Uno show televisivo russo ha rivoluzionato i rapporti nei confronti del cancro

Pyatnitsa!
La società russa non è molto pronta a rapportarsi con i malati terminali, ma uno show innovativo ha mostrato che si può interagire con le persone con problemi oncologici gravi in modo ben più positivo del solito, e realizzare alcuni loro sogni

– A cosa stai pensando?

– A niente. Mi sento bene e non sto pensando a niente.

– Non capisco. Sei felice?

– Certo, che sono felice! Solo, non sono bravo a mostrare i miei sentimenti. 

Questo è un estratto dallo show russo “Poprosì u neba” (“Chiedi al cielo”), una coproduzione tra il canale televisivo Pyatnitsa! e diverse organizzazioni senza scopo di lucro. Il presentatore Semjon Zakruzhnij sta parlando con Vlada Njukhtik, una ragazza di 23 anni dall’aspetto serio di San Pietroburgo. Stanno parlando sulla veranda di una piccola casa sulla spiaggia in Italia, con lo sconfinato mare blu davanti a loro. 

Vedere il mare e bere una tazza di caffè di fronte alle onde era nella lista dei sogni di Vlada. Vlada ha un carcinoma, un tipo di cancro della pelle che può colpire anche i rivestimenti degli organi interni. “I medici dicono che la sua malattia è terminale e ora stanno facendo del loro meglio per prolungare la sua vita”, dice Zakruzhnij. È una delle quattro partecipanti dello show, ognuna delle quali lotta contro il cancro.

Ispirato a film come “Knockin’ on Heaven’s Door” (1997) e “Non è mai troppo tardi” (2007), “Poprosì u neba” offre alle persone colpite dal cancro la possibilità di rilassarsi e vivere più che possono intensamente. All’inizio di ogni puntata, Zakruzhnij chiede al partecipante di scrivere i propri sogni, e quindi il team di produzione fa tutto il possibile per soddisfarli, sia che si tratti di un viaggio in Italia, di vedere un elefante o di una cena in famiglia con i loro genitori.

Uno stigma duro a morire 

Per la tv russa, il tono e lo stile utilizzati in “Poprosì u neba” sono piuttosto insoliti. Zakruzhnij tratta i malati di cancro come amici, scherza e ride con loro, parlando loro della vita e non della morte. È un approccio nuovo: purtroppo l’atteggiamento pubblico prevalente nei confronti del cancro in Russia è meno aperto. 

A volte, le persone faticano a capire cosa sia il cancro. Nel dicembre 2018, i residenti di un condominio di Mosca hanno firmato una petizione per chiedere l’espulsione delle famiglie i cui bambini erano affetti da cancro, dicendo che erano preoccupati che potesse essere contagioso, il che è impossibile dal punto di vista medico. 

Conversazioni sul cancro 

L’altro problema è la mancanza di comprensione: parlando con i malati di cancro, le persone adottano spesso un atteggiamento tragico, o pietoso, che non fa che peggiorare la situazione. “Ciascuno dei nostri partecipanti ci ha detto che il fatto di compatirli non fa che peggiorare le cose. Non vogliono essere compatiti. Sono esseri umani, proprio come il resto di noi”, ha detto Zakruzhnij a Russia Beyond.

Sapere come parlare del cancro con le persone affette dalla malattia è di fondamentale importanza. Secondo le statistiche dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il cancro (tutti i tipi) è una delle malattie più diffuse al mondo e la seconda causa di morte. “Molti di noi avranno a che fare con il cancro prima o poi, quindi è importante non rendere la situazione ancora più stressante per i pazienti con frasi e pianti”, spiega Zakruzhnij. 

Una strada ancora lunga e difficile 

Affrontare una questione così delicata su Pyatnitsa!, un canale scanzonato che è famoso per i suoi spettacoli di intrattenimento e di viaggio, non è stato un compito facile. Collaborando strettamente con varie organizzazioni benefiche, gli autori hanno scelto quattro pazienti ai quali i medici avrebbero permesso di lasciare l’ospedale per brevi periodi. Hanno quindi concordato tutto con i partecipanti. 

Soddisfare i sogni di persone la cui vita è a rischio non è facile. Nel primo episodio dello show, Julia voleva andare in Georgia, ma non ce l’ha fatta: il suo dottore ha detto che era troppo rischioso per lei. Questo accade spesso, quindi i produttori hanno dovuto essere molto flessibili, adeguando il lavoro in base alle condizioni del paziente. 

“I sogni non devono uccidere”, sottolinea Aleksej Pshonkin, un medico che si prende cura di due dei partecipanti. In “Poprosì u neba”, i medici hanno sempre l’ultima parola. 

Vivere il sogno 

In ogni episodio, il pubblico vede come delle persone in grande difficoltà, travolte dalla chemioterapia, dai farmaci e dalle cure ventiquattr’ore su ventiquattro, ricominciano a sbocciare. Sorridono e ridono, parlano del futuro e di come vogliono vivere la loro vita. Non importa quanto tempo i medici dicono che resti loro.

Dopo essere andata in Italia, Vlada, che ama dipingere, ma prima rimaneva seduta sul divano in una sorta di torpore, si è riempita di progetti e gioia di vivere. “Ho intenzione di vivere la mia vita in modo diverso”, dice. A dicembre 2018, continua a vivere attivamente, dipingendo e combattendo la diffusione della sua malattia. 

Così fanno gli altri partecipanti allo spettacolo. Ormai ce ne sono quattro. “Anche parlando davanti alla telecamera, ci hanno detto che li abbiamo aiutati a vivere uno dei giorni più felici della loro vita”, dice Zakruzhnij.

Ci sarà una nuova edizione del programma?

Sfortunatamente, le prospettive per lo spettacolo per ora sono imprevedibili come la vita dei suoi protagonisti. “Era un progetto sociale, con l’obiettivo di parlare a un pubblico giovane di questioni importanti, senza toni tragici”, aggiunge Zakruzhnij. “Non abbiamo pensato troppo ai risultati di share. E non sono sicuro che la società russa sia effettivamente pronta per un tale spettacolo. Spero che questa trasmissione vivrà in una forma o nell’altra, ma per ora è troppo presto per dire qualcosa.” 

Con solo quattro episodi prodotti e trasmessi, “Poprosì u neba” è già visto come un insolito esempio di spettacolo di intrattenimento socialmente orientato. Ekaterina Shergova, direttrice dell’ente benefico “Podarì Zhizn” (“Dona la vita”), che lavora a stretto contatto con i malati di cancro, dice: “Ringrazio questo spettacolo per aver dato un’altra visione dei nostri pazienti, non attraverso la lente della pietà, ma con ammirazione per il loro coraggio e la loro saggezza”.

 

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