Le cose per le quali i moscoviti odiano Mosca

Legion Media; Komsomolskaya Pravda/Global Look Press
Certo, gli abitanti della capitale russa amano la loro meravigliosa metropoli e ne vanno orgogliosi, ma c’è qualcosa che proprio non riescono a sopportare

L’assenza dei cestini della spazzatura nella metro

Mettiamoci subito d’accordo: la metropolitana di Mosca è meravigliosa e i moscoviti lo sanno bene.

Non bisogna certo “far aprire loro gli occhi”. Ma questo non nega il fatto che la rete sotterranea a volte non sia comoda in tutto e per tutto. Per esempio la mancanza di cestini della spazzatura, gli abitanti della capitale se la fanno andare giù solo perché non c’è proprio altra scelta. Ma a nessuno, credetemi, a nessuno, questa cosa piace. “Tutte le volte mi tocca cercare nelle tasche qualche vecchio biglietto del treno per infilarci il chewing-gum. E tutta la spazzatura va sempre tenuta nello zaino e buttata quando si torna in superficie”, racconta Marija.

La metro è stata privata dei suoi cestini fin dagli anni Settanta come misura di sicurezza contro eventuali attentati terroristici.

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La mancanza di street food buono e non costoso

Quando hai pochi soldi, con il cibo sono dolori. Gli alimenti di qualità sono venduti in ogni supermarket, o non manca certo l’offerta di ristoranti e attrazioni gastronomiche. I problemi arrivano se sperate di trovare, come succede in Europa, qualche cosa di economico, saporito e che non vi faccia restare seduti sul wc per diverse ore, nelle bancarelle o nei chioschi su strada. Un vero street food è quasi del tutto assente. Ci sono i fast food, tipo McDonald’s o Burger King, ma non è quello che stiamo cercando. Il cibo per tutte le tasche buono da mangiare va cercato con il lanternino, spesso in posti che non ti aspetteresti o con l’aiuto di internet. Su Vkontakte, il social network più popolare in Russia, c’è persino un gruppo, “TopDonerMoscow” con una rassegna dei migliori posti dove mangiare un kebab, sul quale i moscoviti pubblicano le loro recensioni su quello che è sicuramente il tipo di cibo da strada più diffuso nella capitale, anche se trovarne uno buono e senza conseguenze intestinali è davvero una sfida.

La City di Mosca e i suoi grattacieli

Qui la cosa è un po’ paradossale: i moscoviti ormai da molti anni si sforzano di fare di Mosca una metropoli europea (e molto hanno giù fatto in questo senso) ma non riescono ad amare il centro degli affari, Moscow City, un progetto che fin dall’inizio fu pensato proprio come uno spot della modernità della città, con i suoi grattacieli di stile europeo.

La City ha molti più nemici che sostenitori. Una parte di questi ultimi ancora è dispiaciuta del fatto che per far posto a queste svettanti torri di vetro abbiano abbattuto un quartiere storico della città, e l’altra parte semplicemente non può sopportare come il progetto sia stato realizzato: “In primo luogo è un posto assolutamente senz’anima, nel quale ti senti sempre come una formica; come dentro a un futuro distopico. In secondo, le infrastrutture e le indicazioni là sono orribili. È un vero labirinto. Finché trovi parcheggio e cerchi di capire dove devi andare, fai in tempo a maledire il mondo”, dice Aleksej Averjanov.

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Gli zaini e gli zainetti

Ci sono alcune cose, nei confronti delle quali nella metropolitana di Mosca tutti sono assolutamente non tolleranti, e una di queste sono gli zaini. No, non i borsoni, non le persone con le valigie nell’ora di punta, e neanche i corrieri della pizza con i loro contenitori extralarge. Ad essere odiati con tutte le forze sono proprio gli zaini. “Questa aggressiva persecuzione nei confronti delle persone con lo zaino nella metro di Mosca è proprio una discriminazione incomprensibile. Insomma, se hai una borsa gigantesca a tracolla, va tutto bene, ma se hai sulle spalle uno zainetto, ecco che diventi un nemico dell’umanità”, dice Holly Roberts, che da più di dieci anni vive a Mosca, dove è stata la cofondatrice dell’asilo britannico “Britannia School”.

La pavimentazione stradale in pietra e piastrelle

Sono dieci anni che va avanti a Mosca il processo di sostituzione dell’asfalto con pavimentazione stradale in piastrelle, e il tema continua a fan discutere. Perché in questi dieci anni è stato fatto di continuo e con estenuante lentezza, e quindi, alla lunga, non può che infastidire. Quando ti trovi continuamente di fronte dei lavori in corso, con i marciapiedi trasformati in cantieri, e ti tocca andare a camminare nel bel mezzo della carreggiata, è comprensibile iniziare a non comprendere che necessità ci fosse di rifare il look a ogni singola via, e cosa ci fosse di tanto malvagio nell’asfalto.

