Aleksandr Maltsev, il campione russo che ha rotto il tabù: il nuoto sincronizzato è per maschi

Grigorij Sysoev/Sputnik
Da quando, nel 2015, gli è stato permesso di partecipare alle gare, fa collezione di medaglie. Ora sogna che il Cio, dal 2024, dia il via libera agli uomini anche alle Olimpiadi. Purtroppo, però, in rete gli hater non mancano…

Con Aleksandr Maltsev ci mettiamo d’accordo per incontrarci in un bar di Mosca. Trovare questa star mondiale tra la folla non è facile. Solo quando un ragazzo esile, dai capelli chiari e dagli occhi castani, che sta pappando uno shashlyk di pollo a quattro ganasce, alza una mano in un gesto di saluto, lo riconosco.

“Ho già ordinato, non ho avuto il tempo di pranzare dopo l’allenamento, e stavo morendo di fame”, dice con tono di scusa, il che lo fa sembrare ancora più fragile.

Noto diversi brufoli sul suo viso che lo fanno ancora più giovane. Sono in gran parte dovuti al contatto continuo con l’acqua piena di cloro delle piscine. Nel complesso, ha l’aspetto di uno studente delle superiori; se fossi una cameriera, certamente non gli venderei l’alcol. Penserei che fosse minorenne. E comunque Maltsev non lo toccherebbe: un quattro volte campione del mondo non beve, anche se ha 24 anni!

Le prime lezioni e la concorrenza “sleale” 

“Non è stato semplice trascinarmi in acqua. All’inizio è stato molto difficile non solo imparare a nuotare, ma anche lo stretching e le acrobazie. Allora ero come di legno”. Così Maltsev ricorda la sua prima lezione di nuoto sincronizzato a San Pietroburgo. Aveva solo sette anni.

Era una selezione sperimentale di ragazzini maschi in una scuola di nuoto sincronizzato. I suoi genitori avevano deciso di mandarcelo per migliorare la sua forza fisica. Forse sarebbe stato più facile fargli praticare il pattinaggio di figura: i ragazzi lo fanno da sempre, ma la possibilità di infortunarsi e dover mollare era molto più alta. 

I suoi primi successi arrivarono dopo un anno di allenamento, racconta l’atleta con malcelato orgoglio. In questo momento lo guardo con invidia: a 23 anni ho a malapena imparato a galleggiare! 

Già da ragazzino, era in grado di eseguire mosse di solito eseguite solo da campioni olimpici. E a dieci anni faceva già parte della squadra di San Pietroburgo.

“A dire il vero, non mi era però permesso di competere, perché non c’era alcuna competizione per i maschi. Dovevo partecipare al programma non competitivo, non c’era possibilità di vincere una medaglia”, ricorda Maltsev. 

Dice che nonostante la mancanza di competizione, le ragazze del nuoto sincronizzato lo invidiavano lo stesso: come può un ragazzo essere più flessibile di noi? Anche gli allenatori, che erano pure giudici delle competizioni, erano contrari al fatto che lui prendesse parte alle gare.

“Molti me lo dicevano in faccia: ‘Alex, sei nel posto sbagliato, i ragazzi non fanno questo genere di cose’”, racconta. Il suo viso non esprime alcuna emozione particolare, ma i suoi pugni sono serrati, mentre ricorda questi fatti poco piacevoli. 

“È ora che qualcosa cambi” 

Le lezioni sperimentali di nuoto sincronizzato per ragazzi furono interrotte, ma Aleksandr rimase alla scuola di sport. Quando aveva 16 anni, il “posto sbagliato” decise di abbandonarlo una volta per tutte.

“Dovevo trovare una categoria sportiva per esibirmi, ma non ce n’era una per me. Quindi con quel pretesto, mi hanno cacciato”, dice Maltsev.

Preferisce non ricordare come si è sentito, dicendo solo che poco prima della sua esclusione ha incontrato il capo allenatore della squadra nazionale di nuoto sincronizzato russo, Tatiana Pokrovskaja, che ha chiesto alla campionessa olimpica (a Pechino) Olga Kuzhelo di proseguire con lui gli allenamenti nella sua scuola privata “Nevskaja volnà”. A questo è seguito il trasferimento a Mosca e l’inizio del lavoro con i nuovi trainer Gana e Marija Maksimova. 

“Qualsiasi sport dovrebbe essere per uomini e per donne. Se non è adatto a uno dei due sessi, è l’ora di cambiare qualcosa”, è convinto lui.

La prima medaglia 

Qualcosa è cambiato alle Artistic Swimming World Series 2015 a Kazan, dove per la prima volta furono ammessi duetti misti. Maltsev e la sua compagna di squadra vinsero l’oro nel Programma libero. Il capo allenatore Pokrovskaja non riusciva a fare altro se non gridare: “Aaaaaa! Ma davvero? Urrà!”. Ma anche le sue urla furono soffocate dagli applausi degli spettatori.

“Tutti erano felicissimi, c’era grande agitazione. Per quanto mi riguarda, dopo la dura competizione, provavo un senso di vittoria ma anche di vuoto”, dice Aleksandr parlando delle sensazioni dopo la sua prima medaglia d’oro. 

Allo stesso tempo, i commenti negativi sul costume e sul trucco di Maltsev iniziarono a comparire sotto i video online. “E questo sarebbe un uomo? Sa anche ricamare?” o “Perché non fa uno sport da uomo?”, erano tra i più innocui. Anche adesso, quattro anni dopo e con un sacco di medaglie d’oro per duetti misti in vari campionati mondiali ed europei, riceve ancora messaggi da parte degli hater su YouTube

Alla domanda se è ferito dai commenti negativi, Maltsev risponde in modo evasivo ma deciso: “Ascolto solo critiche costruttive, non insulti insensati. Non ho interesse per questo basso livello della società; molti non hanno neanche idea di cosa stiano parlando.”

La lotta continua

Il suo oro più recente, o meglio due, Aleksandr e la sua compagna Maja Gurbanberdieva l’hanno vinto ai Campionati mondiali di sport acquatici di Gwangju, in Corea del Sud, alla fine di luglio. Ma l’obiettivo finale della sua lotta, in un universo finora tradizionalmente tutto femminile, sono le Olimpiadi. Le cose si stanno muovendo nella giusta direzione. La Fina, la Federazione internazionale del nuoto, ha promesso di raccomandare al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) di introdurre duetti misti alle Olimpiadi del 2024, che si terranno a Parigi. 

“Strappare il biglietto per le Olimpiadi è la mia massima priorità. Spero davvero che la decisione del Cio sia favorevole. Altrimenti rallenterà lo sviluppo della disciplina”, dice. 

Nel frattempo, ha due mesi di riposo prima di prepararsi per la prossima competizione. Maltsev deve ancora decidere cosa fare nel suo tempo libero, ma non ha in programma di viaggiare: “Ho fatto fin troppi voli dallo scorso anno”. 

Solo ora noto le borse sotto gli occhi. Lo sport, anche se coreografico come il nuoto sincronizzato, è pur sempre un duro lavoro.

 

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