Scusate, ma abbiamo brutte notizie. La grammatica russa prevede un numero altissimo di variazioni delle parole: con desinenze (sì, ci sono le declinazioni, con sei casi) che cambiano il ruolo del termine nella frase, e prefissi e suffissi che possono modificare il significato. Per arrivare a padroneggiare tutto ciò, dovrete trascorrere molto tempo fianco a fianco con madrelingua russi. Se questo potesse essere paragonato a qualcosa, sarebbe un brutto mal di denti: la grammatica russa ti farà venire voglia di piangere!
“La grammatica è molto complessa e puntare alla perfezione, come voler sapere a menadito tutti i tempi verbali, le coniugazioni e gli aspetti del verbo (perfettivo e imperfettivo) sarà solo d’ostacolo. Vi ritroverete fortemente demotivati e frustrati, poiché a lungo vi sembrerà di non fare progressi. Pertanto, rischiate di piantare in asso lo studio con questo approccio”, afferma la web developer Julia Trop.
Qual è la soluzione? Focalizzatevi sul vocabolario. “Sapere più parole, vuol dire avere più sicurezza nell’esprimervi. Anche se si tratta solo del metodo ‘indica qualcosa e dinne il nome’. Quando sarete in grado di descrivere in questo modo tutto quello che vi sta intorno, sarà già un passo avanti nel costruire le frasi, perché non sarete più bloccati con la necessità di tradurre e cercare troppi termini sul vocabolario”, spiega Julia.
Sì, noi russi usiamo l’alfabeto cirillico, non quello latino. Ed è improbabile che passeremo mai all’alfabeto latino, perché si adatta meno ai suoni della nostra lingua (e preferiremmo piuttosto rinunciare alla maionese e alla vodka). Ma imparare a leggere non è così difficile come sembra a prima vista.
In effetti, dovrete guardarvi dai falsi amici: ricordate che “P” suona come “R”, “B” è “V”, “С” è “S”, “Н” è “N”, “У” è “U”, “Х” è “Kh” (come una kappa aspirata). E poi dovete ricordare che la la russa “Г” è sempre dura, quindi si legge “ghi” e ”ghe”. E ancora imparare suoni complicati come quello della “Ы”; il ruolo del segno morbido “Ь” e duro “Ъ”; e imparare a riconoscere dove la “E” è una “E” e dove invece è una “Ё” a cui i russi, per complicare ancor di più il gioco, non hanno messo i puntini. Ecco, per finire dovreste cercare di padroneggiare il più velocemente possibile l’alfabeto.
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“Ero assistente alla UC Berkeley. L’alfabeto veniva insegnato nei primi 20 minuti della prima lezione. Quindi facevamo subito un test. Ogni singolo studente l’aveva imparato correttamente. Ci vogliono solo 20 minuti, non di più”, afferma Irene, traduttrice. Ma non preoccupatevi, se ci metterete un po’ di più…
Holly Roberts, che gestisce una sua scuola materna britannica a Mosca, nota che la fonetica russa è problematica per gli inglesi, e dice di non riuscire ancora a pronunciare correttamente le lettere “P” e “S”, ma che “l’ovvio vantaggio della lingua russa è l’alfabeto. Avendo imparato l’alfabeto cirillico, puoi leggere correttamente qualsiasi testo. Anche se non capisci il significato di ciò che leggi. Con altre lingue, non è così univoco”, ha detto.
Mentre in inglese esiste una struttura rigida per la costruzione di frasi, la lingua russa in questo senso è quasi un Far West. Cosa significa? Potete mescolare l’ordine delle parole quasi come vi pare, e questo non renderà la frase incomprensibile! Sì, c’è un ordine più comune, ma l’ultima scelta è sempre di chi parla. Modificando l’ordine delle parole in russo, è più probabile che si cambi l’intonazione del parlato. L’importante, ovviamente, è usare le giuste desinenze dei casi.
Le persone provenienti da diverse parti della Russia si capiscono? Sì, naturalmente. Parlano esattamente allo stesso modo? No. La pronuncia di alcune parole può variare in base alla regione: in particolare quella della lettera “o” e della “g”. Ma le differenze sono soprattutto nella Russia europea: le persone di Mosca e di Vladivostok (a 9000 chilometri di distanza) parleranno invece in modo piuttosto simile.
