Come un manager britannico ha affrontato trent’anni di turbolenta vita russa

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Arrivato sul finire dell’Unione Sovietica, ha attraversato i pericolosi anni Novanta (con tanto di scontri con la malavita), ha lavorato a Mosca, San Pietroburgo, Saratov e persino in Siberia, e oggi si occupa di edilizia green. Ecco la vita non comune di Guy Eames

Anche se quando ero bambino si vivevano gli anni peggiori della Guerra fredda, ho sempre desiderato venire in Russia e conoscere persone comuni. Eppure è stato solo nel 1989 che sono arrivato qui per la prima volta. In un campo estivo in Ungheria, nel 1987, mi ero fatto alcuni amici tra i membri della delegazione sovietica, e mi hanno invitato a Leningrado e a Mosca. Ricordo ancora di essere sceso dall’aereo a Sheremetevo e di aver visto delle strane macchine coperte di neve. Sono stato benissimo in queste due città affascinanti e mi si è aperto un mondo completamente nuovo. 

Ero l’unica persona a scuola a studiare il russo. In Inghilterra avevamo un sistema in cui tutti studiavano il francese. Se eri bravo, ti proponevano di aggiungere il tedesco e poi, se riuscivi bene anche in quello, potevi proseguire con il russo o lo spagnolo. Ed è quello che ho fatto. 

Dopo aver studiato European Business Administration mi è stato offerto un lavoro di sviluppo commerciale a Mosca da TNT Express; il corriere. Era il 1991, e l’Unione Sovietica stava per giungere a fine corsa, ma furono due anni incredibili. Ogni giorno andavo in visita agli uffici di rappresentanza delle compagnie estere a Krasnopresnenskaja (ora nota come International Trade Center) per offrire i nostri servizi di consegna. Avevamo una Lada Niva russa dipinta con i colori di TNT ma la odiavo e cercavo di sbarazzarmene guidando come un pazzo tra buche e cumuli di neve per ottenere una macchina di fabbricazione straniera, ma non funzionò: la Niva era davvero costruita come un carro armato!

Poi ho lavorato nel settore del legno a Irkutsk per un anno (una mentalità completamente diversa e un freddo pazzesco) e in seguito mi è stato offerto il lavoro dei sogni come direttore commerciale di Delta Telecom, il primo operatore di telefonia mobile russo (ora Skylink). Avevamo circa 3.000 abbonati, la maggior parte dei quali erano gangster o funzionari governativi. Tutti allora ci dicevano che il mercato era saturo e tutti quelli che potevano permettersi di acquistare un telefono ne avevano già uno… 

L’idea di “creare ponti” ha dominato tutta la mia carriera. Quando ero appena arrivato con TNT Express, dovevamo spiegare ai nostri azionisti nel Regno Unito e in Olanda che diavolo succedesse qui e quando lavoravo nelle telecomunicazioni era la stessa cosa con gli azionisti americani che se ne stavano a Denver, e non avevano davvero la più pallida idea di cosa stesse accadendo in Russia. Volevano mandare a lavorare qui persone che non parlavano russo e non sapevano nulla del Paese. Io scherzavo sempre sul fatto che non avevamo bisogno di nessun americano che non fosse in grado di indicare sulla mappa le città dove eravamo attivi. 

Abbiamo avuto anche a che fare con i gangster negli anni Novanta. Ho lavorato a Saratov per un po’ di tempo e abbiamo avuto grossi problemi con un gruppo criminale locale. Io e il mio collega, un ragazzo olandese-russo, stavamo effettuando un’inchiesta interna per scoprire se stessero entrando nel nostro sistema di fatturazione e facendo chiamate gratuite, e si è scoperto che questo a qualcuno non era piaciuto. Una sera, due tizi poco raccomandabili che brandivano dei tubi di metallo ci hanno aspettato fuori dal nostro ufficio. Io sono riuscito a scappare ma al mio collega hanno spezzato entrambe le braccia. Il giorno dopo è partito per l’Olanda e ha detto che non sarebbe più tornato. Ho deciso di rimanere e per alcuni mesi ho vissuto con le guardie del corpo. Quindi, dopo un anno, abbiamo vinto. 

