La Camera di Commercio Italo-Russa ha un nuovo presidente: Vincenzo Trani

Economia
LUCIA BELLINELLO
Rosario Alessandrello passa il testimone. La notizia è stata annunciata in un convegno a Mosca organizzato per celebrare i 55 anni dell’associazione

Dopo quasi 20 anni, lo storico presidente della Camera di Commercio Italo-Russa Rosario Alessandrello lascia la guida dell’associazione e passa il testimone a Vincenzo Trani, amministratore delegato di Mikro Kapital. La notizia è stata annunciata oggi a Mosca nel corso di un convegno al quale hanno partecipato importanti esponenti del mondo imprenditoriale e istituzionale. L’incontro è stato anche occasione per festeggiare i 55 anni di attività della CCIR, che riparte da Trani per dare nuovo impulso alla collaborazione economica fra Italia e Russia. Alessandrello resterà nel ruolo di presidente onorario. 

“È una grande emozione ricoprire questo incarico perché la CCIR riunisce due paesi che fanno parte della mia vita - ha esordito il neoeletto presidente Vincenzo Trani, in Russia da 19 anni -. Sono stati anni difficili ma Alessandrello è riuscito ugualmente a sviluppare il business. Viviamo in un periodo in cui la geopolitica è diventata parte della strategia di ogni impresa e la Camera di Commercio Italo-Russa svolge una funzione unica nei rapporti tra i due paesi, perché il business cresce laddove ci sono relazioni stabili”.

Puntare i riflettori sulle regioni, rafforzare il settore digitale e social media marketing; scommettere su una formazione costante, sviluppare l’export degli imprenditori russi in Italia e aprire ai paesi CSI: sono solamente alcuni degli obiettivi annunciati da Trani per i prossimi anni. “Ci sono delle regioni ancora poco conosciute - ha spiegato -, ed è nostro compito promuoverle, anche per non sovraffollate i mercati più gettonati come quello di Mosca e San Pietroburgo”. Traguardi possibili grazie a una costante attività di informazione e formazione, oltre che con una più ampia penetrazione di servizi finanziari. “La formazione delle imprese è essenziale e su questo stiamo facendo moltissimo”, ha aggiunto Trani, facendo riferimento ai seminari e ai convegni rivolti alle piccole e medie imprese, “principale motore dell’economia italiana”. “La CCIR deve inoltre svilupparsi dal punto di vista del digitale e del social media marketing, per approcciare i mercati attraverso queste nuove strategie”.

Trani ha quindi ricordato l’impegno della CCIR nel “partecipare attivamente alle relazioni politiche tra i due paesi fornendo un’opinione imparziale: non possiamo più delegare alla sola classe politica il compito di creare partnership tra i governi, deve partecipare anche la classe imprenditoriale”.

La storia della CCIR

Durante il suo intervento, l’ex presidente Alessandrello ha ripercorso la storia della Camera di Commercio, prima Italo-Sovietica e poi Italo-Russa. “La nostra storia inizia nel 1964, quando imprese e circoli d’affari italiani e alcuni enti per il commercio estero dell’URSS diedero formalmente vita a questa associazione. Se ne parlava già da diversi anni, ma l’idea si concretizzò solo nel ’63 quando l’allora presidente del consiglio dell’URSS Kosygin si recò a Genova per la prima grande esposizione sovietica del dopoguerra e ne parlò con Franco Marinotti, che ne divenne poi il primo presidente”. 

Il primo gruppo di soci fondatori che firmò l’accordo costitutivo camerale era composto da Fiat, Snia, Montecatini, Edison, Pirelli, Olivetti ed Eni per la parte italiana; Camera di Commercio dell’URSS, Soyuzneftexport, Mashinoimport, Tekhmashimport e Vneshtorgbank per la parte russa, insieme ad altre aziende italiane ed enti commerciali sovietici.

Il futuro oltre il gas e le sanzioni

Nel suo discorso Alessandrello non ha nascosto una punta di rammarico nel constatare che negli anni l’Italia ha perso il proprio primato di distributore del gas russo in Europa. “Per i governi che si sono succeduti e la loro noncuranza abbiamo perso questo primato: una perdita che pagheranno le nuove generazioni”, ha detto, ricordando però i traguardi raggiunti nonostante lo scoglio delle sanzioni e controsanzioni. “Le imprese italiane erano convinte di non poter più vendere i propri prodotti in Russia, ma lavorando giorno e notte abbiamo evitato tutto ciò”. 

D’altronde Mosca ha tutto l’interesse ad aiutare le imprese italiane sul mercato russo: “La Russia ha bisogno di un tessuto imprenditoriale più diffuso nel suo territorio. Ha bisogno di tecnologia e competenze, e l’Italia è in grado di fornire tutto ciò. L’Italia rappresenta per i russi il vero partner economico che consentirebbe loro di ottenere le tecnologie e le tecniche di lavorazione necessarie per fare un salto di qualità nei loro prodotti. Ma ciò può avvenire solo attraverso un dialogo costruttivo e un costante lavoro di squadra”.

Al convegno di Mosca, aperto dal saluto del presidente russo Vladimir Putin letto dal presidente della Camera di commercio della Federazione Russa Sergej Katyrin, sono intervenuti, fra i tanti, anche l’Ambasciatore italiano Pasquale Terracciano, il vice ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Aleksandr Grushko, il direttore dell’ICE di Mosca Pier Paolo Celeste, ed Ernesto Ferlenghi, responsabile per lo sviluppo del mercato per la Russia e l'Asia Centrale di Eni. A margine del convegno sono stati firmati degli accordi di collaborazione tra la CCIR e la Società per lo sviluppo della Regione di Nizhny Novgorod.