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Proprio per questo, non preoccupatevi se avete un po’ di accento. In russo non esiste una cosa del genere che se non hai allungato abbastanza una vocale, hai detto qualcosa di incomprensibile o di offensivo. Chi ha studiato l’inglese sa quanto sia pericoloso confondere “beach” e “bitch” o “sheet” e “shit”. In russo non accadrà.
“Le nonnette, che spesso mi chiedono qualcosa in metropolitana, non sono mai state confuse dal mio accento e dall’ordine delle parole sbagliato”, dice Holly.
È vero: anche i russi spesso non riescono spesso a raccapezzarsi in un testo scritto a mano. Il corsivo russo potrà sembrare molto elegante, ma in realtà le lettere una volta attaccate si confondono un sacco. Se poi chi scrive non è esattamente un calligrafo, il risultato sarà una specie di oscuro geroglifico da decifrare!
Maschile, femminile e neutro: on, onà, onò. Inoltre, il genere non incide solo sui sostantivi ma anche su aggettivi e verbi (in alcuni tempi e modi). “Ciò comporta molto sforzo mnemonico. La desinenza può suggerire il genere, ma come sempre ci sono eccezioni”, dice Dave Kaiser, Ph.D. in Lingue slave.
Due parole assolutamente identiche possono significare cose completamente diverse. Sì, sembra una beffa!
“In inglese, ripetere le parole sarebbe senza senso o, nella migliore delle ipotesi, un refuso. In russo sembra essere una cosa normale. Ecco il mio esempio preferito: ‘piangere’ e ‘pagare’. Non c’è nulla di comune in queste parole, nel significato o nel suono, fino al momento in cui non le traduci in russo. Dove ‘Io pago e piango’ si dice ‘Я плачу и плачу’ (‘Ja plachu i plachu’). Ci hanno fatto persino una canzone”, dice perplesso Jordan, insegnante di inglese in Russia.
In questo caso ad aiutare è l’accento. “Pago” infatti è “plachù”, mentre piango è “plàchu”. Questo vale anche per altre parole, come “замок” e “замок” (“zamok” e “zamok”). “Zàmok” è il “castello”; “zamók” la “serratura”. Ci vorrà molto tempo per abituarsi, anche perché in russo l’accento non viene scritto. Poi ci sono altre parole identiche, dove non cambia nemmeno l’accento, e tutto dipende dal contesto: come лук e лук: un “luk” significa “cipolla”, l’altro “luk” vuol dire “arco” (quello delle frecce; in architettura è invece “арка”, “arka”). Oppure “икра” e “икра”. Una “ikrà” significa caviale, l’altra “ikrà” “polpaccio”.
Un numero enorme di parole russe ha almeno 10 lettere, alcune circa 20, e persino 25. Sembrano una frase. E trascriverle potrebbe essere l’ultima cosa che fate prima di lanciare il libro di testo contro un muro. Di regola, questi giganti sono participiali o hanno prefissi e suffissi. Per esempio la parola “интернационализирующимся” (“internatsionalizirujushchimsja”); “a quelli che si internazionalizzano”. Non male nemmeno “misantropia”: человеконенавистничество (chelovekonenavìstnichestvo); среднестатистический (srednestatistìcheskij) “nella media statistica”, o высококвалифицированный (vysokokvalifitsìrovannyj) “altamente specializzato”. Ma non scoraggiatevi: raramente qualcuno usa simili termini nelle conversazioni di tutti i giorni.
La lingua russa non ha articoli. Né determinativi né indeterminativi. E per questo i russi di solito si preoccupano molto degli articoli quando imparano altre lingue. “Come insegnante di inglese a Mosca, posso dire che la maggior parte dei russi che parlano inglese come seconda lingua omettono ‘a/an’ e ‘the’ il più delle volte, in particolare se hanno avuto un insegnante di inglese russo”, afferma John Edmond. E lo stesso fanno con gli articoli italiani. Studiando il russo, e provenendo da una lingua che li ha, bisognerà invece abituarsi a farne a meno.
Come probabilmente avrete già capito, imparare il russo non è un compito facile, e serve la giusta motivazione. Usare come pungolo il fatto che sia una delle lingue più parlate al mondo e la più parlata in Europa, forse non basterà. Cercate qualcosa di più specifico.
“Per esperienza personale, devi voler imparare la lingua e innamorartene. Questo non ti farà perdere la motivazione quando le cose diventano difficili. Il motivo per cui ho imparato il russo è perché ne ho bisogno. Lo uso quotidianamente, vivendo in Russia”, afferma Adrian Ledesm.
La lingua russa non è così difficile come vi hanno sempre voluto far credere!
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