Poliamore: come cambiano le regole nelle relazioni e nel sesso

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In Russia la società non è ancora del tutto pronta a un’aperta sconfessione dei rapporti monogamici tradizionali, ma i poliamorosi ritengono che sia solo questione di tempo. Del resto, perché – dicono – avere dieci “amori eterni” uno dopo l’altro dovrebbe essere eticamente meglio di avere due partner in contemporanea?

Mi immaginavo di vedere persone con cocktail tra le mani in pose lascive, ragazze con le spalle nude, due o tre o quattro persone baciarsi da qualche parte in un angolo. Mi aspettavo il peggio, dopo aver ricevuto un messaggio da uno sconosciuto un’ora prima dell’incontro: “Vieni. Siamo nell’armadietto. Ci divertiamo con le ragazze e giochiamo un po’.” La settimana prima avevo pubblicato un post con la richiesta di invitarmi alla prossima festa. Ma la realtà si è dimostrata molto più terra terra.

L’armadietto era una piccola saletta fumosa in un jazz bar nel centro di Mosca: un seminterrato senza neanche l’insegna, tra un negozio di alimentari e una caffetteria. Il nomignolo è dovuto al fatto che ci si entra passando per il guardaroba nel corridoio della taverna. Invece di cappotti e grucce, nell’armadio c’è il passaggio segreto. Sei persone erano riunite attorno al tavolo. Era un tea party e sul tavolo c’era un domino.

“Non aspettiamo nessun altro. Gli altri erano troppo stanchi dopo l’orgia e non vengono”, ha detto un ragazzone grande e grosso, dalla barba rossa e con la pipa, tra le risate generali.

Si fa chiamare Tur, l’equivalente russo di Uro, il grande toro selvatico estinto ormai da secoli. Nella stanza ci sono anche quattro ragazze e Ian, un transgender non-binario, il che significa che non si considera né donna né uomo. Tutti i presenti condividono lo stesso modo di vivere, una filosofia, una visione moderna dell’amore inaccettabile per la maggior parte della società. Tutti loro hanno relazioni (o accettano di poterne avere) con diversi partner contemporaneamente, e ciascuno dei partner sa dell’esistenza degli altri.

“Siamo poliamorosi. Detto in breve: la nostra filosofia è una ‘non monogamia etica’, se vogliamo dirla in modo molto semplice”, spiega Tur.

Un matrimonio a pezzi

Tempo fa, il quarantunenne Tur aveva una moglie, il loro felice matrimonio tradizionale andava avanti da quasi dieci anni e lui era stato il primo e unico uomo della vita di lei. Fino al momento in cui la moglie si innamorò di un loro allievo.

“Avevamo un teatro di spettacoli con il fuoco, di fire performance. Si univano a noi sempre nuovi membri. Venne un ragazzo. Lo crescemmo e gli insegnammo tutto. Ma a un certo punto lei capì di amarlo. E mi disse che mi lasciava”, racconta Tur. “Ma lo fece aggiungendo questa frase: ‘Se avessi avuto un’educazione diversa, avremmo potuto vivere tutti e tre insieme’”.

Tur aggiunge anche che non potevano avere bambini, e che la moglie riteneva che fosse colpa di lui. In uno dei momenti di crisi della loro vita coniugale lei lo chiamò “impotente”. Dopo questo fatto lui andò da solo a un festival, e là si innamorò di lui una ragazza. Questa gli disse di volere dei bambini da lui. Lui non esitò neanche un attimo. Ed ecco che nove mesi dopo nacque quella che per ora è la sua unica figlia. E lui decise di essere pronto alle relazioni poliamorose.

Ancora adesso lui è a capo del teatro, ma ormai senza la moglie. E inoltre costruisce e vende case, fa il consulente immobiliare, costruisce antiche imbarcazioni come drakkar o ushkuj (quest’ultima usata nella Rus tra XI e XV secolo) e naviga con esse nel nord. Una delle sue ragazze gli siede vicino, tenendogli la testa sulla spalla. Si è presentata con il nome di Lisjonok (“Volpina”). Porta una T-shirt molto più grande della sua misura e ai polsi sottili ha dei braccialettini di perle multicolori. Ha 18 anni.

Si sono conosciuti su internet e la loro relazione va avanti da quasi un anno. Per i primi sei mesi il rapporto era monogamico. Poi lei si è innamorata di una ragazza. Tur le disse che non c’era niente di sbagliato in questo. Che era normale che lei amasse anche qualcun altro. E per la prima volta le parlò del poliamore.

Ora Lisjonok ha due ragazze, due ragazzi e Tur, che vive con lei per la gran parte del tempo.

“Olga, Aska…”, Tur conta sulle dita, cercando di ricordare con quante ragazze ha avuto rapporti negli ultimi due mesi. Ma le dita non bastano. Gli altri ridono, coprendo la musica jazz che arriva dalla sala vicina.

