Anche la Russia si chiude in casa. Nel tentativo di fermare i contagi di Covid-19, il presidente Vladimir Putin ha annunciato ieri, 2 aprile, il prolungamento del periodo di sospensione lavorativa retribuita almeno fino alla fine del mese.
Chi può, lavora da casa; ma una significativa fetta di popolazione è costretta ugualmente ad andare al lavoro.
Il regime di auto-isolamento non si applica ovviamente ai medici, ai funzionari governativi, ai farmacisti, ai dipendenti dei negozi di alimentari e a coloro che lavorano in aziende legate alla produzione di servizi e beni essenziali.
Abbiamo raccolto le storie di chi, nonostante l’emergenza, continua a lavorare… facilitando, almeno in parte, la vita di chi invece è isolato in casa.
I corrieri a domicilio sono ovviamente tra i profili professionali più richiesti in questo periodo di emergenza e la crisi ha fatto lievitare del 40% la domanda di queste figure. Le aziende, dal canto loro, hanno aumentato gli stipendi del 20%.
E vista la richiesta, c’è chi ha cambiato temporaneamente professione mettendosi al servizio delle consegne a domicilio. "Per me è importante rimanere fisicamente attivo e prendermi delle pause dal flusso di informazioni che circola costantemente online", dice Sergej Nochovnyj, fino a pochi giorni fa imprenditore, oggi corriere a domicilio. Con la crisi, il fatturato della sua impresa si è praticamente volatilizzato. "Lavorare come corriere è un buon primo passo per cercare di dare un senso a ciò che sta accadendo e avere una nuova prospettiva sulle cose", ha detto.
Anche autisti e tassisti stanno lavorando senza sosta. “Lavoriamo come prima e più di prima, cinque giorni alla settimana - racconta Ruslan, che trasporta merci -. L'unica cosa positiva è che riusciamo a completare gli ordini più velocemente, dato che le strade sono meno trafficate. Certo, questo virus mi preoccupa, ma cosa posso farci? Bisogna guadagnare per sfamare la famiglia, e così continuiamo a lavorare".
Purtroppo però non sempre gli autisti riescono a lavorare in sicurezza: "Nessuno ci fornisce mascherine, guanti e disinfettanti", ammette.
Anche se i negozi che non vendono generi alimentari e di prima necessità sono chiusi, in molti casi il personale continua a lavorare. Lo racconta Dmitrij, dipendente di un negozio di attrezzature sportive di Mosca. Anche se il punto vendita è chiuso, il personale continua a lavorare in vista della stagione estiva e per garantire l’assistenza ai clienti che hanno fatto acquisti prima della crisi.
“I turni sono stati dimezzati e quindi guadagniamo meno del solito, perché la nostra è una retribuzione a ore - dice -. Non possiedo un'auto, quindi devo attraversare la città con i mezzi pubblici… Un po’ mi fa paura, ma devo riconoscere che la metro in questi giorni è praticamente vuota”.
Anche se le banche suggeriscono ai clienti di utilizzare i servizi bancari online, ci sono mansioni che richiedono la presenza dei dipendenti in sede. Alfa Bank, ad esempio, ha fornito ai propri lavoratori mascherine e disinfettanti. Anton, manager del personale in un’altra banca, Rosbank, racconta: “Non lavoriamo a tempo pieno e molte filiali sono chiuse. E per tutta la durata del periodo di isolamento non programmeremo incontri con i clienti”.
Nonostante l’emergenza contagi, molti cantieri non si fermano. A Perm, ad esempio, 8.700 operai hanno continuano a lavorare alla costruzione di un edificio. I processi di costruzione, infatti, rientrano nella categoria della "produzione continua".
"Un cantiere è un progetto ad alto rischio, ma una costruzione interrotta comporta un rischio di gran lunga maggiore", spiega Valerij Ananyev, responsabile di Atomstroikomplex. "Il coronavirus non può avere ripercussioni su progetti di importanza nazionale".
Le precauzioni per garantire la sicurezza degli operai sui cantieri non mancano: vengono distribuiti disinfettanti e mascherine, viene misurata la febbre e si creano dei gruppi di lavoro più piccoli per evitare assembramenti di gente.
Polizia e forze di sicurezza ovviamente non vanno in ferie. Così come non si fermano le guardie di sicurezza di molti edifici e negozi.
Nikolaj, una guardia che lavora per Rosgvardiya (la Guardia Nazionale della Russia) dice che l’orario di lavoro non è stato ridotto, ma che vi è un regolare controllo della temperatura corporea. “Ai dipendenti con più di 65 anni è stato chiesto di prendere un periodo di congedo e sono stati sostituiti da colleghi più giovani”, conclude.
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