Il patronimico: guida definitiva per decifrare il “secondo nome” dei russi

Istruzione
GEORGY MANAEV
Lev Nikoláevich Tolstoj, Fjodor Mikhájlovich Dostoevskij, Anton Pávlovich Chekhov… Come tutti sanno fin da quando incontrano per la prima volta i nomi più celebri della letteratura, i russi hanno, tra il nome e il cognome, un altro elemento. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta

Come si costruiscono i patronimici russi maschili e femminili?

La prima parte del patronimico (in russo: отчество; ótchestvo) di una persona è sempre composta dal nome di suo padre. Per esempio:

Petróvich da Pjotr

Alekséevich da Aleksej

Nikítich da Nikita

La seconda parte (la desinenza) del patronimico indica se la persona è maschio o femmina: -ovich, -evich o -ich indicano un uomo, mentre -evna, -ovna o -ichna una donna.

Quindi, i patronimici femminili corrispondenti a quelli appena citati sono:

Petróvna da Pjotr

Alekséevna da Aleksej

Nikítichna da Nikita

Come il patronimico russo può essere sia formale che informale

Secondo le regole dell’etichetta russa, il patronimico va usato assieme al nome quando ci si rivolge a persone più anziane di noi e quando si è in circostanze formali:

Iván Ivanovich

Borís Nikítich

Marija Ilínichna 

Tra persone della stessa età, anche se ci si rivolge l’un l’altro in modo educato (usando il “вы”; “vy”, cioè il “voi” e non il “ты”; “ty”; il “tu”), ad esempio sul posto di lavoro, il patronimico viene omesso. Ci si rivolge all’altro usando però il nome completo – Ivan, Boris, Marija, ecc. – e non i diminutivi-vezzeggiativi: Vanja, Borja, Masha, che sono informali.

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Tuttavia, se usati senza nome, i patronimici sono super informali e sono ammessi solo tra amici intimi, soci e vicini di casa. Sarebbe del tutto strano se ci si rivolgesse a una persona che si conosce da uno o due giorni solo con il suo patronimico. Gli amici di una vita possono invece tranquillamente chiamarsi un po’ scherzosamente “Petrovich” o “Ivanich”.

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