Se ne avete vista una, le conoscete tutte. State cercando di andare a trovare un amico che vive in un palazzone, ed è la prima volta che andate da lui. Il portone è spalancato. Ma attenzione, è una trappola: prima che riusciate a raggiungere l’ascensore, sarete raggiunti e stoppati da una voce: “Ehi! Fermo! Dove sta andando? In quale appartamento?”. E potete star sicuri, che prima di aver detto il numero di interno o il cognome del conoscente, non vi sarà permesso di andare oltre.
Stiamo parlando, nella maggior parte dei casi, della voce di una tipica babushka russa, tra i sessanta e i settant’anni, o oltre, con nervi d’acciaio e la convinzione che niente al mondo possa essere cambiato. Le portinaie dei palazzi russi sono di solito donne di questa schiatta.
È così comune che si tratti di donne, che in russo, partendo dalla parola francese concierge, è stato creato il femminile, konsjerzhka. Ma insomma, chi sono queste super portiere e perché chiedono a tutti dove stiano andando?
Non certo degli oligarchi
Di solito chi lavora come portinaio non è ricco e cerca di integrare un po’ la sua pensione (nel 2017 la pensione media in Russia è di 13.700 rubli al mese, 203 euro, ma la minima può essere quasi la metà). Secondo un’intervista del giornale The Village del 2016, i loro stipendi nella capitale variano tra i 9.000 e i 12.000 rubli al mese (133-178 euro), ma nelle lontane regioni può essere più basso.
Questa somma si forma grazie al contributo mensile degli inquilini degli appartamenti, e in qualche caso ci sono degli aiuti da parte delle amministrazioni locali, ma non è una regola. Così è fondamentale che tutti paghino in modo regolare. Ma non è sempre facile trovare un accordo e far rispettare le scadenze. Quasi sempre c’è qualcuno nel palazzo che ritiene che non ci sia bisogno di una portinaia, che inizia una battaglia contro gli altri condomini e si rifiuta di versare gli arretrati per la babushka.
Ma a cosa servono?
Chi si oppone all’idea di dover tirar fuori dei soldi per la portinaia, di solito pone questa domanda: a cosa servono? Lo scettico ha seri dubbi che contribuiscano a rendere più sicuro il palazzo, perché un’anziana che siede nel suo stanzino vicino al portone d’ingresso molto difficilmente potrà evitare a un eventuale ladro di agire ai piani alti. Di solito non riescono nemmeno a opporsi ai vandali che entrano e danneggiano gli ascensori e le scale.
Quindi in definitiva, non sono un ostacolo per i malintenzionati, e sono invece un fastidio per le persone normali, che vengono fermate e interrogate con sospetto su dove stiano andando. Per di più, alcune di queste vecchiette possono essere davvero molto ficcanaso e interferire pesantemente con la privacy degli inquilini, e sono non di rado il vettore privilegiato di pettegolezzi condominiali. Se poi vi capita di non andar loro a genio per qualche motivo, la vostra vita, o quella dei vostri ospiti, può trasformarsi in un inferno.
Il sacro fuoco
Ma c’è chi è entusiasta delle portinaie e difende il loro operato a spada tratta, sostenendo che il loro ruolo sia non solo sensato ma anche molto utile per la società. “Se succede qualcosa, possono sempre chiamare la polizia. E poi lavano le scale ogni giorno e si prendono cura dei fiori all’ingresso”, sono alcune delle argomentazioni più frequenti che gli amanti delle portinaie usano contro i loro detrattori.
Quanto alle nonnette, sono spesso molto orgogliose del loro lavoro. “Cosa significa avere una portiera nel vostro palazzo? Vuol dire potersi godere pulizia, bellezza e sicurezza”, raccontava una di loro a The Village, la sessantanovenne Svetlana. “Se invece non c’è, significa che tutti possono entrare nella loggia e mettersi a bere o a fare la pipì per le scale”.
E le portiere fanno molto di più che le semplici guardiane. Come spiega la settantaseienne Nina, controllano che tutto sia a posto con telefono, internet ed elettricità, e aiutano gli inquilini a trovare gli artigiani in caso abbiano bisogno di qualche riparazione. E alcune di loro possono avere ottimi rapporti con chi vive nel palazzo. Del resto, alle domande che fanno agli estranei non è così difficile rispondere. Basta essere onesti ed educati.
L’articolo è parte della serie Sapete perché?, nella quale Russia Beyond risponde alle più frequenti domande sul Paese