Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, le forme di appellativo usate nella Russia zarista divennero obsolete. Nell’Impero russo esisteva un complicato sistema per rivolgersi alle persone. Nobili e nobildonne, funzionari pubblici e ufficiali militari, rispettati mercanti e sacerdoti: era necessario conoscere il grado e la posizione per scegliere la forma più appropriata, e tutte le formule erano decisamente rispettose, tipo “sua signoria”, per intenderci. Solo la gente semplice, proletari e contadini, non avevano nessun appellativo. Queste regole enfatizzavano l’ineguaglianza della società russa, e i bolscevichi erano desiderosi di cambiare alla base le cose.
La rivoluzione francese aveva cambiato la lingua
Dopo che la nobiltà fu abolita in Francia durante la Rivoluzione del 1789, i francesi escogitarono una nuova forma di appellativo per le persone libere: “citoyen”, “cittadino”. Anche l’ex re di Francia venne definito “il cittadino Louis Capet”. Ma in Russia, usare la parola “cittadino” (“grazhdanìn”) dopo la Rivoluzione era un po’ stonato. Il concetto implicava diritti e libertà democratici, borghesi, proprio come in Francia, ma i bolscevichi puntavano a una diversa struttura sociale e statale, quella socialista; quindi c’era bisogno di una parola diversa.
Le idee socialiste erano nate in Germania, e i primi socialisti adottarono “Kamerad” come loro forma di appellativo. La parola veniva dallo spagnolo “camarada” e significa letteralmente “compagno di studi in un collegio” (dormivano insieme in “camerata”), ma poi è passato a indicare il “compagno d’arme”, il “commilitone” e quindi anche chi militava in una stessa organizzazione politica. In Italia “camerata” divenne dal 1926 l’appellativo ufficiale dei membri del Partito Nazionale Fascista.
Dopo la Rivoluzione francese e le rivoluzioni europee del 1848, il “kamerad” divenne un appellativo amato dalle persone che condividevano le stesse idee socialiste e, cosa più importante, che lottavano per realizzarle. Ma i russi non dicevano “kamerad”. Avevano la loro parola: товарищ; “tovarisch” (nel vocabolario italiano è entrato nel XX secolo con la grafia “tovarisc”).
Il primo significato? “Socio in affari”
In russo, “tovarisch” inizialmente non significava “compagno”, ma “socio in affari”. La parola, probabilmente di origine turca, contiene infatti la radice “tovar”, che in russo vuol dire “merce”. Il tovarishch era dunque un partner in attività commerciali, o la persona con cui si facevano affari. Quindi aveva una connotazione di mercato. Tra i cosacchi, un membro legittimo della comunità era indicato come un tovarisch. Il termine era anche usato nel servizio civile. Dal 1802 al 1917, esisteva la posizione di “tovarisch ministr”; vice ministro.
Dopo la Rivoluzione, i bolscevichi adottarono rapidamente il tovarisch come forma universale di indirizzo usata per il popolo comunista. A differenza di Luigi XVI, che fu chiamato “cittadino Louis Capet” dopo la rivoluzione francese, lo zar Nicola Romanov non fu però chiamato “tovarisch”. Non poteva esserlo; non era “uno dei nostri”. “Non sei un nostro tovarisch” (Ты нам не товарищ; “Ty nam ne tovarisch”) era il peggiore insulto tra i bolscevichi, e negli anni Trenta poteva suonare come una condanna a morte, perché ti etichettava come un nemico del popolo.
Tovarisch o cittadino?
Nei procedimenti ufficiali, come i processi o la corte marziale, il termine “grazhdanìn” (“cittadino”) alla fine entrò in uso. Un “cittadino” non era necessariamente un “tovarisch”.
La forma femminile non veniva applicata alla parola tovarisch (“tovàrka”, che inizialmente esisteva, cadde presto in disuso). Alle donne ci si riferiva usando la forma maschile. Tuttavia, i cognomi russi declinabili davano una mano: “tovarisch Ivanova” era la compagna Ivanova; “tovarisch Ivanov” il compagno Ivanov.
Tra i militari sovietici (e poi russi, ucraini e bielorussi), il “tovarisch” divenne il modo ufficiale di chiamarsi. I superiori ancora oggi si rivolgono ai subordinati usando il loro rango e cognome, oppure il loro rango e “tovarisch”: “Capitan Petrov” o “Capitano tovarisch”. I subordinati si rivolgono ai superiori usando solo il tovarisch e il grado: “Tovarisch Primo tenente”, “Tovarisch Colonnello”.
Nella tradizione sovietica, i leader del Partito Comunista venivano sempre indicati come “tovarisch”: Tovarisch Stalin, Tovarisch Brezhnev, e così via.
E oggi? Suona leggermente ironico
Oggi in Russia non esiste una forma di appellativo ufficiale. Nelle occasioni formali, vengono usati i pre-rivoluzionari “gospodìn” (“signore”) e “gospozhà” (“signora”), ma non nella vita di tutti i giorni.
“Grazhdanin” (“cittadino”) ora ha una connotazione formale e persino ostile; un ovvio cenno ai tempi sovietici. ‘Tovarisch’ è ora usato in gran parte ironicamente. Per denotare un conoscente, un russo preferisce usare “prijatel” (“amico”) o “znakomyj” (“conoscente”). Un russo che si riferisce a qualcuno come “tovarisch” è molto probabile che stia cercando di risolvere scherzosamente un conflitto o una situazione di disagio, come un educato litigio pubblico a bordo di un treno della metropolitana o una discussione su chi era prima in fila in un negozio o alla posta.
Dieci libri per bambini sovietici incredibilmente propagandistici