“U chjorta na kulichkakh”: cosa vuol dire questo misterioso detto russo?

Istruzione
SOFIJA POLJAKOVA
Lo si usa quando il luogo da raggiungere è molto lontano e sei frustrato dal doverlo raggiungere. Ma il significato letterale di questa espressione non è chiaro neppure ai russi, e su cosa diavolo siano i “kulichki” ci sono varie teorie e nessuna certezza

Che cosa vuol dire?

L’espressione russa “u chjórta na kulíchkakh” (“У чёрта на куличках”) si  può tradurre come “a casa del diavolo”. Indica cioè un “posto molto lontano”; un “non si sa dove”. Ma se “chjort” è “diavolo”, cosa sono invece i “kulichki”?

Kulichki è una forma distorta della parola “kulizhki”, termine usato per chiamare un luogo deserto, senza alberi, e piano, nonché zone paludose. Secondo una versione, il fraseologismo apparve a causa dell’atteggiamento superstizioso nei confronti delle paludi: la gente credeva che fossero abitate da spiriti maligni. Ecco perché è “u chjorta”, cioè “dal diavolo”.

Inoltre viene chiamata Kulishki (Kulizhki) un’area storica di Mosca accanto al quartiere di Kitaj-gorod, poco lontano dal Cremlino. Però adesso questo nome antico quasi non si usa e l’espressione “u chjorta na kulichkakh” non si associa ad esso. Anche se una versione diffusa sostiene che l’origine del fraseologismo sia legato proprio all’area moscovita di Kulishki. 

L’ospizio infestato di Kulishki

Nel XIX secolo, lo storico Ivan Snegirjov scrisse il libro “Mosca. Descrizione dettagliata storica e archeologica della città”. In esso descrisse un incidente accaduto durante il regno dello zar Alessio Mikhailovich (sul trono dal 1645 al 1676): si riteneva che uno spirito maligno si fosse stabilito in un ospizio per orfani e trovatelli a Kulizhki, non lontano dal monastero Ivanovskij. Non dava tregua alle donne che lavoravano nell’ospizio: le buttava giù dai letti, rumoreggiava negli angoli e nelle stufe, gridava varie cose brutte e dondolava le culle. Le voci sulla sventura raggiunsero lo zar e il monarca ordinò ai sacerdoti di esorcizzare con preghiere lo spirito maligno dall’ospizio. Ma in risposta alle preghiere, il diavolo cominciò ad accusare gli stessi sacerdoti di varie iniquità e loro non riuscirono a cacciarlo via. Più tardi una persona dell’entourage dello zar gli raccontò del monaco Ilarion del monastero maschile di Florishcheva Pustyn, che era capace di esorcizzare gli spiriti maligni.

Ilarion con due  monaci si recò a Mosca e per sette settimane rimase a leggere preghiere nell’ospizio. Nonostante le scappatelle del diavolo, Ilarion riuscì presto a cacciarlo via. Secondo Snegirjov è proprio a questa storia che si deve l’espressione “u chjorta na kulichkakh”.

Successivamente llarion divenne metropolita di Suzdal e Juriev. E il Monastero Ivanovskij, accanto al quale c’era l’ospizio, si trova sempre nello stesso posto: nel XIX fu ricostruito.

 

LEGGI ANCHE: Cosa intende un russo quando dice “Sono sotto una mosca”? 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: