Chi sono gli idoli della gioventù russa?

Aleksandr Kislov
Per potervelo dire, abbiamo chiacchierato per giorni con adolescenti tra i 12 e i 18 anni e guardato i 100 video più popolari dello YouTube russo. La cosa che lascia più a bocca aperta è la enorme varietà di registro e contenuti

Una ragazzina con la faccia tonda e gli occhi azzurri è seduta nella sua stanza di fronte al monitor. Dietro di lei c’è una lampada a led con la scritta “Girls Girls Girls” e un tavolino per il trucco. La sua faccia tradisce il nervosismo. Dopo un respiro profondo, clicca sul mouse e, guardando nell’obiettivo della webcam, dice: 

“Mi chiamo Katja Adushkina, ho 15 anni, sono una videoblogger, pratico anche la musica e la danza. Ma, come tutti gli scolari di tutto il mondo, sono interessata al problema del peggioramento dell’ecologia…”

Questo è un estratto dalla linea diretta annuale del presidente russo Vladimir Putin. Quando è arrivata a chiedere al Capo dello Stato delucidazioni sui problemi della raccolta differenziata, Adushkina filmava già video sui social da cinque anni, aveva pubblicato diversi videoclip e ora ha in totale circa 10 milioni di follower tra YouTube e Instagram. Sul famoso social network russo VKontakte potete trovare centinaia di pagine false a suo nome, perché Katja è un esempio per milioni di ragazze russe dai 10 ai 15 anni. Eppure, prima della linea retta con il presidente, Adushkina non aveva mai parlato di problemi sociali neanche una sola volta.

Un amore scolpito con i chewing gum 

“Questo ricorda molto un’operazione di pr, che l’ha portata immediatamente a essere elogiata” “Accidenti, perché farsi pubblicità per la 273837538292 volta?”, Dopo la sua domanda a Putin, il fan group di Adushkina, ha iniziato rapidamente a riempirsi di commenti negativi.

Tuttavia, la sua domanda è corretta, ed è stata fatta nel momento giusto, secondo Angelina, 12 anni, della città di Krasnoarmeskoe (700 km da Mosca). Di cosa succeda con la spazzatura e come differenziarla lei non sa niente. Ma la giovane studentessa guarda i video della Adushkina ogni giorno e vorrebbe diventare come lei, il suo idolo. Alla domanda, in cosa si senta peggio della blogger, risponde senza pensarci troppo di non essere così adulta e di sorridere raramente.

Alla domanda “Perché vuoi essere come lei?”, Angelina manda un paio dei suoi video preferiti girati dalla Adushkina. Nel video, Katja mostra di condurre una vita “lussuosa” “adulta”, inaccessibile a una bambina di una città di provincia: abiti firmati e cosmetici di marca, video girati in Spagna e video in cui canta con uno sguardo spensierato su come darsi il rossetto alle labbra in modo tale che gli occhi ai ragazzi intorno diventino “tondi come un rublo”.

Per togliere un po’ di grigiore alla vita di tutti i giorni, Angelina e la sua amica Tanja chiedono periodicamente ai loro genitori i soldi per comprare tutto ciò che pubblicizza la Adushkina. Entrambe sognano una cosa: crescere e guadagnare non meno del loro idolo. 

I più attivi vanno alle riunioni dei fan e i più ingenui si mettono a comunicare con gli amministratori delle pagine false di Katja, immaginando di essere entrati a contatto con la vera celebrità. Qualcuno sotto i banchi di scuola scolpisce il suo nome con i chewing gum, e di questo si sono lamentati in uno dei fan group della Adushkina.

Canzoni pop sul divorzio 

Una brunetta snella in jeans e maglietta nera si bagna le mani in una piscina per bambini, e poi le incrocia in uno strano ballo. Una canzone pop suona in sottofondo. Il testo dice: “Le tue parole sono acqua, non va bene. Tu sapevi fregarmi, ma io non volevo divorziare.”

Questo è un estratto dal video della modella principiante Arina Panteleeva, 16 anni, sul social network TikTok. Ama essere fotografata e dipingersi le labbra con un rossetto rosso. Il suo video è un flashmob su un testi della popolarissima cantante e blogger russa Olga Buzova, che ha 15 milioni di follower su Instagram. Tre anni fa, la cantante ha divorziato da suo marito, un giocatore di calcio. Quasi tutte le sue canzoni parlano del tradimento degli uomini e del potere delle donne, e sotto i suoi video su YouTube ci sono innumerevoli commenti degli hater. Tuttavia, pubblicizza costantemente showroom, patatine, carte di credito, assorbenti, e riempie sale da concerto in tutta la Russia, di fan come Arina.

“Se la segui, noterai che passa costantemente il suo tempo al lavoro: riprese, spettacoli, concerti e così via. Io stessa ho avuto esperienza nelle riprese e so quanto sia difficile”, dice Arina.