“Si tratta di qualche decina di ragazze”, dice alla fine Tur. È a suo agio. I suoi occhi sono impassibili. Tutto nella sua posa sembra dire “Embè, dov’è il problema?”.

“A qualcuno potrebbe non piacere”

Ma quindi il poliamore è quando vai a letto con più persone. O non è sempre una questione di sesso?
“No, non si tratta di qualcosa di specifico: amore o sesso. Riguarda la varietà di relazioni e possibilità”. A parlare è Ian, 21 anni, designer. Ha una voce stridente, capelli corti a spazzola e una canottiera che lascia scoperto il folto pelame nero sotto le ascelle.

Quando i suoi parenti non hanno preso sul serio il suo sentirsi transgender, è scappato di casa. Si è scelto un nuovo nome, che nell’antico irlandese ha il significato di “Dio è misericordioso” e nell’antico ebraico di “Dono di Dio”. Ha un ragazzo e al momento sta solo con lui. Ma solo al momento.

Le persone che optano per il poliamore, spesso si sentono oppresse nelle relazioni tradizionali. Manca loro l’aria. E poi non vorrebbero mai dover fare una scelta netta e definitiva tra le persone per le quali provano dei sentimenti. Semplicemente non capiscono perché dovrebbero.

“Questo vi potrà sembrare una cosa cattiva, ma in realtà non offende nessuno”, dice Ian. Descrive la relazione poliamorosa come una relazione che prende la forma che ti è più confortevole. Non ci sono modelli universali, non c’è la “norma”.

Tutti i partner possono amarsi l’un l’altro e vivere assieme. Ci sono poi relazioni in tutto gira intorno a una sola persona, che è amata da più partner, che però tra di loro non provano nulla. Oppure nella coppia ci può essere un monogamo e un poliamoroso, e si capiscono e si rispettano l’un l’altro per quello che sono. In fin dei conti il sesso è solo una delle varie manifestazioni dell’amore. Ci sono relazioni poliamorose senza sesso e relazioni poliamorose senza amore, visto che il poliamore è praticato anche da asessuali e da aromantici.

E ancora, essere poliamorosi non significa che tu non possa ferire qualcuno o star male per qualcuno. E non vuol dire essere invulnerabili rispetto alla gelosia e al tradimento. Perché il tradimento qui non è questione di andare a letto con qualcun altro, ma relativo al rispettare le regole che ci si è dati.

Una volta il ragazzo di Ian gli ha detto: “Ho paura che qualche volta ti possa piacere di più stare con qualcun altro che non con me. E che tu mi lasci e ti metta solo con questa persona”. Ian ha cercato di spiegargli perché questo non accadrà, e che, se dovesse accadere, non sarà per colpa dell’altra persona, né perché ama di più l’altro.

Abbastanza coraggiosi

“L’istituzione della famiglia sta morendo, non c’è nessuna morale, e nessuno deve niente a nessuno, tutto quello che guida le persone sono gli istinti. Non resta che spegnere la luce”.

“Avete bisogno di una giustificazione per scopare in giro con chi vi va?”

“Ah, ok. Così ora una troia qualsiasi non è più troia”.

Questi sono alcuni dei commenti sotto un post sulla non monogamia e il poliamore, dove, a titolo d’esempio era stato embeddato uno spezzone del film “Un disastro di ragazza”. Le persone spesso giudicano male il poliamore. I poliamorosi contrattaccano: “E in cosa i vostri rapporti monogamici in serie sarebbero meglio?”.

“Non è cosa rara che le persone monogamiche abbiano nel corso della vita più partner e amanti che un poliamoroso”, dice Ian. “Quando all’orizzonte appare qualcun altro di loro interesse, pensano di dover interrompere la vecchia relazione, perché non sta bene stare con più persone allo stesso tempo”.

“Sapete cosa fanno queste persone?”, chiede Ian. “Si impediscono di essere quello che si sentono in realtà. Ingannano in primo luogo se stesse”. I poliamorosi ritengono che le persone abbiano diritto ad amare quante persone sono in grado di amare.

Nei tempestosi anni Novanta, tra gli studenti e gli alternativi si era diffusa l’espressione, un po’ ironica e un po’ eufemistica “fare all’amicizia”, dice Tur. “Diventavi amico con qualcuno e subito ci finivi a letto. Ma non per questo smettevate di essere amici o diventavate una coppia, né tantomeno moglie e marito. E nessuno riteneva che fosse male. Si usava così. In quarant’anni di vita ho visto come questo sia cambiato.” E nonostante adesso la gran parte dei poliamorosi viva in segreto e non abbia gran voglia di venire allo scoperto, Tur ritiene che sia solo un fatto momentaneo.

“Le persone hanno paura o non vogliono ammettere che le norme sociali stanno cambiando. Ma alcune sono più coraggiose per dirlo a voce alta”.

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