Una delle cose che ho imparato dal trattare con i russi è non ostentare e non essere arrogante. Una volta, a Nizhnij Novgorod, ho incontrato il dirigente di una compagnia locale, la Electrozvyaz, e mi era stata affidata una lista di 25 diverse azioni di marketing da imporgli. Dissi: “Senti Nikolaj, sono uno stupido straniero e sono pagato dalla mia compagnia per darti queste raccomandazioni. Ti suggerisco di prendere questa lista, aspettare che me ne vada, buttarla via e continuare a vivere la tua vita normalmente. Due anni dopo, quando ci siamo incontrati di nuovo, è risultato che Nikolaj non solo aveva conservato quel foglio, ma aveva già realizzato 23 punti e stava lavorando per implementare i rimanenti due. Immaginate la mia sorpresa! 

Nel 2005 ero salito al vertice del settore delle telecomunicazioni russo, ma poi sono rimasto deluso dal modo in cui si concentrava solo sulla ricerca di modi per spennare la gente. Così ho lasciato la Russia e sono andato a studiare lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico. Nel 2009 sono stato richiamato in Russia (è come una droga!). Mi è stato offerto di guidare il Green Building Council, promuovere idee di bioedilizia e formare una comunità, unendo le società interessate sotto la nostra egida. C’erano alcuni sviluppatori internazionali e russi che cercavano una persona con competenze sia in inglese che in russo, esperienza di lavoro in Russia e conoscenza della bioedilizia; quindi negli ultimi nove anni e mezzo sono stato molto conosciuto in Russia, come fondatore del movimento “green building”. Ora lavoro come consulente oltre a presiedere la RuGBC - Planet 2030 Ltd, che gestisce progetti internazionali di sostenibilità. 

Quasi la stessa settimana in cui è stato registrato il Green Building Council, venne annunciato che la Russia avrebbe ospitato le Olimpiadi del 2014 e il Paese si sarebbe impegnato a utilizzare gli standard di “costruzione ecologica”. Ma la cosa si rivelò un vero problema per le autorità, perché nessuno sapeva davvero come fare. Non c’era un solo edificio ecologico in Russia in quel momento. Abbiamo contattato Olympstroy (l’ente responsabile della consegna di tutti i lavori di costruzione per le Olimpiadi) e quasi il giorno stesso abbiamo concordato la gestione della parte green di tutti i lavori di costruzione, sancita poi ufficialmente durante una cerimonia ad alto livello al Forum degli investimenti di Sochi. 

Avendo vissuto gli ultimi tre decenni della storia della Russia, ho assistito al lungo corteggiamento tra Russia e Occidente. Dopo il 1991, gli ex nemici cercavano di saperne di più l’uno dell’altro e la Russia era ansiosa di prendere tutto da oltre confine: film, musica, beni di consumo, ecc. Ora i russi iniziano invece a pensare di più a cosa significa essere russi e a quale dovrebbe essere il loro posto nel mondo. Hanno fatto marcia indietro rispetto agli eccessi dell’influenza occidentale e penso che sia un processo naturale. 

La Russia può insegnare al mondo tante cose. È un Paese fantastico, con un grande potenziale, con gente simpatica e una vera anima, una cosa che in realtà non esiste più in Inghilterra, penso. Ho lavorato nel mio Paese solo per alcuni anni, ma non ho visto lo stesso senso di amicizia tra le persone che lavorano insieme. In Russia, indifferentemente dalla compagnia per cui lavori, le persone sviluppano legami personali e la capacità di capirsi e condividere i problemi insieme. Puoi avere conflitti, ma senti davvero un legame speciale con amici e colleghi.

 

Questa storia fa parte della nuova serie di articoli di Russia Beyond sui professionisti stranieri che lavorano e fanno affari in Russia. Conoscete qualcuno che potrebbe avere qualcosa da dire o volete condividere la vostra esperienza personale? Vi preghiamo di contattarci qui: direttore@it.rbth.com

 

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