E aggiunge che anche a 16 anni non avrebbe energia per fare tutto questo. 

Un’altra fan della Buzova, Svetlana, è sicura: Olga insegna semplicemente a vivere senza complessi e ad andare avanti, nonostante gli ostacoli. Per questo, è probabilmente la cantante più “popolare” della Russia. 

Si può avere una non alta considerazione del significato sociale e culturale di ciò che fanno Buzova e Adushkina, ma quando si parla con le ragazze delle piccole città di provincia, ci si chiede: “se queste canzoni e questi blog le aiutano a sorridere e a superare le difficoltà della vita, perché pretendere che abbiano contenuti da cultura alta?”. 

Rap “rilassante” 

Nella città di Kuznetsk, nella regione di Penza, ci sono 30 gradi. Ragazzi in T-shirt, finte Nike e pantaloncini con le righe escono da un edificio a nove piani in mattoni grigi. Ognuno ha una bottiglia di birra in mano. Insieme vanno verso una Zhigulì color melanzana. Uno dei ragazzi, biondo, alto e muscoloso, siede sul sedile anteriore e inizia a trafficare con l’autoradio. Un minuto dopo nel cortile risuona la musica a palla, attraverso la quale si distinguono a malapena le parole: 

“Ecco i miei ragazzi, vogliono mangiare 

Vogliono troie – e io ce le ho 

E quindi ce le hanno anche loro, questo è il mio codice d’onore 

Ne prendo due, anche se potrei averne sei!” 

È il testo di “Monetka” (“Monetina”) del rapper Oleg LSP. I suoi video raccolgono da diverse centinaia di migliaia a 26 milioni di visualizzazioni su YouTube, e ad aprile ha tenuto il primo concerto da stadio. Aveva l’abitudine di scrivere brani con il suo amico Roma, un inglese scomparso nell’estate del 2017. A proposito, il video di questa canzone è stato bloccato sul territorio russo dal Roskomnadzor, il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, per l’accusa di promuovere il suicidio. Ma su YouTube si possono trovare tracce di altri rapper russi popolari con testi non meno piccanti: “Io mi sono fottuto la tua ragazza”, “Io amo una bimba, che ha il culo grosso”, ecc.

“Sì, i ragazzi con queste canzoni e le loro Zhigulì rimorchiano le tipe di campagna, che sono attratte da chi si dà delle arie da due soldi”, dice Dmitrij Sorokin, 18 anni, residente a Kuznetsk, uno dei fan di LSP. 

“Non è necessario fare sesso promiscuo e drogarsi, come nei testi dei rapper russi”, dice la fotografa in erba di 17 anni, Vika, una bionda con un piercing nel naso, anch’essa fan di Oleg LSP. 

“Ad esempio, io non uso sostanze stupefacenti e non faccio sesso con il primo che capita”, dice. “Le canzoni non promuovono un tale stile di vita, ne parlano solo, e in parte se ne prendono gioco”.

In questi pezzi, lei è attratta dal testo provocatorio, dal bit e dal flow. “All’inizio il significato del testo può sembrare assolutamente volgare e assurdo, ma già dopo un giorno non riesci a staccarti da queste tracce.” 

“Se voglio pensare a qualcosa, ho un cervello. La musica mi serve solo per ballare e rilassarmi”, dice Vika. 

I Let’s Play alla russa 

Alevtina è una ragazza di 15 anni fragile e silenziosa. Conosce le capitali di tutti i Paesi del mondo, adora dire le parolacce, e per qualche motivo parla a se stessa esclusivamente al maschile (“sono stato”, “sono innamorato”, “non sono riuscito a superare l’esame” ecc.). Sua madre, che lavora come segretaria, è sicura che sua figlia abbia bisogno di essere mandata in un istituto per studiare come ragioniera o cuoca. Alevtina vorrebbe studiare all’estero, ma non sa dove e cosa. 

La si può trovare a casa sprofondata in un libro di Agatha Christie o al suo computer. Sul monitor più spesso ci sono dei “Let’s Play” (video in cui si vede o si sente il commento di qualcuno che gioca ai videogiochi) su Twitch o YouTube.

“Kuplinov è il giocatore più di moda e bravo”, dice, e mostra schermate del suo video. Vi si vede un uomo robusto di 30 anni, seduto al computer da gioco, che rovescia gli occhi con la bocca aperta. 

Sul suo canale YouTube ha 7 milioni di iscritti. In uno dei suoi video più famosi, che ha raccolto 8 milioni di visualizzazioni, passa in rassegna un gioco su delle infermiere che vanno spogliate. Kuplinov ci riesce: chiede all’infermiera di aprire la finestra, un uccello vola dentro e defeca sulla dipendente dell’ospedale, dopodiché lei è costretta a spogliarsi. 

