a Kommersant Aleksandr Semenov, vicedirettore dell’Istituto di ricerca Pasteur del Rospotrebnadzor [il Servizio federale russo per la difesa dei diritti e della salute dei consumatori] di San Pietroburgo, che ora lavora a Bergamo con pazienti affetti da coronavirus.
L’invio degli specialisti russi è stato seguito da alcune polemiche sulla “reale utilità” degli aiuti mandati da Mosca. Polemiche messe a tacere dal premier italiano Giuseppe Conte, che in un’intervista della Bbc ha parlato di “grande offesa” per lui e “per il governo italiano, e anche per Vladimir Putin, che non si sognerebbe mai di usare tale situazione a suo vantaggio”.
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