A volte le cose prendono una piega proprio strana: “La mattina hanno pavimentato, la sera hanno ritolto tutto. Il significato di questo ‘rituale’ non lo ha capito nessuno”, ironizza un moscovita su un forum, allegando foto per documentare l’accaduto. Le autorità danno spesso chiarimenti sugli altalenanti avanzamenti dei lavori, ma le spiegazioni non sono granché di sollievo per i moscoviti che devono correre da una parte all’altra della metropoli inciampando in un sacco di cantieri.

Gli ingorghi e i parcheggi a pagamento

Il problema di Mosca? Il traffico! Nella capitale ci sono così tante persone e automobili, che non c’è proprio modo di farle stare tutte sulle strade, per quanto larghe le abbiano costruite. A gettare benzina sul fuoco è stato poi il lavoro di maquillage del centro della capitale, avvenuto negli ultimi anni, che ha visto allargare i marciapiedi a scapito delle carreggiate. “A che servono questi marciapiedi enormi là dove a piedi ci vanno due persone di numero?”, si chiede, polemico, Vladimir Trjastsyn.

L’introduzione dei parcheggi a pagamento in centro città ha provocato altri mal di pancia (anche perché non sembra aver alleggerito il traffico, fungendo da deterrente, come si prometteva): “Può anche essere che i parcheggi a pagamento siano necessari, ma quando arrivi in centro e devi lasciare la macchina da qualche parte per 5-10 minuti, non c’è mai mezzo posto. Così non si va avanti!”, aggiunge Vladimir. Le battaglie per conquistarsi un posto nei cortili dei condomini sono diventate campali, con tanto di rappresaglie (gomme bucate, minacce, e così via…).

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Il monumento a Pietro il Grande sulla Moscova

La grande scultura di Zurav Tsereteli, che sorge su un’isola artificiale della Moscova chiamata “Strelka”, ha molti detrattori. Ormai sta là da più di vent’anni, ma i moscoviti non riescono proprio a farsi amico il monumento. Di un suo spostamento (o addirittura abbattimento) si iniziò a parlare subito dopo la sua erezione, avvenuta nel 1997. Ed ecco perché: “Non prendiamoci in giro; lo sanno tutti che il monumento era stato fatto per New York e rappresenta non Pietro il Grande ma Cristoforo Colombo. Quando i newyorkesi dissero ‘no grazie’, che a loro bastava la Statua della Libertà, lo scultore gli ha tagliato la testa e l’ha sostituita  con quella di Pietro. Il quale, chissà perché, sta in piedi su una caravella spagnola e in abiti del XV secolo. Come risultato, l’opera è di per sé abbastanza mostruosa, e ancor più perché era pensata per essere vista da lontano e con sullo sfondo l’oceano sconfinato, e qui invece è nell’alveo di un piccolo fiume, e salta subito agli occhi il fatto che sia del tutto fuori scala in questa location”, spiega l’architetto moscovita Maks Kuchinskij.

Le persone che saltano nei vagoni mentre le porte si chiudono

È per colpa loro se i treni della metropolitana non possono ripartire subito, causando dei ritardi. È per loro che il macchinista deve cercare più volte di chiudere le porte e voi contate i tentativi e vi chiedete quando finalmente ci riuscirà e ripartiremo.

“E adesso questi tipi si sono trovati pure degli aiutanti. Un omone di solito, che sta vicino alla porta e nel vedere che qualcuno, in evidente ritardo, corre, tiene bloccata la porta. E le porte in differenti vagoni sono diverse, con una delicatezza variabile dei sensori. Quante volte è già successo che dopo una manovra simile, ci sia da far scendere tutti dal treno, perché la porta si rompe! E in un treno possono esserci fino a duemila persone! E per un intelligentone che non vuole aspettare il treno successivo, restano tutte a piedi”, ha raccontato un macchinista della metropolitana di Mosca su un forum.

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I palazzoni senz’anima di venti piani e più

Mosca viene accusata di essere poco accogliente. C’è anche un diffuso modo di dire secondo il quale “Mosca non è fatta per la vita, è fatta per i soldi”. Il succo è che qui si viene per guadagnare, ma viverci non è poi così piacevole. Dicono che in parte questa reputazione sia dovuta all’effetto dei palazzoni di decine piani.

“Io non capisco, perché nel Paese che ha la più grande disponibilità di suolo, si continuino a costruire condomini di venti piani e oltre, dai quali, nel mondo normale, hanno iniziato a rifuggire già negli anni Settanta. Le persone che vivono in questi falansteri, non tengono i rapporti tra di loro e non conoscono neppure il vicino di pianerottolo. E questa architettura di per se stessa soffoca l’uomo e dà un senso di miseria”, sostiene il moscovita Bulat Mingulov.


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