“Lo aspettavamo da un po’, non male, guardate che bambola nuda!”, dice il gamer nel video.

“Ha un eccellente, sottile umorismo, può trasformare il gioco più noioso e sfigato in uno spettacolo divertente e accattivante”, dice Alja (diminutivo di Alevtina). 

“Grazie ai Let’s play e agli streaming, puoi capire se vale la pena acquistare un gioco: così tanti sviluppatori di giochi guadagnano grazie a loro”, si dice certa. 

“Negli streaming puoi imparare tattiche e trucchi che poi puoi usare poi giocando”, aggiunge Alja, e scompare di nuovo dietro al suo computer portatile. 

Non solo pop e rap 

Un ragazzo con una giacca a vento rossa è in piedi su una strada innevata. Parla del suo abbigliamento invernale: calze termiche coibentate, scarpe speciali, due strati di biancheria intima termica, pantaloni impermeabili, piumino con cappuccio, sciarpa, cappello e muffole. 

“Questo è un kit speciale con cui sarebbe possibile atterrare in Antartide”, dice. “Ma se è difficile per noi, così attrezzati, resistere, cosa provavano i prigionieri del Gulag e come potevano lavorare in queste condizioni? I loro abiti erano completamente diversi, ma il freddo estremo era lo stesso.”

Questo è un estratto dal film documentario di uno dei principali intervistatori della Russia, Jurij Dud, “Kolymà, luogo di nascita della nostra paura”, che ha raggiunto quasi 16 milioni di visualizzazioni su YouTube. Nel lavoro di due ore, parla della dura vita nella Kolymà di oggi (a 10 mila km da Mosca!) e di quella ancora più terribile, nei campi di lavoro, dove i prigionieri, per lo più innocenti, venivano inviati sotto Stalin.

“Quasi la metà dei giovani tra i 12 e i 24 anni non ha mai sentito parlare delle repressioni di Stalin. L’abbiamo presa come una sfida”, spiega Dud sullo sfondo dei paesaggi invernali. 

“È ora di smettere di difendere Stalin. Questo film si è rivelato molto emozionante per qualsiasi spettatore”, ha detto lo studente diciassettenne di Khabarovsk, Sergej Basov. Fuma sigarette, porta capelli a caschetto, ascolta rap e rock. Dopo il documentario, si  finalmente fatto un’idea su Stalin, che ora definisce  “quel merdoso”. 

Altri giovani fan di Dud sono d’accordo con lui. Guardano non solo i documentari sulle repressioni staliniste o sul primo festival rock in Unione Sovietica, ma anche interviste con musicisti, politici, registi e blogger famosi, dove non mancano le domande “Quanto guadagni” o “Ti masturbi?”.

Per Sergej e migliaia di giovani, è quasi l’unico “giornalista onesto che non ha paura di parlare di argomenti che interessano ai giovani”. 

Anche un altro popolare blogger russo, BadComedian, è amato perché non ha paura. Realizza critiche pepate sui film russi, spesso finanziati dal Ministero della Cultura della Federazione Russa. 

La società cinematografica Kinodanz, dopo una recensione negativa sul film russo “Beyond the Edge” (2018) ha presentato causa contro il blogger per violazione del copyright. Più tardi, il capo del Dipartimento di Cinematografia del Ministero della Cultura, Olga Ljubimova, commentando i procedimenti giudiziari, ha dichiarato che la Russia mancava di buone e costruttive critiche cinematografiche. Kinodanz ha poi ritirato la sua causa.

Il diciassettenne Egor di Rostov sul Don non ha guardato “Beyond the Edge”, come altri film russi: la recensione di BadComedian gli è bastata.

“Dopo la recensione, ero sicuro che il film fosse girato male e non mi interessasse”, spiega Egor. 

Dopo aver parlato con gli adolescenti, inizi a capire perché, sui loro smartphone, accanto a rapper e blogger, ci siano intervistatori popolari e clip molto serie sull’innamoramento (come farne a meno), sulla condanna della violenza domestica o sull’accettazione di se stessi

Tutto questo, comprese le canzoni pop, i vlog di viaggio e i let’s play, li aiutano ad allontanarsi dai problemi personali, a cominciare a lottare per una vita migliore o ad acquisire un po’ più fiducia in se stessi. In fin dei conti, questi video ti aiutano a convincerti che sei a posto, e che hai il diritto di esprimere la tua opinione sotto forma di una recensione di un’ora, o di una clip di tre minuti.

“Ci piacciono tutti quelli che non hanno paura di parlare di quello che interessa loro; non importa come. Siamo felici di ascoltarli, perché è la loro verità. E la nostra, dice Vika (la fan di LSP) dei suoi idoli. Gli altri ragazzini sono d’accordo con lei.

 

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