Le aziende italiane non stanno lasciando in massa la Russia. Parla chiaro il presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia “GIM-Unimpresa”, Vittorio Torrembini, intervenendo nel corso della fiera industriale “Innoprom. Asia Centrale” in corso a Tashkent, in Uzbekistan. E fa i numeri: “Ultimamente hanno abbandonato il mercato russo soltanto due imprese. Una stava pianificando di farlo da tempo. L’altra è Enel”.
Il colosso dell’energia ha infatti concluso a ottobre scorso la vendita della sua partecipazione del 56,43% in Enel Russia a Lukoil e al fondo Gazprombank-Fresia per un totale di circa 137 milioni di euro. In questo modo, Enel ha venduto tutta la capacità di generazione che aveva in Russia: 5,6 GW di energia convenzionale e 300 MW di energia eolica.
“A parte le aziende del settore petrolifero e del gas, tutti sono rimasti. Alcune aziende si sono ridimensionate, ma nessuno ha lasciato la Russia”, ha affermato Torrembini.
“Le difficoltà sono enormi”, ha ammesso, “logistiche, finanziarie, nel settore bancario, e per le pressioni che le nostre aziende ricevono dalle autorità in Italia e in Europa. Tuttavia, sono abbastanza forti da non essere colpite dalle restrizioni. La Russia è un grande mercato, ha un’importanza geopolitica e geoeconomica. Non è il Nepal, è la Russia!”, ha chiosato.
E non solo le aziende italiane non stanno fuggendo in massa dalla Russia, ma Torrembini ha anche raccontato delle tante imprese interessate ad affacciarsi proprio adesso sul mercato russo: “Ci sono diverse aziende che intendono investire in Russia, soprattutto nei settori dei materiali da costruzione e dei prodotti alimentari. Non posso dire chi, naturalmente, ma abbiamo già tre o quattro aziende che stanno preparando gli investimenti”, ha concluso.
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