All’inizio degli anni Duemila, diverse fabbriche automobilistiche russe hanno iniziato a sviluppare auto sportive. Sebbene alcuni modelli siano arrivati a essere venduti in piccoli lotti, neanche uno di di questi bolidi è entrato in produzione in serie.
Nell’ottobre 2019 è stato trasferito al museo AvtoVAZ di Togliatti il primo roadster della Lada, il Revolution, che era stato mostrato ai motor show di Mosca e Francoforte nel 2003. Faceva da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e poteva raggiungere i 260 km/h. Questo progetto è stato probabilmente uno dei più ambiziosi della AvtoVAZ: la società ha sviluppato la monoposto da zero, e non sulla base di altre vetture. Lada Revolution era stata progettata per le piste da corsa indoor, ma c’era anche una versione a due posti di questa auto sportiva.
Il progetto Lada Revolution ha avuto anche due aggiornamenti: la RS2 con sospensioni modificate e un nuovo sistema di raffreddamento del motore e la Revolution III, con un nuovo design e un motore Renault da due litri. Quest’ultima era stata presentata a Parigi nel 2008 e si pianificava la vendita su ordinazione, ma nello stesso anno il progetto è stato annullato a causa della crisi. In totale, sono state prodotte alcune decine di tali auto, e solo poche unità sono ancora in circolazione.
La auto sportive del marchio Marussia, di proprietà dell’attore e cantante rock Nikolaj Fomenko e dell’uomo d’affari Efim Ostrovskij, hanno fatto il loro debutto alla fine del 2008. Già nell’autunno del 2009, l’auto è stata mostrata al Motor Show di Francoforte.
Si trattava dell’auto da corsa B1 e della concept car B2, che differivano, in fondo, solo nell’aspetto. Entrambe le versioni erano equipaggiate con motori da 2,8 litri V6 da 420 cavalli e potevano raggiungere i 300 km/h. I motori erano prodotti in collaborazione con la società britannica Cosworth, specializzata in auto da corsa. Per arrivare da 0 a 100 chilometri orari il bolide impiegava solo 3,8 secondi. Il costo era di circa 5,5 milioni di rubli, che, al tasso di cambio di fine 2009, equivalevano a circa 122.000 euro.
In generale, Marussia Motors è stata la prima casa automobilistica russa a iniziare la produzione di tali auto premium. Le auto sportive venivano costruite a Mosca, dove c’era anche lo showroom principale del marchio.
Nel periodo 2012-2014, il team di corse della Marussia ha persino preso parte al Gran Premio di Formula 1 e il Principe Alberto II in persona ha aperto lo showroom di Marussia Motors a Monte Carlo.
Tuttavia, nel 2014 la società ha chiuso i battenti per mancanza di fondi. In totale, è riuscita a produrre solo una decina di auto di lusso. Nel 2017, l’appassionato di automobili di Novosibirsk, Aleksandr Serdtsev, ha annunciato di voler riavviare il marchio e ha persino acquistato un paio di auto, ma finora ha concluso poco. In mano a privati ci sono ancora in circolazione cinque di queste auto sportive. E uno dei primi modelli è conservato nel Museo dei Trasporti di Mosca.
I creatori dell’“Aquila” volevano realizzare un’auto sportiva molto economica. E sapete? Fondamentalmente ci erano pure riusciti! Di tutti i progetti qui elencati, questa vettura dello stabilimento automobilistico di Taganrog ha avuto il maggior successo. Nel 2013-2014, circa 200 auto hanno visto la luce, e oggi è ancora possibile trovarne qualcuna usata in buono stato.
Dell’Aquila c’era una sola versione: con cambio manuale, servosterzo e aria condizionata. E costava solo 400 mila rubli (che a fine 2013 e a inizio 2014, prima del brusco deprezzamento del rublo, corrispondevano a circa 8.900 euro). Molti patiti di auto potevano permettersela, e poi la modificavano un po’ da soli. Avevano da fare in garage: per risparmiare l’auto usciva dalla fabbrica senza materiale fonoassorbente, quindi l’abitacolo era molto rumoroso, e anche gli interstizi tra i pannelli erano giganteschi. Ma, come una vera auto sportiva, il corpo portante era realizzato in fibra di vetro, e così i guidatori non avevano certo problemi con la ruggine. Le specifiche erano come per una normale berlina: un motore da 1,6 litri (Mitsubishi) e una velocità massima di 180 km/h. Ma aveva un aspetto così aggressivo! Era una Ferrari low cost.
L’auto ebbe però scarsa domanda sul mercato, e di fatto segnò la fine di TagAZ. Era stata fondata nel 1997 e nel 2014 dichiarò bancarotta. Il suo ex proprietario, Mikhail Paramonov, ha cercato poi di far rivivere l’Aquila in Francia. Nel 2016, ha registrato la società MPM Motors alla periferia di Parigi, e ha presentato una nuova versione dell’auto chiamata MPM Erelis. “Un’auto sportiva per qualsiasi tasca”, è stata definita dai progettisti. Ma al momento anche lei resta un pezzo unico.
Ecco un’altra concept car di AvtoVAZ, questa volta basata sulla berlina Lada Vesta. L’auto ha fatto il suo debutto nell’estate 2014 al Salone Internazionale dell’Automobile di Mosca e si è fatta notare in diverse gare automobilistiche.
L’auto è stata progettata appositamente per le prestazioni nelle gare automobilistiche del Campionato del mondo turismo, a cui il team Lada Sport ha preso parte per due stagioni. Nel 2016 la casa madre ha annunciato che la società si sarebbe concentrata su gare russe di corsa su pista ovale. E a settembre 2019 AvtoVAZ ha presentato la nuova vettura Lada Vesta TCR, che dovrebbe diventare la nuova stella delle corse.
Questa Vesta da combattimento è equipaggiata con un motore Renault M5P da 1,8 litri e 350 CV e ha un cambio completamente nuovo. In precedenza, l’auto sportiva era equipaggiata con il motore in ghisa Renault F4RT da 2 litri con potenza analoga.
Questa roadster, che porta il nome in russo della Crimea, ha più l’aspetto di un lavoro di un gruppo di studenti per la prova finale di meccanica e… in effetti lo è. È stata realizzata all’Universita Tecnica Statale “Bauman” di Mosca, partendo dalla base di una Lada Kalina. L’auto sportiva a due posti in fibra di carbonio con cambio manuale va da 0 a 100 in in 8,6 secondi e può toccare i 220 km/h. Non abbastanza per la pista, ma per un bellissimo viaggio in l’autostrada verso il mare persino troppo.
L’auto esiste in due esemplari, e uno lo abbiamo persino testato. Inizialmente, gli addetti ai lavori sulla stampa presumevano che se il roadster fosse arrivato alla catena di montaggio avrebbe potuto avere un prezzo chiavi in mano di appena 650 mila rubli (al tasso di cambio di quel momento, 9.600 euro), ma non è andato oltre il campione sperimentale. Gli studenti hanno presentato la seconda auto nel 2019 come restyling. Il design è diventato più semplice e resistente, e hanno cambiato la frizione e le sospensioni. Alcuni dettagli sono hi-tech, come i pomelli del cambio stampati con una stampante 3d. Il bagagliaio è ancora piccolo, ma tanto con una macchina del genere non vorrete mica andarci al supermercato!
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